Riflessioni

ZONA CONFORT


Zona Confort definizione: La zona di comfort non è uno spazio reale ma un costrutto psicologico, emozionale, comportamentale che definisce la routine della nostra vita quotidiana.Osservando il mondo, in particolare l’ambito lavorativo mi sono trovato spesso di fronte ad un paradosso: persone che amano il progresso, l’innovazione ma che non sono disposte ad abbandonare la propria zona confort. Il mondo del lavoro oggi più che mai, sollecitato dalle continue richieste di un mercato che punta sull’innovazione costante, ci costringe a cambiare continuamente il nostro modo di operare, cambiano le regole, i processi, i prodotti, ecc, di conseguenza abbiamo l’esigenza di apprendere continuamente cose nuove, nuove competenze, informazioni, tecniche, stili, ecc. Per fare questo dobbiamo momentaneamente abbandonare la nostra zona confort ed avventurarci in terreni sconosciuti, che una volta assimilati entreranno a far parte della nostra zona confort che risulterà ampliata, arricchita. Quello che dobbiamo comprendere è che non vi può essere progresso, innovazione se continuiamo a fare sempre le stesse cose allo stesso identico modo. Il periodo in cui si imparava un mestiere o una mansione e la si ripeteva meccanicamente per tutta la vita lavorativa è finito già da un po', io personalmente mi sono reinventato lavorativamente parlando infinite volte, ed ogni volta non è stato facile, l’ho ammetto, ma con l’impegno e la determinazione sono sempre riuscito ad abbandonare la mia zona confort per assimilare mansioni che inizialmente mi sembravano lontane anni luce da ciò che ritenevo essere nelle mie corde. Durante la mia vita lavorativa mi sono trovato spesso di fronte a persone che erano restie o che rifiutavano completamente ogni tipo di cambiamento, non essendo disposte ad abbandonare neanche per poco tempo la loro zona confort, talmente radicati ai loro schemi lavorativi a quei processi ripetuti talmente tante volte da non voler prendere neanche in esame l’eventualità di apprendere nuovi metodi.L’operare in zone che conosciamo bene e che fi fanno sentire a nostre agio è piacevole non l’ho metto in dubbio ma a lungo andare si smette di pensare e si ripetono meccanicamente gesti, dissociandoci dal contesto in cui stiamo operando, si rischia così l’atrofia cerebrale, la cosa grave è che simili individui adottano lo stesso metodo anche per i loro schermi di pensiero, incasellati anch’essi in processi mentali che ripetono da così tanto tempo da non ricordarsi neanche da dove hanno avuto origine simili pensieri.