Riflessioni

DARE VOCE AL DOLORE


 Date parole al vostro dolore altrimenti il vostro cuore si spezza.  William Shakespeare, Macbeth Io credo in questa frase, sì, io credo, avendolo vissuto in prima persona, che se non si dà voce al proprio dolore, se non gli si dà modo di fuoriuscire da noi, di esternarlo sotto forma di parole scritte o pronunciate o meglio di tramutarlo in arte, attraverso la poesia, la pittura o la musica, esso crescerà dentro di noi non lasciando spazio ad altri sentimenti, confinandoci in un mondo grigio, cupo, triste e attraverso quella tristezza che esso genera non potranno che nascere pensieri tristi, attraverso i quali il dolore si alimenterà, anzi si autoalimenterà, perché esso si nutre di se stesso, oltre che di noi, delle nostre energie, che gradualmente tenderà a spegnere, finendo per soffocarci.Attenzione, ho detto che il dolore va sì esternato, ma non divulgato, ostentato, precisare questo è fondamentale, affinché esso non si propaghi, finendo per infettare le persone che ci stanno accanto con il nostro stesso dolore. Il dolore, il dramma che stiamo vivendo, il malessere interiore che esso genera, va’ quindi esternato esorcizzandolo in modo che smetta di opprimere il nostro cuore, non opprimendo il cuore delle persone a noi care.   Il dolore ci insegna molte più cose di quanto possa fare la felicità, anche perché rispetto ad essa, che dura solo qualche fugace attimo, il dolore può perdurare per lungo tempo in noi, lasciandoci a volte cicatrici profonde. Attraverso il dolore si possono fare esperienze che ci aiutano a crescere, che possono cambiare il nostro modo di affrontare la vita, cambiando la nostra scala dei valori. Attraverso il dolore si diventa più forti, più resilienti alle intemperie della vita, con il giusto tempo si acquista la capacità di affrontarlo, si impara in qualche modo a gestirlo, basta non cedere all’inganno di scegliere la freddezza, l’aridità di cuore, come antidoto al dolore.