Riflessioni

LA CADUTA DEGLI EROI


 Non potrò più chiamarvi angeli, né tanto meno eroi, perché avete parcheggiato, anzi dimenticato per giorni in una corsia d’ospedale, un uomo di 94 anni non autosufficiente mantenendolo in vita solo attraverso delle flebo. Non potrò più chiamarvi angeli, né tanto meno eroi, perché per giorni  avete posto beffardamemte davanti a quell’uomo a pranzo e a cena un vassoio ritirandolo puntualmente con il cibo intatto, essendo ben consapevoli che non era in grado di mangiare da solo e che avreste dovuto imboccarlo. Non potrò più chiamarvi angeli, né tanto meno eroi, perché avete lasciato che la bocca di quell’uomo si inaridisse come il vostro cuore, non dandogli neanche un sorso d’acqua, che lui con la sua voce che giorno dopo giorno diveniva sempre più flebile continuava a chiedervi, ma le vostre orecchie sono rimaste sorde ad ogni sua richiesta di aiuto, mentre allo stesso tempo negavate ai suoi familiari la possibilità di poterlo accurdire, rassicurandoli che ci avreste pensato voi. Non potrò più chiamarvi angeli, né tanto meno eroi, perché con il vostro comportamento inqualificabile avete contribuito affinché il quadro clinico di quell’uomo peggiorasse, fino a divenire irreversibile, ed allora avete iniziato ad accanirvi per mantenerlo in vita, affinché la sua sofferenza si protraesse acuendosi nel tempo fino a portarlo alla morte.Non potrò mai perdonarvi chiunque voi siate, perché la vostra non è stata semplice negligenza, ma disumanità, quella disumanità di cui ai miei occhi sarete sempre colpevoli. Non potrò più chiamarvi angeli o eroi, perché quell’uomo era mio Padre.