Riflessioni

AVERE O ESSERE


Il progresso tecnologico e scientifico sta conferendo e ha conferito grandi poteri all’umanità, ma di pari passo ai grandi poteri di cui l’essere umano dispone non è cresciuta la sua razionalità, il suo senso di civiltà, per assurdo è successo e sta accadendo l’esatto contrario, più il suo potere cresce, più l’Uomo si disumanizza, più diventa irrazionale, maniacale, più cresce la sua sete di potere sconsiderato, più si radica profondamente in lui l'egoismo, l'egocentrismo e l'avidità che è il carburante che alimenta la sua sconsiderata smania di denaro di cui essa è sia causa che effetto, anche a discapito non solo dei suoi stessi simili ma anche del pianeta in cui egli stesso vive, compromettendo non solo il proprio futuro e il futuro della propria progenie ma il futuro stesso dell’intera umanità. Il tutto all’interno di un sistema economico/sociale che si fonda sul consumismo estremo, sullo shopping compulsivo, che ha bisogno, per autoalimentarsi, di farci credere che l’avere sia più importante dell’essere, che il possesso di beni materiali e spesso superflui, inutili, sia più importante e appagante dei rapporti umani, dei sentimenti nostri e del nostro prossimo, della nostra stessa spiritualità, che mira a convincerci che la felicità vada ricercata nella ricchezza e nell'ostentazione d'essa, ed ecco che allora, questa affannosa, estenuante ricerca della felicità ci rende tristi, frustrati a volte persino depressi, semplicemente perché cerchiamo al di fuori ciò che invece è racchiuso dentro di noi. Spesso sacrifichiamo la nostra intera esistenza nel tentativo di accumulare ricchezza e potere, ci prefiggiamo obiettivi e traguardi che una volta raggiunti si rivelano essere nuovi punti di partenza di una corsa senza fine. Una corsa estenuante che siamo destinati a perdere e durante la quale siamo disposti a sacrificare tutto pur di raggiungere quello che crediamo essere il nostro punto d’arrivo, pur di afferrare una felicità effimera, fuggevole, con cui ingannare la nostra mente e di deludere il nostro cuore.