Riflessioni

Complottisti e Liberi Pensatori Parte 14


Viviamo in una realtà governata da quegli stessi algoritmi a cui abbiamo svenduto la nostra identità, in cambio di servizi inutili che hanno l’unico scopo di controllarci sempre di più, manipolandoci, divenendo noi stessi niente altro che un algoritmo, una sterile serie di dati archiviati in un immenso database, composto da profili social, in cui riversiamo le nostre vite, istante per istante, tant’è vero che non riusciamo più a comprendere se postiamo i momenti più significativi della nostra vita sui social o se creiamo ad hoc, in modo artificioso, momenti significativi nelle nostre vite per poterli poi postare sui social. Siamo un prodotto di questo sistema consumistico, sì, noi siamo un prodotto che manipolato da pubblicità subliminali e non è stato ammaestrato a comprare altri prodotti, per sentirsi superiore ad essi, per sentirsi migliore dei suoi simili che quei prodotti non se li possono permettere, che valuta se stesso e gli altri in base a ciò che può permettersi in puri termini economici. Siamo diventati la parodia di noi stessi, di ciò che eravamo. Siamo ridicoli nella nostra fame di onnipotenza, perché siamo una parte infinitesimale di questo universo, siamo nulla se paragonati allo spazio e al tempo, un fugace battito di ciglia dell’eternità null’altro.