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INTERCONNESSIONI

Post n°528 pubblicato il 16 Maggio 2021 da carloreomeo0

 

Riallacciandomi al tema di un mio post di qualche giorno fa, sulla coscienza collettiva, mi chiedo: e se tutti noi fossimo come dei neuroni di un enorme cervello? Se il nostro compito fosse quello di generare idee e pensieri, coordinare movimenti e azioni di un enorme e unico organismo chiamato umanità, affinché essa possa elevarsi ad uno stadio evolutivo più alto, più nobile, che gli permetta di porre fine a tutte quelle problematiche che minacciano la sua stessa esistenza e l’esistenza del pianeta in cui essa vive? Come potremmo portare a termine tale compito se ogni neurone a parte qualche eccezione, fosse sconnesso dagli altri e si comportasse come un’entità singola, vedendo gli altri neuroni suoi simili ma con potenzialità e funzioni diverse, come entità ad esso estranee o addirittura ostili? A livello cerebrale la mancanza o la forte carenza di interconnessioni neuronali, trasformerebbe qualunque organismo in poco meno di un vegetale. Ecco noi a livello di coscienza collettiva siamo praticamente allo stadio vegetativo.

Ciò nonostante sono fermamente convinto che quelle interconnessioni anche fra individui sotto certi aspetti apparentemente differenti, sono sempre esistite ed esistono, solo che l’essere umano nel corso della sua evoluzione, ha dato sempre più voce e importanza alla sua individualità al punto che essa ha finito per soffocare, spegnere quelle interconnessioni, isolandolo di fatto dai suoi simili, mentre allo stesso tempo, per sopperire ai limiti oggettivi imposti da un individualismo estremo, ha avuto la necessità di dare vita ad una società falsamente sociale in quanto fondata sull’individuo e non sulla collettività.

Forse un giorno, spero non troppo lontano nel tempo, l’essere umano spezzerà le catene dell’individualità che lo rendono schiavo di se stesso, riscoprendo la sua vera natura e con essa la coscienza collettiva di cui esso fa parte.  

 

 
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Commenti al Post:
jigendaisuke
jigendaisuke il 16/05/21 alle 21:09 via WEB
Trovo azzeccato il paragone coi neuroni ed il cervello. A volte ho l'impressione che i neuroni siano impazziti e rischiano di rovinare il cervello. Quanto alla tua speranza, bè sai che sono pessimista.
(Rispondi)
 
 
carloreomeo0
carloreomeo0 il 16/05/21 alle 21:59 via WEB
Io sono fermamente convinto che la struttura neuronale che si trova nel cervello, possa essere trasposta alla società, generando quel sistema di interconnessione continua fra neuroni/individui che dovrebbe per sua stessa natura essere il fulcro di qualunque società degna di questo nome.
(Rispondi)
 
NoRiKo564
NoRiKo564 il 16/05/21 alle 22:42 via WEB
Dovremmo ritornare ad una società che non insegna l'individualita' come bene primario. Lo vedo difficile da realizzare in periodi brevi. Forse dopo aver toccato il fondo, qualche nuova generazione reagirà e metterà al centro l'umanità e non l'uomo...forse.
(Rispondi)
 
 
carloreomeo0
carloreomeo0 il 16/05/21 alle 22:51 via WEB
Il concetto di individualità e di collettività coesistono in noi, dovremmo solo equilibrare i pesi che ad essi diamo, non è facile ma neanche impossibile.
(Rispondi)
 
maps.14
maps.14 il 16/05/21 alle 23:41 via WEB
Oddio, interessante elucubrazione mentale, ma se il mondo non fosse individualista, l'evoluzione sarebbe stata ancora più lenta. Ad esempio: chi ha inventato la ruota non pensava certamente al suo utilizzo negli ingranaggi. La coscienza collettiva, a mio giudizio, si sviluppa esclusivamente tra i soggetti dotati di intelligenza emotiva e capaci di empatia. Chi non possiede queste doti che potrei definire più semplicemente "sensibilità", rappresentano l'aridità del sistema sociale. E a ben vedere, c'è una gran parte dell' umanità, con le emozioni atrofizzate. ^_____________^
(Rispondi)
 
 
carloreomeo0
carloreomeo0 il 16/05/21 alle 23:49 via WEB
L'essere interconnessi agli altri non vuol necessariamente dire sacrificare la propria individualità, anzi essa deve essere preservata, perché in essa risiede la nostra forza, forza che verrà potenziata se sapremo metterla a beneficio della collettività. Come vedi collettività e individualità devono coesistere in equilibri intercambiabili in base alle circostanze, senza annullarsi vicendevolmente. Bravo, l'empatia a cui tu fai riferimento potrebbe essere la scintilla in grado di riaccendere le interconnessioni cui faccio riferimento nel post. La ruota è stata inventata da un singolo, ma ad usarla e perfezionarla nei vari campi d'impiego è stata la collettività, come vedi tutto è interconnesso.
(Rispondi)
 
prefazione09
prefazione09 il 17/05/21 alle 06:36 via WEB
Credo, ed è solo una mia opinione che in tutto ci sia un rovescio della medaglia. "Troppo individualismo crea il distacca al sociale. ect, ect" "Troppa globalizzazione crea quella mancanza di "tocco personale", quindi la giusta misura sarebbe quella giusta". Buon inizio di settimana
(Rispondi)
 
 
carloreomeo0
carloreomeo0 il 17/05/21 alle 18:50 via WEB
Infatti, come avevo scritto nel post "coscienza collettiva", l'individualità e la collettività devono coesistere mettendo in atto equilibri dinamici, laddove i problemi sono comuni ecco che dovrebbe scattare la coscienza collettiva per affrontarli e risolverli, mentre per tutto deve restare integra l'individualità. Buona serata.
(Rispondi)
 
Cherrysl
Cherrysl il 17/05/21 alle 12:56 via WEB
La coscienza collettiva c è. Lo vediamo nelle manifestazioni di solidarietà o nel rifiutare in tantissimi episodi di ingiustizie nel mondo.Ma anche così il mondo stenta ad evolversi. Siamo interconnessi, ma di deve partire da una propria evoluzione individuale Tenendo la mente aperta e tesa ad armonizzare non a creare conflitti. In un senso più spirituale, possiamo confrontare la nostra evoluzione con quella di altre persone che abbiamo la fortuna di conoscere anche a distanza e con le quali ci si trova ad essere sulla stessa lunghezza d onda. Con le quali si ha una stessa visione di un mondo ideale.
(Rispondi)
 
 
carloreomeo0
carloreomeo0 il 17/05/21 alle 18:58 via WEB
Per coscienza collettiva intendo vedere gli altri come estensione di noi stessi, sempre in ogni circostanza e non solo per le eccezioni che tu citi. Quell'empatia di cui tu parli fra le righe, quella a mio avviso è solo una flebile scintilla di quelle interconnessioni a cui io mi riferisco, anche perché invece di essere circoscritte ad un ristretto gruppo di individui dovrebbero interconnetterci con tutta l'umanità, con cui non solo condividere gli stessi ideali, ma agire affinché quegli ideali divengano concreta realtà.
(Rispondi)
 
confort.zone
confort.zone il 17/05/21 alle 23:57 via WEB
Il futuro lo vedo molto interconnesso. Ho molta fiducia nei nativi digitali, così come nei millenials di oggi. Sono stati educati a prestare una sincera attenzione ai problemi sociali, razziali e ambientali del mondo in cui viviamo. E stanno realizzando tanti progetti in favore dell'ambiente, del risparmio energetico, delle discrimazioni di genere e delle risorse alimentari sostenibili. E questo mi dà ancora più fiducia nel futuro. ^_________^
(Rispondi)
 
 
carloreomeo0
carloreomeo0 il 18/05/21 alle 22:00 via WEB
Sì, siamo sempre più interconnessi, ma essere perennemente connessi sui vari social non vuol dire socializzare, non vuol dire essere empaticamente connessi con l'umanità. Le generazioni di cui parli e su cui riponi grandi speranze per il futuro, sono anche quelle che bullizzano, discriminano i propri coetanei appena intravvedono anche solo un accenno di quella che loro considerano diversità. Fanno sempre parte delle generazioni di cui tu parli, i ragazzi che vandalizzano le opere e i servizi pubblici, che se sporcano non puliscono perché sono stati educati così, infatti, a casa loro sporcano, mettono in disordine e i genitori riordinano e puliscono i loro disastri.
(Rispondi)
 
ormalibera
ormalibera il 18/05/21 alle 16:25 via WEB
questo pensiero ogni tanto compare nella mente da moltissimi anni. E non è solo un pensiero mentale, una credenza, troppi eventi fuori dall'ordinario mi hanno accompagnato nel mio viaggio in questa forma. Facile spiegare l'inspiegabile sotto la dicitura casualità, ma quando gli eventi si ripetono, quando le prove sono tante devi accettare una realtà diversa. Ciascuno di noi è tenuto a fare la propria parte.
(Rispondi)
 
 
carloreomeo0
carloreomeo0 il 18/05/21 alle 22:04 via WEB
Molto interessante questo tuo commento, mi piacerebbe approfondire l'argomento. Questo pensiero ritorna ciclicamente nella mente dell'uomo perché l'interconnessione è nella sua natura, anche se essa è stata snaturata da un processo evolutivo distorto.
(Rispondi)
 
 
 
ormalibera
ormalibera il 21/05/21 alle 09:17 via WEB
Esatto, sul nostro cammino verso una naturale evoluzione hanno distorto, o lo abbiamo distorto noi stessi, il cammino. In questo tempo pare che non solo l'evoluzione si sia fermata ma stiamo regredendo. Ma precipitare vuol dire anche imparare a risalire. Un sorriso
(Rispondi)
 
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