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Dall'Irlanda un nuovo rapporto-choc sui preti pedofiliEvitiamo ogni astio e preconcetto: la Chiesa cattolica non è fatta solamente di preti e religiosi coinvolti in casi di cattiva condotta sessuale; di abusi verso innocenze che dovrebbero aiutare e preservare. Ci sono religiosi che seguono la loro vocazione, sacrificano la loro vita e la mettono al servizio del bene e dei bisognosi, siano essi semplici preti o encomiabili porporati come Martini o Tettamanzi. Eppure, da tempo, il Vaticano non riesce a frenare gli orrori che vengono perpetrati da parte di molti suoi religiosi sul tragico tema degli abusi sessuali. L’ultimo ha colpito il clero irlandese; dopo nove anni di indagini è stato pubblicato un rapporto della «Child Abuse Commission» che ha interrogato 2.500 ex allievi di oltre 100 istituzioni religiose. Il quadro che ne viene fuori è desolante, tristo, vergognoso per le istituzioni clericali. Si narra di bambini abusati di giorno e di notte, di bambine violate, scuole e orfanotrofi che nulla avevano da invidiare ai lager, preti e suore che pensavano e agivano come se mantenessero un diritto di appropriazione dei minori. Ora c’è chi invoca un concistoro e chi, come il Primate irlandese, Sean Brady afferma: «Provo vergogna». Nulla di quanto è avvenuto altrove, come in America, in Canada, in Brasile, in Europa, persino da noi, ha insegnato a coloro che erano preposti all’educazione, l’inviolabilità verso i minori. Le testimonianze irlandesi sono da gulag, da inferno; oltre agli abusi sessuali, violenze di ogni genere, fanciulli trattati e indicati come numeri e vessati con ogni sorta di umiliazione corporale e psicologica. Oggi di quegli istituti non ne rimane traccia, ma resta la vergogna e, si spera, la giustizia, per tutte quelle persone che vissero quell’inferno in terra.Degli scandali pedofili, il Vaticano si è comportato nei decenni come un Giano bifronte: tenere il segreto sugli scandali e pagare (pare sia stato proprio l’attuale Papa ad ordinare il silenzio ai suoi); chiamare a Roma i suoi religiosi per blande reprimende, come fece il predecessore di Benedetto XVI. Evidentemente tutto questo non è bastato. Proprio a gennaio di quest’anno si era chiusa l’indagine vaticana sui 220 seminari cattolici Usa, dopo i diversi scandali sugli abusi sessuali che è costata alla Chiesa oltre due miliardi di dollari, con numerose diocesi costrette a dichiarare bancarotta. A marzo di quest’anno, in una decisoone motivata, la nona Corte d’Appello degli Stati Uniti, con sede a Portland, ha riconosciuto il diritto di un cittadino dell’Oregon a intentare una causa civile contro il Vaticano, proprio a causa di abusi sessuali che aveva subito da un sacerdote. Insomma, dicevano, i giudici, si può fare causa al Vaticano. In Brasile, nel 2005, tra denunce e arresti, 1.700 sacerdoti furono accusati di cattiva condotta sessuale, con un prete sorpreso in un’orgia con 4 adolescenti e chi, come un certo padre Tarcisio che affermava: «Io sono un seduttore e, dopo aver applicato le regole correttamente, il ragazzino cadrà dritto nella mia… saremo felici per sempre». Proprio ieri, in Italia, un vicedirettore di un seminario bresciano è stato condannato, in primo giudizio, a sette anni e mezzo per violenza sessuale e divulgazione di materiale pedopornografico. Come è nel nostro ordinamento, bisognerà attendere il giudizio finale per capire se quelle violenze ci sono state per davvero.mario cirrito