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Università & Comune di Bologna, total game.

Post n°940 pubblicato il 20 Giugno 2015 da VoceProletaria

Università & Comune di Bologna, total game.
Le mani sulla città.

Lettera aperta
ai miei colleghi, compagni, amici e conoscenti dell’Università di Bologna

   Carissimi,
siamo ormai alle votazioni del futuro rettore del nostro ateneo e, dopo una lunga sequela di incontri assembleari o per gruppi più ristretti con i quattro candidati alla carica, mi sono deciso a mettere per iscritto alcune considerazioni che, proprio per la natura di quegli incontri, difficilmente possono essere altrimenti valutate.
   Le assemblee, soprattutto quelle gestite in nome e per conto del personale TA, hanno infatti avuto l’effetto di accomunare le inizialmente diverse posizioni dei quattro.
   Naturalmente in ciò si riscontra e si incassa un dato immediatamente positivo, ovvero l’accoglimento ideale delle istanze ad essi presentate.  Il peso del voto finalmente conquistato, per quanto limitato, si fa subito sentire ed apprezzare.
   L’aspetto paradossalmente negativo, invece, è dato proprio da questa neo-omogeneità che non permette di distinguere chi, tra i quattro, sia meritevole di fiducia e chi no.
   Non intendo, quindi, soffermarmi neanche per un momento sulla qualità delle risposte date dai candidati, né sull’efficacia delle loro esposizioni, e nemmeno dei loro curricula, peraltro tutti di elevate e dimostrate capacità: sarebbero elementi, per quanto di percezione soggettiva, comunque insufficienti a definire i loro profili.
   Provo allora ad uscire dai confini dialettici fin qui esperiti e dalle mura accademiche e mi accingo a saggiare un terreno più “politico”, che coinvolge certamente l’Università ma non solo essa.
   Per poterlo fare occorre tuttavia una doverosa premessa, ovvero un bilancio, seppure tratteggiato e riassunto a grandi linee, dei sei anni di mandato svolti da Dionigi.
   L’esigenza, più che un giudizio sul passato, è dettata dal suo possibile futuro politico, forse a capo della Città.
   Dionigi è probabilmente il Rettore dell’Università di Bologna che passerà alla Storia come il più autoritario in assoluto in epoca di “democrazia”.
F   orse bisognerà risalire ai tempi oscuri del ventennio, allorquando il Ministro (fascista) nominava il Rettore, per un giusto raffronto con lo scempio scientemente perpetrato delle regole di convivenza della comunità universitaria.
   Le condanne PENALI di sei studenti attivisti che hanno avuto il torto di solidarizzare con le sacrosante ragioni di lavoratori in sciopero di una cooperativa al servizio dell’ateneo, seppure emesse dalla magistratura, sono interamente ascrivibili ad una policy di Dionigi che non prevede neanche il diritto di dissenso, tanto da averlo persino statuito in un pessimo Codice Etico di cui, non a caso, si chiede la revisione.
Dionigi desidera, la magistratura sentenzia.
   Il mandato di Dionigi, in effetti, si aprì all’insegna di uno smodato entusiasmo per la Riforma Gelmini. Dionigi non solo rifiutò di farsi portavoce delle richieste da parte docente di pur blandi emendamenti, tutt’altro, fu promotore di una lettura ancor più elitaria e pregiudicante l’intero sistema universitario nazionale. Il suo stendardo era Aquis, ovvero il raggruppamento della ventina di atenei autonominatosi “di eccellenza”, che invocava una politica premiale per questi, a scapito ovviamente degli altri atenei. Il suo coronamento di questa visione fu infine l’adozione di uno Statuto di Ateneo che supera la stessa Legge Gelmini in termini di verticismo ed autoritarismo.
   Le scelte, infine, di deleghe importanti alla sua squadra di Prorettori ed alti dirigenti definiscono compiutamente il quadro qui appena tratteggiato. Il Direttore Generale, già condannato per danno erariale prima di arrivare ad Unibo, ha svolto il suo compito in piena
coerenza con l’input trasmesso dal Rettore Dionigi, inaugurando nei fatti una politica alla Marchionne: pieno disprezzo delle istanze del personale tecnico amministrativo ed altrettanta arroganza nei confronti delle legittime rappresentanze sindacali. L’invenzione di un neonato organo “rappresentativo”  del personale TA, la Consulta, sarà poi l’occasione per creare una sorta di sindacato giallo (tutte figure apicali, ovvero EP) molto vicino ai desiderata dello stesso Rettore e del Direttore Generale, e scavalcare anche le corrette relazioni sindacali.
   La politica di esternalizzazioni, furbescamente rubricata sotto la voce di “acquisizione di servizi”, con paghe da fame agli operatori e lauti guadagni ai gestori di questi, è stato un altro tratto distintivo del totale disinteresse dell’ateneo per le sorti dei lavoratori in nome di un conclamato aziendalismo che sempre più pervade le stesse residue garanzie dei diretti dipendenti dell’Università di Bologna.
   Questa è, in estrema sintesi, la cifra di lettura dei sei anni passati da Dionigi a capo dell’Università di Bologna.

   Il giudizio finale sul mandato di Dionigi, naturalmente, è pessimo. Non è un caso che, in occasione delle elezioni, ed approfittando del fatto che il personale TA potrà FINALMENTE votare anch’esso, venga stilato un documento che chiede una profonda revisione dello Statuto e della politica fin qui agita.
   Il documento, presentato dall’Intersindacale nelle assemblee di cui sopra, è ora diventato la pietra angolare su cui esprimeremo il voto ai quattro candidati.
Su questo documento, appunto, tutti e quattro i candidati hanno fatto convergenza rendendo indistinguibili ai più le loro differenze, tanto che agli occhi profani appaiono tutti rivoluzionari, anche coloro che finora, e senza alcuna presa di distanza reale, continuano a far parte della squadra di governo del Rettore.

La Squadra.
   La definizione della squadra di prorettori, almeno fino al più recente passato, avviene in parte prima che il Rettore venga eletto, ovvero poco prima del ballottaggio, quando gli esclusi possono trovare convenienza nell’accordarsi col candidato ritenuto più forte. In questo momento c’è chi, in cambio di un prorettorato, indica ai suoi precedenti elettori di votare tizio oppure caio. E’ questa, per quanto opinabile e forse anche esecrabile, la prassi.
   Anche la squadra di Dionigi, in parte appunto, vede questa genesi.
   In questa squadra crescono, si fanno le ossa ed emergono figure importanti, al punto che due tra queste, il Prorettore alla Didattica, Fiorentini, ed il Prorettore alla Ricerca, Braga (ex sfidante di Dionigi al Rettorato nel 2009), si sentono in grado di proporsi come futuri Rettori
   Nella squadra, tuttavia, non mancava nemmeno un altro tra gli attuali quattro candidati, Sobrero, autorevole membro della Giunta di Ateneo fino al 2011, data di morte della stessa per sopravvenuto nuovo ordinamento statutario. Candidatosi come membro interno del primo CdA di Unibo post riforma dello Statuto, e pur selezionato dall’apposito Comitato di Selezione, non venne poi nominato dal Senato Accademico.
   Sobrero, dunque, è lontano dagli organi istituzionali da più di quattro anni, ma non per sua esplicita volontà; i due Prorettori, pur sollecitati ad un gesto di garbo istituzionale nel momento delle loro candidature, sono invece ancora al loro posto con pieno esercizioo di poteri. Tutti e tre invocano il “profondo cambiamento”.
   La mia considerazione, da vetero comunista, è che se la Rivoluzione avviene tra i notabili del Palazzo, in politica almeno, generalmente si chiama colpo di stato.
   Nell’Università di Bologna, essi, la chiamano “rinnovamento”.  Sarà…

Fuori squadra.
   Rilevo, nel contesto, che le uniche dimissioni sono state quelle di Ubertini dal Senato Accademico. Per quanto non sia così pregnante il potere di gestione (sic!) di un singolo componente del Senato, ha almeno avuto il buon gusto di adottare la prassi che viene richiesta anche in ambito politico a fronte di determinate candidature.
   Gemma più unica che rara in Unibo.

Il partitone, i poteri forti…
   Non è un mistero che Dionigi, prima che diventasse Rettore, fosse stato per 14 anni consecutivi consigliere comunale Pci-Pds-Ds (oggi Pd) e che abbia sfruttato ampiamente il relativo endorsement per la presa di Palazzo Poggi. E’ altrettanto evidente che il partitone, seppure oggi in affanno, è lo stesso che intende gestire la cosa pubblica in termini sempre più manageriali e privatistici ed in modo che si traducano in un potere più diffuso e capillare.
   Disegni di legge, francamente ributtanti, come “La Buona Scuola”, declinata in “Buona Università” nel nostro specifico, che pure sono stati annunciati da Matteo Renzi all’inaugurazione dell’ultimo Anno Accademico, trovano nel nostro ateneo, ancora una volta, pronta ed entusiasta accoglienza da parte del nostro attuale Rettore Dionigi.
   Va da sé che, in tale contesto, l’applicazione dell’altra schifezza renziana, il Jobs Act, è un correlato di particolare importanza.
   Questa è la cifra di lettura politica per il futuro che attende l’Università, ma non solo essa, bensì l’intera cosa pubblica, con il Comune di Bologna in primis, nelle intenzioni del Partito Democratico dei Poteri Forti.

L’Università, non mera Accademia ma collettore politico di diversi interessi.
   E’ un dato di fatto che una grande realtà lavorativa, immobiliare e finanziaria come l’Università di Bologna è di per sé una grande realtà “politica”  nel senso più pieno del termine. Le sue politiche aziendali influiscono direttamente ed indirettamente su una grande massa di attori sociali, economici e… politici!
   Le relazioni tra Ateneo e questi ultimi non si limitano alla trasmissione della Conoscenza Rivelata. Non lo era dal momento della nascita dell’Università e non lo è tanto più oggi.
   Piazzare l’uomo della continuità di Dionigi a Palazzo Poggi è dunque condizione imprescindibile perché poi egli possa presentarsi a Palazzo D’Accursio.
   In soldoni, se Fiorentini, il suo principale collaboratore,  vince la corsa al rettorato Dionigi può presentarsi come il candidato unico del PD, ignorando le primarie, a Sindaco di Bologna.
   La vittoria di Fiorentini, il vero uomo forte della “squadra”,  sarebbe lo sfratto esecutivo di Merola, ancora strenuamente abbarbicato alla poltrona nonostante l’esplicito scaricamento da parte del suo partito, e il contestuale ingresso trionfale come uomo della provvidenza di Dionigi.
   Se la corsa di Fiorentini, invece, si fermasse… anche le attese di Dionigi e del suo principale sponsor PD sarebbero rimesse in discussione.
   Il partitone, ma anche i vari soggetti forti della città, lavorano alacremente per questo.
   Garantirsi la conduzione omogenea di Comune ed Università di Bologna significa avere il controllo politico, economico, finanziario ed immobiliare di almeno metà dell’intera e ancora ricca regione Emilia Romagna.  Un potere davvero vasto.
   Il mega spot pre-elettorale, la kermesse di ReUniOn, (pagata, sembra, circa mezzo milione…!!!), si conclude giusto il giorno prima del primo turno di elezioni rettorali.
   Chissà se sarà il viatico definitivo o l’ultima Caporetto per Dionigi e i suoi successori.

Bologna,  17.06.2015                                 p. Proletaria Vox - Virginio Pilò

Appendice.
Di seguito un approfondimento del profilo di Fiorentini in relazione  ad altri ambiti del territorio con il contributo di  pubblicazioni della stampa locale.

Edilizia.
   Dionigi è l’uomo che sta gestendo il progetto STAVECO in splendida solitudine e in un clima di surreale segretezza.

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/politica/2012/30-agosto-2012/parte-operazione-staveco-sogno-grande-campus-2111618902966.shtml

   Se ne occupa il comitato che il Sindaco e il Rettore Ivano Dionigi hanno da poco costituito e che guideranno da qui in avanti. Nella task force siedono l’Assessore al Marketing Territoriale Matteo Lepore, quello all’Urbanistica Patrizia Gabellini e il Direttore Generale del Comune Giacomo Capuzzimati. I componenti dell’Ateneo, oltre a Dionigi, sono invece il Direttore Generale Giuseppe Colpani, il Prorettore all’Edilizia Emilio Ferrari e quello alla Didattica Gianluca Fiorentini.

Sanità.
   La coppia Dionigi-Fiorentini ha messo da tempo le mani sulla Sanità regionale. Si ricordi che la nomina di Sergio Venturi come Assessore alla Sanità della Giunta Bonaccini è stata salutata come una vittoria di Dionigi:

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2014/12/22/news/bonaccini_vara_la_giunta_e_si_gioca_la_carta_civica_per_curare_il_welfare-103479763/

 
 
 
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