VoceProletaria

UNA GIORNATA COME LE ALTRE


UNA GIORNATA COME LE ALTREdi Nikita Pilò,  01.2014Ho caldo. Sono stanco."Cosa ho fatto ieri?"...Non me lo ricordo.La mensa. Quella signora scorbutica con i capelli rossi e il viso ossuto, che mi spiattella la minestra sul piatto con schifo."Stronza" penso, "sono io a mangiarlo" "tu andrai a casa, al caldo, a mangiarti un gustoso arrosto con la tua dolce famigliola".Quanto odio questa mia invidia.Il cappotto nero, regalatomi dalla Sara, mi fa sudare. Però ci tengo troppo per correre il rischio di perderlo, ma non ho un posto sicuro dove lasciarlo.La barba prude. "Dove Sara finita la lametta?" "Il rasoio non l'ho mai avuto, a parte quando stavo ancora a casa".In realtà, poco mi importa, c'è di peggio del prurito facciale..."Che imbarazzo"...Sono stanco. "Dove vado ora?"È troppo presto per andare a dormire."Dove vado?"Sono in piazza Maggiore, è sempre rimasta uguale in questi 15 anni in cui l'ho vissuta con lei.Sono cambiate le persone, gli stili, i venditori."Peccato che non sia sabato per sentire un po di musica di quello strimpellato che chiamano "Beppe Maniglia".Andrò dalla Sara". La mia ultima delusione. "Dovrei trovarmene un'altra". "So che lei non mi vuole più."Ma è così carino vederla arrabbiare…