Voli Interrotti

S54


Una forte esortazione mi spinge ad uscire nell’inquieta notte lungo le malebolge deserte dei viali alberati (olmispettrali,platani nodosi) e dei selciati lucidi di pioggia e dei lampioni che effondono tremante la luce velata. Odore d’ incenso nell’aria fredda e umida(statica) Dove sono? Io? Ascolto? “Potrebbe tornare, prima o poi”, mormora la mia ombra al muro. “Potrebbe anche succedere. Tu non assillarti: scrivi le tue poesie, spargi la tua quota quotidiana d’inchiostro e leggero tocca il gatto che inarca il dorso, quando passa - languido - sulla scrivania.” Il mio occhio analizza l’ombra impietrita, congelata dal flash della mia instabile attenzione; il mio orecchio avverte la pressione indicibile di un silenzio che non è tanto assenza di suono quanto un abisso ruotante dietro il mio plesso solare. Il cuore, il mio cuore infetto, sta proprio dietro, o giù, da qualche parte. “Non direbbe certo ti amo. Non ora, né mai.” Pertanto mi limiterei ad una veloce stretta di mano e ad un vattene considerato in silenzio. Sulla superficie dello specchio c’è un'incrinatura. La fine è inevitabile.