Ultimi Commenti


 
mi_chiamo_aria
mi_chiamo_aria il 18/04/06 alle 12:59 via WEB
Resisti...prima o poi l'Amore arriva! Buona giornata Aria

 
Leo.Ne74
Leo.Ne74 il 18/04/06 alle 11:44 via WEB
Ciao Aria e Buona Pasqua anke a te...seppur in ritardo... ...non si può non condividere il tuo pensiero, ma il mio dubbio è altrove, ma esiste davvero qualcosa di più, o sono soltanto io ke continuo ad idealizzare i sentimenti e cerco ciò ke in realtà non esiste... e magari così facendo getto via qualcosa di importante, semplicemente per inseguire un sogno che forse non si realizzerà mai... Sto facendo semplicemente l'avvocato del diavolo di me stesso... tanto cmq andrà nell'amore vero alla fine ci credo... e quindi riprenderò la mia solitudine come già fatto tante volte e ricomincerò sognare... almeno finkè avrò la forza di farlo.

 
mi_chiamo_aria
mi_chiamo_aria il 16/04/06 alle 11:20 via WEB
Resto dell'idea che è meglio una sana solitudine che una mediocrità condivisa! Ti auguro d'incontrare presto quello che desideri... Buona Pasqua...Aria

 
rita72dgl
rita72dgl il 04/12/03 alle 12:13 via WEB
non ci scrivi + niente? e noi curiosoni come facciamo?

 
Chanel_1
Chanel_1 il 30/10/03 alle 00:39 via WEB
Giocare è bello, piacevole, divertente e utile. Con il gioco i bambini imparano, crescono, sviluppano le loro capacità. E anche “da grandi” giocare fa bene, libera l’anima, aiuta il buonumore, arricchisce la fantasia. La vita senza gioco non sarebbe solo più noiosa, ma anche più povera di valore e di significato. Se l’internet fosse solo un grande giocattolo, meriterebbe di esistere per quel motivo. Ma è anche tante altre cose. Un bambino deve imparare (fin dall’infanzia – e sempre più mentre cresce) che la vita non è tutta un gioco. Che bisogna essere pronti a incontrare la realtà. Talvolta bella, interessante, stimolante. Ma anche difficile, faticosa o pericolosa. Un personaggio in un cartone animato può cadere in un precipizio senza farsi male – o in un videogioco può rinascere mille volte. Un bambino che stesse sempre davanti a un computer (o a una consolle, o a un televisore) e non si sbucciasse mai un ginocchio cadendo dalla bicicletta sarebbe un bambino scemo e poco capace di muoversi nel mondo in cui vive. Il gioco è “virtuale”. È vero che in rete non ci possiamo toccare (né per abbracciarci né per prenderci a botte). Ma il dialogo è reale, diretto, umano e concreto. L’informazione e lo scambio (di idee, opinioni o sentimenti) sono elementi essenziali di ogni cultura umana. È vero che gran parte della “comunicazione di massa” è sempre più lontana dalla realtà, sempre più persa nell’autocontemplazione di minuscoli salottini frequentati dai soliti quattro gatti. Ma immaginare che sia quello il mondo in cui viviamo può essere un’illusione molto pericolosa.

 
Chanel_1
Chanel_1 il 16/10/03 alle 23:46 via WEB
bè che dire?bentornato Leo.Ne ;0)

 
Chanel_1
Chanel_1 il 07/10/03 alle 21:28 via WEB
sono esausto,è una settimana che dormo solamente 2 ore per notte :0(

 
Chanel_1
Chanel_1 il 05/10/03 alle 21:05 via WEB
ehi Leo.Ne,non dirmi ke sei a letto con l'influenza anke te,ciao a presto

 
Chanel_1
Chanel_1 il 03/10/03 alle 00:40 via WEB
Morente, il sole va spegnendosi alle spalle dei monti, che, immortali, si stagliano all'orizzonte... le ombre si distendono sulla città... sempre più indefinite, svaniscono perdendosi nell'oscurità... alcuni canti popolari come in una nenia accompagnano l'arrivo della luna che piena di sé brilla di luce riflessa... intanto le stelle iniziano la propria veglia sulla popolazione che, rassegnata, trascina le proprie speranze, tra decine di incubi, sotto le coperte... stanco, un altro giorno muore nella savana africana portando con se centinaia di bambini, donne, uomini che non lo vedranno più splendere... centinaia di persone che, forse, non hanno neanche avuto la possibilità di vivere un giorno senza agognare il buio della morte... un altro sole domani sorgerà per baciare poeticamente tutti... ma poco importa a quelle persone... un giorno muore, centinaia di vite con lui... ma... perché? Troppo poco quello che c'è... troppo poco anche per vivere di stenti... migliaia di immagini di povertà, di miseria, di ingiustizia si incrociano nei miei pensieri più intimi, si scontrano con i miei valori più forti: come è possibile che qui si sprechi, tanto è il benessere, e lì si muoia, tanto è la miseria? Può essere solo fatalità? Non credo proprio... non credo alla fatalità... perché prima finanziate guerre e poi associazioni umanitarie per rimediare ai vostri delitti collaterali? Perché state facendo di questo Stato una gabbia? Perché volete soltanto stare a galla invece di entrare in profondità nelle questioni? Perché chiamate ''civile'' questa società barbara? Perché? Siamo stati noi schiavi del padrone a rendere realtà tutto ciò... e non vi basterà un manganello per impedirmi di denunciare questo, perché ho già imparato a cadere... e sono stanco di sentirmi dire ''non ho tempo''... e non vi basterà farmi vedere i vostri faziosi telegiornali di regime, perché ho imparato a distinguere il vero dal verosimile... ma soprattutto ho imparato ad avere uno spirito critico... una coscienza che non mi faccia cadere nei vostri intrighi... che mi faccia capire il silenzio delle cose non dette e il silenzio delle cose nascoste... delle cose insabbiate... e di quelle per sempre dimenticate... una coscienza che non mi faccia seguire verità che portano a strade chiuse... a bivi inesistenti, a domande inutili... Ci dite che questa generazione è senza ideali, quasi con istinti animali... ci dite che non crediamo in nulla, neanche nei miti eterni, negli eroi classici, nella patria... ma non ci dite che siete stati voi a uccidere tutto ciò, non ci dite che avete ucciso tutto ciò che era puro... così predicando al vento, non vi siete accorti che è giunto ormai il tempo di remare contro tutto ciò che è falsità, abitudine o paura, contro il mito della bello, contro il mito della fatalità, contro il mito della razza... non vi siete accorti che questa generazione (da voi banalizzata, insultata, derisa), è pronta e preparata ad un mondo che verrà da un esigenza ''no-global'' appena nata e da un sogno che viene da lontano: l'uguaglianza dei popoli... non vi siete accorti che questa mia generazione già lotta per un futuro che verrà da una ''rivolta senza armi'', che verrà da uno scontro di ideali... che verrà da un movimento che sarà trasversale a tutte le politiche... da un movimento che si imporrà per verticalità rispetto all'orizzontalità del Sistema... che verrà da un movimento che arde e freme, che verrà come un colpo di coda... Mi sono stancato di sentirmi dire da voi quali siano i miei sogni, di sentirmi dire cosa devo pensare, chi devo votare, chi devo pregare... mi sono stancato di vedere persone che non hanno la possibilità di vivere come me, di sentirmi dire che se loro avessero le nostre possibilità, noi non potremmo avere i nostri vantaggi... ma chi se ne frega dei miei vantaggi quando continenti interi muoiono di fame! Mi sono stancato dell'ipocrisia che regna su tutto ciò che è politica, di chi stà sempre dalla parte della ragione e mai dal torto, mi sono stancato stancato di voi, miei cari Alfieri... Esiste un'ideale per cui battersi e morire, senza perdersi nel fumo delle ciminiere delle nostre città, ed è il desiderio di vedere un mondo a colori e fatto di colori... credo che le cose possano cambiare, credo in un mondo diverso... un mondo dove non esita più la distinzione tra nord e sud, tra occidentale e orientale... un mondo nel quale le diversità saranno punto forte delle società e non punto di scontro... essere uguali nella diversità, questo è il mondo che voglio! Voglio sentire il calore del confronto, voglio la crescita del confronto, voglio lottare per tutto ciò... è dura non seguire le leggi del branco, ma chi lo fa dopo si sentirà libero... Domani, un altro sole sorgerà... insieme a lui migliaia di bambini in tutto il mondo... diamogli una speranza... una speranza appena nata... non è una cura, ma un nuovo ideale rinato: l'uguaglianza tra i popoli...

 
Chanel_1
Chanel_1 il 03/10/03 alle 00:25 via WEB
Abbandonato a tre anni, sulla strada, dalla madre; inchiodato per due anni a un letto di ospedale, a causa delle botte ricevute dal padre: l'infanzia di Tim è un inferno di rabbia e odio, in un alternarsi di riformatori, famiglie affidatarie e istituti. A 12 anni comincia a vivere sulla strada, e lì è una lotta quotidiana contro la fame, il freddo, i cattivi incontri. Poi il pugilato, dove riesce a emergere e ad acquistare un po' di rispettabilità. Ma dentro di lui brucia l'odio e cresce il desiderio di vendetta contro il padre. Saranno l'incontro con un sacerdote e l'amore di una donna a cambiare radicalmente la sua vita. "Sono sopravvissuto grazie a tre sogni: uscire dal riformatorio dove ero stato messo, diventare capobanda, uccidere mio padre. Sogni che ho realizzato. Tranne il terzo per un pelo... Per anni è stata la fiamma della vendetta a darmi la forza di vivere. Ho fatto uno sforzo micidiale per non immobilizzare certe persone nel dolore che mi hanno inflitto. non voglio impedir loro di cambiare. Hanno il diritto di sorprendermi. Rendo queste testimonianze solo dopo la morte di mio padre che volevo uccidere e che ho imparato ad amare nel momento in cui stava varcando le porte del Grande Passaggio. Che riposi in pace. E' a queste persone che la società rifiuta, i deboli, gli storpi, gli handicappati, gli -anomali-, che devo la vita. e una formidabile lezione d'amore. Non ho che una paura: quella di non amare abbastanza Porto la testimonianza che il perdono è l'atto più difficile da compiere. Il più degno dell'uomo. Il mio combattimento più bello. L'amore è il colpo finale. Ormai cammino sul sentiero della pace. Chi può prometterti che non avrai più paura? La paura è un viticcio. Ti attanaglia il corpo, il cuore, l'anima, ti perfora, ti trafigge ogni cellula. non si sceglie di avere o non avere paura: spunta all'improvviso e ti afferra alla gola." "Certi sguardi mostrano l'eternità. Nascosti dentro i nostri bauli segreti, questo tesori abbandonati si risveglieranno nell'ora del dubbio. Non dimenticherò mai la straordinaria bellezza e la dignità di quella donna." "Lo scorso giovedì ho perso la lotteria dell'amore. Questo venerdì ho vinto alla tombola della disperazione" "La cosa più dura, in un'infanzia ferita, è dovere sembrare più grande, più forte, più maturo di quanto si è in realtà. Quando si ha solo l'età per essere bambini. mettersi sulle spalle fragili la giacca quotidiana della violenza, quando si vorrebbe portare il mantello della tenerezza" "L'uomo può modificare il suo destino? Materia di riflessione per una laurea in filosofia. Il bambino senza famiglia non si pone la domanda: risponde con la vita, la rabbia e la disperazione. E modifica il proprio destino. [...] Colui che non conta per nessuno non si regge la testa quando cade. Non si lamenta, non si scioglie in lacrime. Si rialza e riparte animato da nuova violenza" "Ho dodici anni e qualche mese. ho appena scoperto la perversità dell'uomo, ciò che può arrivare a fare per insozzare e degradare i propri simili. ho sentito l'artiglio del dolore entrarmi nella carne, penetrarmi. E' andato oltre il corpo, mi ha ferito l'anima, un giardino segreto per me, ancora puro. gelato, sbalordito, non ho potuto chiedere aiuto. Tuttavia, dentro di me, nel più profondo di me, là dove non ci sono più parole, ho gridato aiuto. ho gridato a un essere onnipotente che venisse a liberarmi dall'orrore. Non è venuto. Non è venuto nessuno." "Ho già avuto tutto, giovanotto. Avevo una casa, un'automobile di grossa cilindrata, avevo tutto quello che un uomo può sognare di possedere. E allora? Sono tutte sciocchezze, mio giovane amico. Sciocchezze! Vanità. Sono sicuramente più felice nel mio vagone a cinque stelle, vestito con il mio cappotto di cachemire con ventilazione incorporata. Di che cosa ho bisogno oggi? Di un po' d'amicizia... Una cosa che i soldi non possono comprare!"
 
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