Il Vomero

Digiuno e preghiera per i governanti


di Gennaro CapodannoMolto blando l’appello del cardinale Sepe, di fronte alla grave situazione che attanaglia il capoluogo partenopeo, che se la cava con l’invito ai napoletani di pregare e di digiunare. Il Presule ignora, anche perché da poco è diventato il nuovo inquilino della Curia partenopea, che molti napoletani pregano da sempre rivolgendo le loro istanze a San Gennaro, e digiunano spesso solo perché non hanno neppure il necessario per sfamarsi. Dall’Arcivescovo mi sarei aspettato interventi ben diversi. Un’analisi critica anche verso la Chiesa napoletana che, fatte salve sporadiche eccezioni, che si possono contare sulla punta delle dita di una mano, è poco presente tra la gente napoletana ed i suoi problemi. Penso al mio quartiere, il Vomero, dove le chiese, tranne che nei giorni festivi per le cerimonie liturgiche, sono quasi sempre chiuse, e alla mancanza d’iniziative valide per i giovani ma anche per la folta popolazione anziana. L’invito alla preghiera e al digiuno va certamente bene per gli attuali governanti di Napoli e della Campania, tanto pessimi da consentire persino il ritorno alla ribalta dei mass media delle “vecchie glorie” di Tangentopoli, che, insieme a loro, hanno ridotto la Città e la Regione in condizioni che, definire da medio evo, è eufemistico. A loro la preghiera potrà servire nel tentativo di acquisire qualche benemerenza quando dovranno essere giudicati dal Supremo, nella speranza di attenuare le pene per le tante nefandezze commesse. Quanto al digiuno non farà loro male per compensare le tante “abbuffate” che hanno caratterizzato la pessima gestione di tutti i comparti della vita pubblica, a partire dall’ “affaire monnezza”, tanto per citare l’esempio più eclatante, che non è però l’unico.