Creato da newcolors il 11/05/2006

Specchi dell'anima

Chi sei? Scommetto che non lo sai...

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Post N° 180

Post n°180 pubblicato il 20 Luglio 2007 da newcolors

Il mio dolore

è una lama sottile

che trafigge il fiato.

Invisibile,

muto

straripa nella gola

fino a soffocarmi

ed io non oso dire una parola.

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Post N° 180

Anonimo il 20/07/07 alle 20:46 via WEB

dipende...

Rispondi

Anonimo il 21/07/07 alle 00:08 via WEB

Da cosa? Newcolors

Rispondi

Anonimo il 20/07/07 alle 21:42 via WEB

Lone è con te . non dimenticarlo mai... Hai la mia comprensione totale

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Anonimo il 21/07/07 alle 00:08 via WEB

Grazie... spero che abbia capito... Newcolors

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Sylvia.P il 21/07/07 alle 07:33 via WEB

Succede che il dolore ammutolisca. Mi viene in mente il quadro di Munch, l'Urlo. Bisogna farlo uscire, quell'urlo. Mi piace pensare che la vita sia sempre quel punto semovente e fragile che si instaura tra le proprie speranze (sovraccarico di incoscienza, di sogno) e di paure (abuso di coscienza, di "pesantezza"). Bisogna volersi bene.. incluse le proprie paure.. se ci sono significa che hanno qualcosa di importante da segnalarti (e si possono superare) Sbaciukk, Frida.

Rispondi

newcolors il 21/07/07 alle 12:01 via WEB

Il mio dolore mi sfianca. Per questo è muto. Non ho la forza e non dico. Cerco di volermi bene. Di far luce sule mie paure - perchè vorrei vederle in faccia - e di dar vita alle mie speranze... che sinceramente ancora non conosco bene... Grazie Frida. Bacione

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UnaVocenelVent0 il 25/07/07 alle 17:40 via WEB

il dolore dell'anima è così...ed è simile a sè stesso...in ogni situazione...

Rispondi

Anonimo il 26/07/07 alle 09:03 via WEB

Sì, ma alla sofferenza c'è sempre una ragione. Ed io stò per scoprirla. Grazie Voce, ciao. Torna a trovarmi. Newcolors

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“Non mi seccate.

Sono un uomo libero. Ho bisogno della libertà, ho bisogno di star solo;

ho bisogno di rimuginare fra me e me le mie vergogne e le mie tristezze, di godermi il sole e i sassi della strada senza compagnia e senza discorsi, con la sola musica del mio cuore.

Cosa volete da me?

Quel che io voglio dire lo stampo; quel che voglio dare lo dò.

La vostra curiosità mi fa stomaco; i vostri complimenti mi umiliano; il vostro tè mi avvelena.

Non debbo nulla a nessuno e ho da fare i miei conti solo con Dio, se esiste”.

Henry Miller, Tropico del cancro.