Creato da newcolors il 11/05/2006

Specchi dell'anima

Chi sei? Scommetto che non lo sai...

 

 

« Messaggio #171Messaggio #173 »

Post N° 172

Post n°172 pubblicato il 06 Luglio 2007 da newcolors

Stamani: un altro appuntamento.

Devo raggiungere la mia scuola elementare perchè ho un incontro con una coordinatrice che mi procurerà tutte le fotografie e ai filmati della mia infanzia.

Arrivo in ritardo per contrattempi vari ma mi faranno accedere comunque all'archivio: le persone che sono presenti cominciano a guardarsi in modo strano; si chiedono chi debba accompagnarmi... poi un ragazzo mi dice che mi porterà lui... gli altri non gradiscono avvicinarsi alle sale degli archivi perchè sono vicino alle catacombe....

Mi impaurisco. Date le facce degli altri, chiedo se c'è qualcosa di strano... Il tizio mi dice che da quelle parti potrebbe verificarsi qualche inconveniente... qualche visitina... : Nelle catacombe sono sepolti solo i bambini morti che frequentavano la scuola... Comincio a fargli altre domande... Voglio sapere cosa è conservato negli archivi ma, a questo punto, mi chiedo se ne valga veramente la pena... Mi dicono che ci sono documenti, filmati, quaderni, registrazioni di recite, feste di ogni bambino che abbia studiato lì.

Ok, sono quasi convinta... poi gli chiedo però se almeno è sicuro che non accada nulla di troppo pericoloso... Mi risponde che lì è un pò buio, che potrebbe sentirsi qualche voce strana, o avere la visita di qualcuno... Poi aggiunge che nelle catacombe sarò sola perchè lui mi andrà oltre la porta.

Firmo i documenti per entrare, carte e fogli vari, pago qualcosa.  Mi danno una  ricevuta in cambio: sopra c'è un numero 12/12. Penso: la mia data di nascita... che strana combinazione... Qualcuno sussurra che non è di buon auspicio...

Tentenno un pò, sono impaurita, confusa... faccio due passi nella sala d'aspetto...  Vedo delle porte aperte. Mi affaccio in una di queste stanze: ci sono due persone piegate su un cavallino: con freddezza riesco a guardare qualche secondo, il tempo di realizzare quello che stanno facendo. Rimango impietrita. Immobile sulla porta. 

Esco e penso a cosa ho appena assistito.

Il cavallo (piccolo) aveva le zampe legate. Era scuoiato. I due che gli erano accanto si stavano dividendo le parti: coscia, petto, orecchie, zampe. Lo stavano facendo a pezzi per congelarlo e mangiarlo. Ma i suoi occhi erano ancora vivi, lucidi e tondi; ho davanti a me l'immagine delle sue palpebre che si chiudono a rallenty in attesa di non soffrire più.

Sono distrutta. Rimango in silenzio con me stessa a pensare a quanto si possa essere insensibili di fronte alle sofferenze di un altro essere vivente. Mi siedo. Nel frattempo i due escono dalla stanza. Domando loro perchè prima di torturarlo così non lo abbiano ucciso...  si guardano come per ridicolarizzarmi... sghignazzano una sorrisino ignorante... sorpresi che mi preoccupi di una bestia.

Torno dal mio accompagnatore. Ho delle perplessità. Voglio sapere se ci sono altri documenti da poter guardare senza entrare nelle catacombe: mi risponde che esistono gli archivi fotografici in stanze sicure (anche alla luce) attigue alla libreria della scuola. La differenza  fra il materiale conservato nelle catacombe  è che lì ci sono tutti i filmati della scuola... Nelle altre sale invece, ci sono fotografie. Mi convinco che mi bastano quelle.

Ci andiamo. Nel tragitto rivedo il giardino della scuola, i luoghi in cui provavo a trattenermi più a lungo durante la ricreazione... il campo da pallacanestro (pensai alla finale che vide mia nonna. Dovette rimanere in piedi per tre/quattro ore,  in prima fila; quello era l'evento dell'anno: la presentazione delle squadre, dei giocatori, la partita e la premiazione (vinse la mia squadra!)... Dopo si era lamentata per tutto il tempo che era dovuta stare in piedi (ma forse si lamentava perchè i miei genitori non erano lì al posto suo... ); mi aveva riempito di complimenti... In quel momento, per un attimo ho ricordato la sua voce che tifava per me, il suo "vai vai". Mi ricordo che l'avevo riconosciuta in mezzo a tutte le altre. Non avevo paure allora... ed ero contenta che lei fosse venuta a guardarmi. C'era solo lei. Avevo otto anni e mezzo).    

Attraversiamo il giardino: è fresco, verdeggiante, selvaggio; non è ordinato, non è un giardino progettato... ci sono anche piante selvatiche oltre al prato, forse selvatico anche quello... sembra un rifugio, un angolo di una foresta verde: il sole vi entra a fasce; ci sono gruppi di piante verdissime ed alte.. meno fiori.. ma comunque bello... Oltrepassiamo il giardino ed arriviamo alla palestra... ho la sensazione che ripercorrere quei luoghi sia come entrare in un film, il film che avevo vissuto dall'80/81 all'85/86: sì, non sbaglio. Il tizio mi conferma che è un altro tipo di archivio... come un archivio virtuale: vedo i  bambini che facevano il corso con me... gli istruttori, le altre maestre (cerco la mia e chiedo informazioni di lei... ma non la ricordano). Tutto è rimasto come in quegli anni: stò solo ripercorrendo una parte del mio passato e tutti quelli che incontro non possono vedermi. Poi vedo una bambina insieme ai compagni... in fila per due... sorride agli amici, è vivace, chiacchiera molto ma il suo sguardo è malinconico: sono io.         

 
Rispondi al commento:
luce_riflessa
luce_riflessa il 10/07/07 alle 09:27 via WEB
sognai caronte...in preda alle convulsioni dell'astinenza...era vestito da hippie. petali e baci.
 
* Tuo nome
Utente Libero? Effettua il Login
* Tua e-mail
La tua mail non verrà pubblicata
Tuo sito
Es. http://www.tuosito.it
 
* Testo
 
Sono consentiti i tag html: <a href="">, <b>, <i>, <p>, <br>
Il testo del messaggio non può superare i 30000 caratteri.
Ricorda che puoi inviare i commenti ai messaggi anche via SMS.
Invia al numero 3202023203 scrivendo prima del messaggio:
#numero_messaggio#nome_moblog

*campo obbligatorio

Copia qui:
 

L'AMAZZONE

“Non mi seccate.

Sono un uomo libero. Ho bisogno della libertà, ho bisogno di star solo;

ho bisogno di rimuginare fra me e me le mie vergogne e le mie tristezze, di godermi il sole e i sassi della strada senza compagnia e senza discorsi, con la sola musica del mio cuore.

Cosa volete da me?

Quel che io voglio dire lo stampo; quel che voglio dare lo dò.

La vostra curiosità mi fa stomaco; i vostri complimenti mi umiliano; il vostro tè mi avvelena.

Non debbo nulla a nessuno e ho da fare i miei conti solo con Dio, se esiste”.     

Henry Miller, Tropico del cancro.

 

FACEBOOK

 
 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: newcolors
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 49
Prov: EE
 

All'interno del Profilo e sopra:  

Le due Frida,  Frida Kahlo, 1935

 

DIRITTI D'AUTORE

Questa opera è pubblicata sotto una

 Licenza Creative Commons 

.

Attenzione: tutto il contenuto di questo blog è protetto da copyright

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/

.

informativa

http://infouma.di.unipi.it/corsi/Simi/2004/progetti/pizzanelli/tutelaweb03.html

 

AREA PERSONALE

 

ULTIME VISITE AL BLOG

psicologiaforenseumamau0cassetta2WIDE_REDmarcvallbal_zacunamamma1lupa_78adoro_il_kenyaELLETI82fashionalixgiulik.38strong_passionfalco58dglbabi1970
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 8
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963