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Stanotte ho sognato che morivi.
Per difenderti dai un gruppo di ragazzini aggressivi... per sbaglio, ne uccido uno.
Andiamo via senza rendercene conto, pensando che sia solo svenuto.
Ma poi, poco dopo, capiamo che a seguito di quel litigio, altri ragazzi, per vendetta sono stati uccisi.
Tu vuoi capire cosa stia accadendo in città e cominci ad occuparti del caso: ricostruisci la storia ed intuisci che forse, proprio io, per difenderti, seppur involontariamente ho ucciso un bimbetto di 10 anni con un calcio... dando il via ad una serie di vendette tra bande....
All'improvviso, prendi atto anche dell'ultimo ragazzino morto "caduto inavvertitamente da una rupe".
In città non si parla di altro e mentre tu sei su quella rupe ad indagare, io mi intrattengo con una signora a parlare della crudeltà che dilaga nella nostra società. Nascondo tutto a tutti e spero di riuscire a cavarmela... del resto eravamo stati aggrediti e non avrei mai voluto ferire nessuno...
Conservo il segreto sperando che anche tu non te ne renda conto... anche se continui ad indagare. C'è solo un indizio che potrebbe venir fuori: una mezza mela morsa da me è rimasta impigliata vicino ad una roccia e quindi potrebbe essere analizzata... in quel modo potrebbero risalire a me...
All'improvviso si sente un tonfo.
Non capiamo cosa sia... Dopo qualche minuto dirompe un urlo: è stato trovato un altro cadavere nei pressi della rupe.
Realizzo immediatamente che sei tu. Impazzisco di dolore e grido diperata: ti sei buttato dalla rupe quando hai dedotto che litigando con il ragazzino nell'intento di difenderti, io l'ho ucciso.
Sono distrutta.
Mi sveglio.
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L'AMAZZONE
“Non mi seccate.
Sono un uomo libero. Ho bisogno della libertà, ho bisogno di star solo;
ho bisogno di rimuginare fra me e me le mie vergogne e le mie tristezze, di godermi il sole e i sassi della strada senza compagnia e senza discorsi, con la sola musica del mio cuore.
Cosa volete da me?
Quel che io voglio dire lo stampo; quel che voglio dare lo dò.
La vostra curiosità mi fa stomaco; i vostri complimenti mi umiliano; il vostro tè mi avvelena.
Non debbo nulla a nessuno e ho da fare i miei conti solo con Dio, se esiste”.
Henry Miller, Tropico del cancro.
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