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KUNG FU 3


D'altro canto, nella Cina Popolare, a partire dall'avvento del comunismo, quando si parla di wu shu si intende spesso il wu shu moderno, una disciplina sportiva che pone enfasi sull'estetica del movimento e sulla prestazione ginnica, più che sull'aspetto marziale.
 A livello popolare, i termini wu shu e wu i sono considerati più dotti e accademici, mentre, d’altra parte, nel linguaggio comune capita di indicare la pratica del kung fu con ta ch'üan, che letteralmente significa “colpi di pugilato”, ma in senso esteso indica appunto l’allenamento delle arti marziali.
Il kung fu è primariamente un modo di combattere di origine cinese; per millenni, e nelle più svariate condizioni storiche e sociali, i cinesi l'hanno utilizzato per lottare, conquistare e difendersi, non di rado anche a scapito delta vita. Un'arte marziale che sia veramente tale deve fornire i mezzi per vincere in uno scontro, di qualunque tipo esso sia. E per millenni gli stessi cinesi hanno cercato il modo più efficace di pervenire a questo risultato. L'abilità degli antichi praticanti è divenuta giustamente leggendaria, a nella maggior parte dei casi il livello attuale è ben lontano da essa. Ciò non toglie che ancora oggi i vari stili tradizionali di kung fu rappresentino un metodo di combattimento di notevole efficacia. Efficacia che, tuttavia, si rivela alto studente solo dopo un periodo piuttosto lungo, variabile a seconda delle attitudini individuali, di pratica assiduaLe tecniche di combattimento, infatti, devono essere praticate ripetutamente per innumerevoli volte, finché non entrino a far parte delle reazioni inconsce e istintive dell'allievo; solo allora non ci sarà più spazio tra l'attacco dell’avversario e la propria, precisa, reazione, perché non ci sarà bisogno di ricorrere ai lenti processi della mente razionale per pensare al da farsi.
Tutto accadrà spontaneamente e il tempo e lo spazio muteranno di significato, al servizio dell'ineluttabile vittoria del guerriero kung fu. Infine l'uomo diventerà il kung fu. Ecco perché si dedica molto tempo all'allenamento quasi ossessivo delle forme e delle tecniche di base, create secondo il principio della massima utilità. Al principiante occidentale può sembrare di perdere del tempo in posizioni assurde, soprattutto se confrontate con sport da combattimento più recenti; sono solo, in realtà, chiavi di  accesso a una realtà più profonda. Per costruire un castello, si dice nel kung fu, ci vuole molto tempo a lavoro, ma sarà poi assai difficile da abbattere, mentre per costruire una casa ci vuole meno tempo, ma essa crollerà molto più facilmente. 
 Le arti marziali cinesi sono state nei secoli codificate seguendo le leggi delta natura, della fisica, secondo una precisa conoscenza del corpo e dello spirito umani. Questo ci porta a considerare un secondo aspetto delta pratica del kung fu, quello salutare. Sarebbe oltremodo stolto divenire bravissimi nell'evitare di essere danneggiati da un avversario per poi autodanneggiarsi con una pratica scorretta.Considerazioni come queste portarono probabilmente il grande, mai dimenticato maestro Chang Dsu Yao ad asserire che il kung fu è per un 30% autodifesa a per un 70% salute.