GLI AMICI E I NEMICI

La scuola


Scuola; Oggi sciopero generale contro Dl: lezioni a rischioNon sarà uno sciopero generale come gli altri quello che oggi si appresta a vivere il mondo della scuola per chiedere il ritiro dei decreti sull'istruzione ed aprire un tavolo di confronto con le parti sociali: l'invito ad astenersi dal lavoro da parte di tutte le maggiori sigle sindacali di categoria ed il particolare momento di contestazione generalizzato per la politica di tagli intrapresa dal Governo comporterà con ogni probabilità interruzioni all'attività didattica e la chiusura di molti istituti.Ora mi chiedo e vi chiedo:Il governo si è sbrigato ad fare questa legge,ma ha mai spiegato perchè?quali risultati può dare?famiglie e studenti che beneficio avranno?perchè dopo tante proteste il governo non ha mai risposto con una spiegazione logica e convincente?nessun politico del governo è andato in nessuna trasmissione televisiva a difendere questo decreto,ma solo a solo per ridurre al minimo i danni senza replicare mai con con argomenti convincenti.Si doveva fare e BASTATipico di questo governo.L’Italia è diventata una repubblica privata e presidenziale, comanda Testa d’Asfalto in nome e per conto dei poteri che lo hanno messo lì, in loro rappresentanza."La situazione dell'università è già una situazione disastrosa da molti anni, peraltro la Gelmini non ha tutte le colpe che le vengono date perché la Gelmini sta solo ultimando un percorso iniziato con l'ex ministro Ruberti e che va sempre più verso la privatizzazione dell'università e la sua trasformazione in impresa.
E' una riforma che applicata darebbe risultati disastrosi probabilmente, al di là delle intenzioni dello stesso ministro Gelmini i risultati sarebbero ugualmente disastrosi. Io provo immaginare cosa significa privatizzare le nostre università con capitale di banche e di imprese. Questo significherebbe smobilitare una serie di facoltà che ovviamente non interesserebbero. Penso ad esempio alle facoltà umanistiche dove sopravviverebbero si e no, una fettina di giurisprudenza ed una di economia, qualche pezzettino di scienze politiche, al massimo una scuola di interpreti e traduttori perché di una facoltà come letterature straniere non ce ne fregherebbe assolutamente nulla, in un quadro di università d'impresa.