SocialNetworking 3.0

Facebook e Twitter: "Il profitto? Non ci interessa. Per ora"


Nonostante la crisi economica, fare soldi non è la preoccupazione più immediata di due dei principali operatori del web 2.0: Facebook e Twitter. I top executive delle due società hanno dichiarato che non si stanno occupando di mettere a punto un modello di business profittevole, perché per ora sono interessati molto di più a far crescere i rispettivi siti e i servizi forniti agli utenti.Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di Facebook, ha spiegato che nell'ultimo anno i 700 dipendenti della sua società si sono focalizzati appunto sullo sviluppo del sito, che è passato da 50 a 130 milioni di utenti attivi, ed è ora disponibile in più di venti lingue, tra cui l'italiano. "La crescita del sito è l'aspetto più strategico per noi, molto più che la crescita del fatturato - ha detto Zuckerberg -: questo però non vuol dire, come dicono alcuni, che non stiamo pensando a fare soldi: abbiamo migliaia di inserzionisti che sono interessati a lavorare con noi e a raggiungere i nostri utenti".Nel dibattito che ha seguito l'intervento, Zuckerberg ha detto che Facebook sta facendo progressi nel vendere i suoi 'social ads', che 'diffondono' le azioni di un utente sul sito, come comprare un prodotto o recensire un film, a tutta la sua rete di amici, abbinandoli a messaggi pubblicitari attinenti.Questo servizio, noto inizialmente come 'beacon', aveva provocato l'anno scorso molte polemiche, tanto che Facebook ha dovuto aggiungervi un'opzione di cancellazione attivabile dal singolo utente (opt-out). Molti tuttavia ritengono il modello dei social ads fondamentale per il futuro di Facebook: "Fare pubblicità sul Web mandando alle persone dei messaggi non funziona molto: è molto più efficace cercare un'interazione con l'utente".Mentre le opportunità di 'fare soldi' per Facebook sembrano chiare, molto meno immediate appaiono quelle di Twitter, il sito che ha inventato il 'micro-blogging', basato sullo scambio di messaggi brevi. Sollecitato dalle domande dopo il suo intervento al Web 2.0 Summit, il responsabile prodotti Evan Williams ha candidamente risposto: "Molti pensano che per noi dovrebbe essere un problema assolutamente prioritario, ma per noi non è così: non ci siamo ancora concentrati su di esso e non sappiamo come potrebbe funzionare".Williams ha però aggiunto che su Twitter potrebbero presto apparire dei 'negozi virtuali', e che realtà come Dell, JetBlue e Comcast hanno iniziato a comunicare con gli utenti di Twitter. In Twitter, l'utente deve volontariamente aderire all'invito di un altro utente per interagire, per cui se quest'ultimo è un'azienda, l'adesione significherebbe che l'utente è davvero interessato al prodotto. Molte imprese, ha aggiunto Williams, stanno anche valutando se utilizzare Twitter come meccanismo interno aziendale di collaborazione e comunicazione. "Il nostro modello è one-to-many, e completamente volontario, e molti utenti sono disposti a ricevere marketing focalizzato sui loro interessi: quindi c'è del valore commerciale, e non penso che sarà difficile trovare modi per fare soldi".Al Web 2.0 Summmit di S. Francisco i top manager di due dei massimi operatori del settore spiegano che per ora la loro massima priorità è l'espansione dei loro siti, sarà vero?Tratto da Computerworld del 24 Novembre 2008.