WORD'U

Redingote Seppuku


 
Berlin. Friedrichshain 2003. Tobias fiutaun pò di colla da falegname. Mi vieneda ridere: nell'organismo si è sbattutodi tutto e ora viene a ricercare un po'della vita infantile con questa trovata.Fa il pianista alla Filarmonica di Charlottenburg e gli parlo mentrenavighiamo tra graffiti e case occupate.Mi racconta di suo padre scappato quando Lui aveva dieci anni, il sacchettodi plastica gli si gonfia intorno alla boccapoi lo rilascia. Ha mollato tutto:cocaina,smack, cristalli di crack, lsd, ecstasy e speed. Tutto per ritrovarsi bohémiennecon la sua colla o sniffando le parti internedei modellini di aerei. "Sarà, Tobias, unbisogno di ritornare a quando giocavi con tuo padre, se lo ha mai fatto?". Lui soffianel sacchetto bolso poi tira fuori la bocca.è in tiro perfetto, pantaloni a coste di velluto,cardigan, capelli biondi corti scriminati da una parte, scarpe Prada e calzini Washington,camicia Rosière e cintura Diesel. Eppure non posso fare a meno di catturarlo bambino solocon i suoi tanti balocchi e un bisogno infinitodi attenzione da parte di qualcuno che somigliasse a un maschio autorevole. "E Tu,Georg?". Sorride deformato mentre insuffla."Io ho avuto un papà semplicemente assente,nemmeno un cattivo diavolo, c'era ma non c'era."Prendiamo Zellestrasse fino a Forckenbeckplatzcon il suo parchetto, ci sediamo su una panchina,transita qualche passante che se ne frega, mentreTobias continua a colmarsi i polmoni di ossigenoincrostato a merda. L'aria della Città si fa sottile,sento l'esigenza di un parapluie perché tra pocodiluvierà. E mi metto a piangere silenziosamentecon il groppo alla gola: lo stesso che di lì a qualchegiorno avrebbe strozzato Tobias, con più forzae il marchio di un qualche suicidio rituale a mesconosciuto.