WORD'U

UNA ROCCIA SUL MARE


Ha sempre lo stesso profumo qui il vento, sul mio scoglio di roccia; il golfo dei poeti, il mare turchese e azzurro che brontola e risacca quattro metri sotto i miei piedi.Sulle rocce è scritta la mia vita, quel pino marittimo, ricordo che lo vidi la prima volta molto tempo fa e mi domandai come avesse potuto nascere aggrappato con unghie e forza fra due rocce a picco sul mare; è cresciuto fino a diventare potente, d’una natura unica; ora è sostenuto da un cavo. Ha i suoi anni, come si dice per gli anziani un poco claudicanti.La prima volta venni qui a pescare con mio padre che il pescatore lo faceva per mestiere; ore ed ore qui. “Lascia che parli il mare” -  mi diceva, ascoltalo, lascia che ti entri dentro, non se ne andrà mai più.Ricordo un giorno, pioveva; fu il giorno della morte di mio padre, venni qui su questo scoglio a cercare un poco di lui nel vento. Gocce salate scivolavano indecise e lente dalle guance, si univano al mare mosso e roboante; il vento freddo, come un cavallo imbizzarrito e fiero, solcava il cielo grigio cupo e fomentava il mare.Il giorno prima della leva, con la pancia contratta e i piedi su questa roccia fiutai il mare, con lo sguardo cercavo mio padre così da mostrargli che mi ero fatto un uomo.Ci portai qui l’amore della mia vita a fare l’amore una notte di luglio che il mare brillava di luna; ci baciammo al mondo non vi era altro che le nostre labbra. Ulivi, cicale fino al grosso fico d’india - che a ripensarci ancora rido - ma fu stupendo, avevo il mondo fra le mani con lei e fu la prima volta anche per me.Gli urlai contro a questo mare quando mi portò via senza dignità i suoi occhi azzurri che si erano fatti piccoli nella malattia che l'aveva sfinita. Mai un lamento. Quando li chiuse portò via il mare. Imprecai dio per ciò che mi aveva fatto ed urlai con forza! Così che mi sentisse bene.Eppure il mare è sempre qui col suo profumo, amo questo mio golfo dei poeti; Shelley e Byron rapiti dal blu, forse proprio qui scrivevano la bellezza rivelata.- Ma eccolo, si - sotto il sasso dei tuffi c’è ancora il buco nel quale infilavo il bastone con le esche appese -  che fatica rialzarsi.Scorgo me stesso e mi rassereno, quando mi unirò al mare e al cielo e guarderò il mio scoglio con l’amore mio per mano, sarò fra i ricordi di qualcuno. I suoi pensieri del passato. “Nonnooooooo!?” – trasalii, il piccolo Marco mi cercava.“Sono qui, attento, aiuta il nonno a scendere” “Vengo nonno! che fai qui da solo?” “Il vecchietto che non sa quello che fa, monello ridi eh!  Su andiamo che se ci vede qui la mamma ci sgrida”(A lui, si, affiderò i ricordi miei, a lui). Guardo di nuovo il mare , non pare essere lo stesso, da quassù il turchese dell’acqua e della spuma, propone sfumature di sole crudo da accecare la vista, nello sguardo che cerca l’orizzonte.