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Tattiche, Strategie, Mezzi e riflessioni sulla Seconda Guerra Mondiale

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Premessa.

Post n°1 pubblicato il 17 Febbraio 2006 da lastoriaww2

La mia passione è la storia d'Italia nello specifico dal 1910 al 1943. Non dico fino al 1945 perchè la storia degli ultimi due anni del conflitto è una cosa a parte, che va da sè. Non è la seconda guerra mondiale ma la Guerra Civile Italiana. Un'altro conflitto.

Mi sono appassionato a quest'epoca come rifiuto di credere in un'Italia caduta ai margini della storia e dell'onore, come ci fanno credere a scuola, e per sapere se è poi così vero che il soldato d'Italia sia stato inferiore ai soldati "rambo" americani, modello sul quale si basa il metodo di paragone del mondo occidentale.

Se devo essere sincero ci sono riuscito, ma in parte. Se qualcuno vanta una lettura di testi sulla seconda guerra mondiale noterà, difatti, che vi sono poche versioni, chi è a favore dell'Asse, chi a favore degli alleati, chi dice che c'era ma non era a favore nè degli uni nè degli altri.

Questo problema crea non poche discussioni tra chi "mangia" un pò di storia. Il cosidetto revisionismo comporta animi sempre più accesi. Sarà magari anche un fatto curioso che il più grande studioso dell'epoca fascista (De Felice) nella sua "opera omnia" tralasci squarci di vergogna nelle imprese coloniali Italiane.

Così come chi vuol far passare per forza come soldato italiano il soldato fascista sbaglia. Il soldato che combattette la seconda guerra mondiale non era fascista, semplicemente soldato, alcuni anche fascisti.

Insomma, la confusione la fa da sovrana, tutti intenti a far passare la propria versione come la definitiva. Si è arrivati a tal punto che le ultime pubblicazioni non si basano più su testimonianze (bè... in effetti sono passati un pò di anni) di "chi c'era" o su documenti governativi, ma addirittura su altre pubblicazioni, dandole per "vere".

E' come se io facessi un'ottimo ragionamento prendendo per base ciò che ha detto il mio vicino di casa, dandola per buona. Magari le conclusioni sono giuste ma è la base di partenza che è sbagliata.

Così ho visto anche su internet un netto schieramento stereotipato tra chi conferma la versione storica e chi declina le responsabilità, spingendosi in tesi assurde e partendo da informazioni stereotipizzate.

Non è vero che Rommel era più capace di Montgomery, così come che gli americani avessero solo la forza dei "mezzi", che gli inglesi vinsero solo grazie all'intervento americano o che l'Unione Sovietica non fosse possibile da conquistare. Solo gli eventi, man mano che maturavano, decisero questi fatti in maniera imprenscindibile dallo svolgersi degli eventi. Furono i fatti a dire che l'Unione Sovietica non era possibile da conquistare, ma nella base teorica dell'invazione Nazista si partì da un'idea oggettivamente giusta, che quasi si concretizzava. Non fu un errore.

Così mi sono accorto che, se alla fine, tutti possono avere un'idea diversa sul conflitto posso averne una anche io, magari equidistante tra le parti. Magari dicendo che se intendiamo il secondo conflitto mondiale come una guerra "fascista" fu giusto perderla, per costruire l'Italia libera di oggi, ma se la giudichiamo come una guerra "italiana" fu una sconfitta del nostro onore. Per questo non capisco come ci possa essere gente che dice, tout court, fu "giusto" o "sbagliato" perdere la guerra.

Sarà dura, confido in tutte le persone che vorranno intervenire a dare contributo d'intelligenza, tralasciando il "sei fascista o comunista". La vita è ben più complicata del riconoscersi in una sola parola, la storia è la descrizione degli eventi della vita umana. Non vedo perchè dovrebbe essere così semplice etichettarla.

 
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