Sensazioni

E adesso la pubblicità!


Con mia grande sorpresa apprendo, leggendo i fatti del giorno proprio su questo portale, che il Papa è contro le multinazionali, che in Africa: “cercano di imporre il regno del denaro disprezzando i più indigenti, e costringono così un intero continente a rinunciare alla propria identità, ai valori della vita e della famiglia”. Ho la netta impressione che le parole del Papa ben si prestino a descrivere quello che succede, un po’ ovunque, nel mondo. La crisi economica che stiamo attraversando, del resto, affonda le sue radici nelle grandi speculazioni finanziarie. Il “regno del denaro” ci è stato offerto sotto le spoglie del progresso, ma quello che sostanzialmente ci ha donato è la perdita di valori  fondamentali come uguaglianza, libertà e fratellanza (per dirla alla francese) a cui aggiungerei una buona dose di legalità. Grazie ad Italo Calvino, allora, mi tornano in mente i versi di Eugenio Montale (Piccolo testamento) e mi chiedo se infondo quel mostruoso lucifero dalle “ali semi-mozze dalla fatica”, che piomba sulle capitali d’occidente, non possa oggi essere identificato in questa caccia spasmodica alla ricchezza per cui si sotterrano i veri valori della vita di cui parlava il Papa. Ho dentro comunque qualche goccia di sangue anticlericale, lo ammetto, per cui non posso nascondere i miei dubbi sulle intenzioni del Pontefice. Che il Vaticano voglia entrare nell’affare dello sfruttamento delle risorse naturali Africane? Del resto poco si sa delle attività dello IOR (l’Istituto per le Opere Religiose), la banca del Vaticano, che amministra 5 miliardi di euro, che nel 2002 deteneva ben 298 milioni di dollari in titoli USA ed i cui segreti sono custoditi alle isole Cayman (noto paradiso fiscale) che, per uno strano ed imprecisato motivo, furono sottratte  al controllo della diocesi di Kingston e proclamate, “Missio sui iuris”, alle dirette dipendenze del Vaticano. Queste, tuttavia, sono cose troppo grandi per noi comuni mortali. Meglio dedicarsi ad affari di casa nostra.  A saperlo prima, Torino per Torino, avrei invitato Nicola Legrottaglie a visionare il profilo di poison.dee, nel quale si legge chiaramente un preciso monito: non dico mai tutto quello che penso, ma penso tutto quello che dico. Caro Nicola, ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni, ci mancherebbe altro, ma se avessi fatto in tempo a farti visionare il profilo della nostra amica “poison”, magari questo “pregiato” pensiero sull’omosessualità (“nella Bibbia c'è scritto chiaro e tondo che l'omosessualità, sia maschile che femminile, è peccato”) te lo risparmiavi. Non per altro, come afferma anche Franco Grillini, che la bibbia non contiene verità assolute. Non per altro che, come scriveva Luciano De Crescenzo, bisogna temere i fautori delle grandi verità. Non per altro che abbiamo ancora nelle orecchie le parole di Oscar Wilde, recitate a Sanremo da Roberto Benigni, che sono un inno all’amore. Non per altro che da un “volto pubblico” ci aspettiamo una frase del tipo: “l’amore non è mai  peccato”! “E adesso”, come cantava Claudio Baglioni e per ritornare nella nostra piccola e fragile realtà, “e adesso, la pubblicità”!