Four Wheels to Me

Alfa Romeo storia e aneddoti di un marchio leggendario (parte 1 di 5)


Pronunciare le parole Alfa Romeo solitamente suscitano una scintilla luminosa e un mezzo sorriso negli occhi di un appassionato del mondo automobilistico o amante del made in Italy; il perchè ha radici lontane, che non sono state scalfite da un esistenza travagliata ma piena come poche case automobilistiche di successi sportivi eclatanti e auto stradali tanto belle da guidare che stampano un sorriso in faccia a chi ha la fortuna di possederle od usarle.In mezzo a tutto questo possiamo mettere la passione, il nostro buon gusto e il genio italico sia nelle linee, nella meccanica e nelle soluzioni tecniche innovative, intraprendenza e il desiderio di costruire qualcosa meglio di altri.La storia più antica (almeno fino al dopoguerra) dell'Alfa Romeo è poco conosciuta ormai, ma ha contribuito in modo determinante a forgiarne le caratteristiche ed a scrivere pagine di vittorie leggendarie; non si chiamava nemmeno Alfa Romeo quando è nata la casa, ma solo ALFA acronimo un pò banale di Anonima Lombarda Fabbrica Automobili, ma il suo marchio grafico nasce già molto simile all'attuale e in pochi sanno cosa rappresenta, nascendo a Milano si cerca di metterne le nobili radici dei suoi simboli, il classico biscione (uno dei soprannomi delle Alfa) è un serpente biblico presente sui gonfaloni dei crociati milanesi, mentre la croce rossa in campo bianco risale a Giovanni da Rho, il marchio nasce quindi nel 1910 e insieme ad esso le sue prime vetture destinate in larga parte alle competizioni automobilistiche; si distunguono subito gli uomini che vi lavorano e che ne forgiano il carattere: il progettista Giuseppe Merosi sviluppa i primi motori la produzione è di piccola serie dato che la motorizzazione di massa da noi non arriverà che nel dopoguerra inoltrato (intorno agli anni '50) sono pochi i facoltosi che possono permettersi un auto; fioriscono in tutta Europa carrozzieri indipendenti che rivestono i telai e la meccanica di molte auto facendone dei pezzi unici su misura del cliente, celebre da questo punto di vista è l'Alfa Romeo 40-60 Aerodinamica detta anche Siluro Ricotti per via di una innovativa e sbalorditiva carrozzeria aerodinamica dalla forma a goccia, se il telaio di base appare in linea con i modelli del periodo, la carrozzeria ha quasi un aspetto di una carlinga d'aereo, ma se parliamo che è del 1914 e nessun aereo all'epoca aveva una linea così moderna la rende unica nel panorama mondiale capace di raggiungere il 140 chilometri orari, per un auto stradale di quell'epoca dove ben poche erano asfaltate era un risultato molto rilevante.
Il progettista Merosi sempre in quell'anno da vita ad un auto da gara con un motore incredibile per l'epoca se parliamo di caratteristiche tecniche e di tecnologia disponibile all'epoca, sembra attuale ad elencare quelle caratteristiche eppure ha quasi cento anni: motore con due alberi a camme in testa, quattro valvole per cilindro, doppia accensione (due candele per ogni cilindro). Peccato che iniziano a farsi sentire per l'Alfa problemi finanziari che la tormenteranno un pò per tutta la vita e che non la vedono gareggiare con quel modello, poi arriva anche la prima guerra mondiale e tutto si ferma, si converte la produzione alle commesse governative che richiedono per il conflitto, tuttavia non essendo sufficienti la società viene messa in vendita e rilevata da una banca, che l'affida all'ingegner Nicola Romeo industriale, vi dice niente il cognome? Si legherà al marchio diventando Alfa Romeo, le difficoltà finanziarie proseguono e viene rilevata nel 1932 dall'IRI (un insieme di imprese gestite dallo Stato). Negli anni 20 le Alfa vincono ovunque e diventano le regine delle competizioni guidate da italiani leggendari come Ascari e Campari. Nel frattempo "un certo" Enzo Ferrari conclusa la sua esperienza di pilota fonda l'omonima scuderia ma non produrrà auto col suo nome se non dopo la seconda guerra mondiale, si occupava di gestire le Alfa Romeo da corsa e i risultati continuarono ad arrivare, nel 1925 vince il primo campionato mondiale con la P2.             
Corrono per l'Alfa Romeo anche Achille Varzi e l'inarrivabile Tazio Nuvolari, uno dei piloti migliori di tutti i tempi, forse il migliore, mai troppo celebrato ormai, ma all'epoca ci voleva gran coraggio per lanciarsi a bordo di quelle auto insicure in gare massacranti, erano auto con gomme sottili, senza cinture di sicurezza, bastava un piccolo incidente e se il serbatoio si bucava si incendiavano, non esistevano abiti ignifughi, il casco era di semplice cuoio, quindi inutile, eppure nonostante gli innumerevoli rischi, vittorie e pericoli è stato uno dei pochi a morire nel suo letto e non i gara.
Leggendarie le sue imprese e la sua caparbietà di piccolo uomo tutto d'un fascio di nervi: in una delle sue ultime gare Enzo Ferrari viene battuto da uno scatenato Nuvolari che guidava una vettura meno potente e persino con un acceleratore che si era rotto alla partenza, come fece a supplire alla rottura? Sostituisce l'acceleratore con la cinghia dei pantaloni di un suo meccanico! Enzo Ferrari gli fece da copilota e alla prima curva sentendolo sbandare pensava che avesse perso il controllo mentre invece usciva ancora più veloce da quelle strade sterrate, aveva inventato (secondo molti) la derapata o "sbandata controllata" per sfruttare al massimo l'auto in quelle condizioni di fondo.In un altra gara arrivò al traguardo (non con un Alfa in queso caso) vincendo senza volante per un incidente a pochi chilometri dal traguardo, riuscì ad arrivare al traguardo stringendo al posto dello sterzo una chiave inglese con cui sterzava! Altro episodio da ricordare è avvenuto alla Mille Miglia, la gara più bella del mondo, quando superò Varzi di sorpresa ed andò a vincere la gara, come fece? Era notte e arrivando da dietro spense i fari... ce ne sarebbero altri di episodi da raccontare, ma ne cito un ultimo per tutto quello che simboleggia: nel 1935 in pieno nazismo al gran premi di Germania su una delle piste più difficili: il Nurburing, il grande "Nivola" o "Mantovano Volante" con la sua Alfa Romeo parte nettamente svantaggiato perchè deve scontrarsi con le nuove auto tedesche Mercedes e Auto Union che sulla carta sono stra-favorite, inutile dire che i tedeschi e nazisti hanno avuto un travaso di bile, le han prese in casa loro, Nuvolari aveva pensino accumulato un ritardo notevole nell'ultimo giro (una trentina di secondi su un circuito da oltre 20 chilometri) ma una furiosa rimonta portò Tazio a vincere ed a salire sul gradino più alto del podio!Credo che nemmeno il più fervido sceneggiatore potrebbe mai scrivere e inventarsi nulla di più incredibile nel campo automobilistico, peccato che essendo passati tanti anni e non avendo i media di ora la sua figura si sia un pò dimenticata, ma già ora potete capire il perchè di quella luce negli occhi a parlare di Alfa Romeo, perchè pur se solo "auto" questi mezzi sono diventati pezzi di storia della nostra nazione, così come i loro geniali progettisti ed i loro inimitabili piloti, orgoglio della nostra nazione ed io li ammiro per questo.Pensare che non volevo parlare molto del primo periodo storico, ma poi mi ritrovo a voler dare il giusto riconoscimento e ringraziamento (per quanto possibile) a chi ha permesso tutto ciò.Enzo Ferrari in persona sceglie nella gestione della squadra corse un ingegnere motorista il cui nome si legherà in modo indelebile alla storia del marchio: Vittorio Jano progettista di motori eccellenti a 6 - 8 e 12 cilindri.Sulle piste l'Alfa diventa ben presto l'auto da battere ed i modelli storici sono tanti, tra i più famosi l'Alfa P2, l'Alfa Romeo 6C (due anni di vittorie ininterrotte), l'Alfa Romeo 8c (nel 1936 alla Mille Miglia tre di queste Alfa ai primi 3 posti con distacchi abissali sugli avversari), questo marchio si fa conoscere, apprezzare ed ammirare in tutto il mondo, diventa sinonimo di sportività e di grandi innovazioni e scelte tecniche ai vertici delle categorie ma anche di auto molto belle ed eleganti esteticamente, famosa la frase di un "tale" Henry Ford (fondatore della Ford): "tutte le volte che vedo passare un Alfa Romeo mi tolgo il cappello" questo era in segno di rispetto verso questa piccola industria concorrente era un gran bel riconoscimento che si sente molto raramente per ovvie ragioni commerciali; perchè nonostante la mancanza di capitali e nonostante l'indebitamente perenne questa industria si arrabbattava sempre e tirava fuori dal "cilindro" (e in questo caso più che mai cilindro) il classico coniglio in grado di stupire tutti. Se dal lato sportivo l'Alfa Romeo primeggiava dal lato industriale era ancora indietro e con i conti sempre in rosso, non era certo il posto in cui ci si aspetterebbero tutti questi risultati sportivi eccellenti, invece sembra che il detto in cui noi italiani esprimiamo il meglio nei periodi peggiori sembra calzarle a pennello. L'Alfa Romeo ha avuto uno dei suoi periodi migliori a cavallo della seconda guerra mondiale, vincevano ovunque e gli avversari potevano poco, dopo la guerra è ripartita insieme alla la ricostruzione della nostra nazione ridotta in miseria e anche in questo caso con pochi mezzi, poche risorse i grandi tecnici dell'Alfa Romeo, con i loro celebri collaudatori e meccanici creavano nuove auto capaci di vincere contro avversari ancora più agguerriti e forti finanziariamente.In un epoca in cui tutte le auto avevano i parafanghi separati dalla carrozzeria i carrozzieri italiani rivoluzionarono tutto unendo i parafanghi all'abitacolo con una nuova linea filante e moderna copiata poi da tutti come sistema; è ricordata per questo la famosa Cisitalia 202 marchio scomparso ma che è stata esposta al MOMA di New York come scultura per aver ridefinito i canoni estetici del design automobilistico nel 1947, tuttavia ci arrivò prima l'Alfa Romeo con la Tipo 256 ad opera della Carrozzeria Touring nel 1939/1940 era una filante carrozzeria denominata poi barchetta, questa auto era talmente poliedrica che veniva acquistata sia per gareggiare, per esibirsi nei concorsi d'eleganza dedicati alle auto ed era anche adatta all'uso quotidiano, ma la produzione era sempre artigianale e ridottissima, in questo caso solo 8 esemplari!
Come curiosità segnalo anche che durante la seconda guerra mondiale per esigenze belliche venne messa a punto la 6C Coloniale in una versione adatta ad un uso gravoso a quattro ruote motrici, sarebbe stata un mezzo molto innovativo visto che anche la Jeep produceva solo da qualche anno la prima mitica 4x4 Willys, ma il precipitare degli eventi non consentì mai l'impiego del mezzo.Nasce negli anni '50 il campionato mondiale Formula 1 massima espressione tecnica dell'automobilismo e l'Alfa Romeo non si fa trovare impreparata, con i modelli 158 e 159 vince campionati mondiali, Enzo Ferrari fonda l'azienda omonima e rileva la squadra corse Lancia e vince il suo primo campionato mondiale dando inizio a duelli fra costruttori che hanno reso famosa la competizione. Competizioni in cui partecipavano tante piccole realtà ma anche industrie automobilistiche, piloti professionisti e gentleman driver, che con coraggio affrontavano gare senza sicurezze, ci sono stati moltissimi incidente e molti morti, anche tra gli spettatori tutto questo ha portato negli anni al miglioramento netto della sicurezza in cui vantaggio è stato anche che la ricerca non era solo volta al miglioramento delle prestazioni, ma anche alla sicurezza e tante di queste migliorie sono passate poi sulle auto di tutti i giorni.
Negli anni '50 l'Alfa Romeo diventa una realtà industriale importante e grazie alla produzione in catena di montaggio in grande serie può fabbricare molte più auto, il successo sempre legato a prestazioni di primordine, tecnica all'avanguardia, grande piacere di guida e linee sportive non manca e i modelli come l'Alfa 1900, la Giulietta, Giulietta Spider e Sprint, la Giulia diventano un simbolo del boom economico e del desiderio di benessere e rinascita. L'Alfa Romeo 1900 vantava un motore bialbero, solo la Jaguar aveva questa stessa caratteristica di pregio ed è la prima Alfa Romeo con la carrozzeria portante (la prima al mondo è stata la Lancia che ha inventato il sistema), mentre con la Giulietta al bialbero si è aggiunto il motore interamente in alluminio e quindi più leggero, nascono tante nuove realtà industriali italiane che diventeranno famose in tutto il mondo (come Brembo per i freni) dedicate a fornire pezzi meccanici di pregio per queste auto e la continua ricerca e sviluppo è un ottimo investimento che genera sempre ritorno economico e prestigio, una percentuale che attualmente l'Italia ha purtroppo un pò ridimensionato rispetto alla media delle altre nazioni.La famiglia di auto Giulietta è stata un grande successo sia commerciale che sportivo ed ha portato l'Alfa Romeo ai vertici del settore in Europa, la Giulietta tra le auto da turismo vinceva ovunque nel mondo e solo lei batteva auto sulla carta ancora più forti come le Porsche 356; è stata anche una delle prime auto ad essere progettata per resistere meglio agli incidenti con le prove dei crash test e rinforzi strutturali adatti ad assorbire gli urti, niente di paragonabile alle auto moderne, ma allora era una novità degna di nota ed anche l'attenzione alla sicurezza del consumatore era una buona pubblicità. Lo stabilimento del Portello è ormai troppo piccolo e viene costruito un nuovo stabilimento molto più grosso e moderno ad Arese appena fuori Milano, un altro simbolo dell'Alfa che nasce e lascerà un segno nella sua storia.               
Per avere un idea del prodotto "Giulietta" basti pensare che nonostante un prezzo alto la Giulietta Sprint durante la presentazione al pubblico al salone di Torino riceve ben 700 ordini di acquisto e l'iconica Giuletta Spider ottiene un enorme successo negli USA tanto che tutta la prima parte della produzione viene mandata oltreoceano e in 3 anni ne vengono costruite 8000.L'Alfa Romeo dopo due titoli mondiali di Formula 1 si ritira dal campionato ma nel 1963 nasce una nuova struttura indipendente che presto diventa un nuovo riferimento per le Alfa da gara: l'Autodelta fondata dagli ingegneri Carlo Chiti e Ludovico Chizzola a Udine che creano auto rivoluzionarie diventate leggendarie, le celebri TZ, TZ2 e la 33 Stradale.E' Il periodo anche di prototipi da salone o piccole serie che sbalordiscono tutti, come la 1900 Disco Volante in versione Spider o Coupè, del 1952/53 che anticipano il grande successo delle Jaguar E-Type che sicuramente si sono pesantemente ispirate a queste linee avveneristiche che sembrano scolpite dal vento, Disco Volante era un nome non scelto a caso visto che la sua carrozzeria sembrava quella di un UFO ma era comunque molto elegante e filante, è stata appena ripresentata in una nuova versione attuale creata dalla carrozzeria Touring sacrificando (e per me è un sacrilegio) quel capolavoro assoluto della 8C Competizione auto su cui ritornerò più avanti.        
L'Autodelta in collaborazione con Alfa Romeo e con lo stile disegnato da Zagato (altro celebre carrozziere situato vicino ad Arese, a Mazzo di Rho ) crea la prima TZ dove questa sigla sta per Tubolare Zagato, vanta una notevole leggerezza e caratteristiche tecniche notevoli come sospensioni indipendenti, cerchi in magnesio e freni a disco sulle 4 ruote; per rientrare nel regolamento alle competizioni a cui doveva partecipare era dotata di un motore piccolo ma elaborato per le competizioni (un 1600 da 160 cavalli che oggi sarebbe considerato alla portata di molti allora era una potenza notevole)è comprensibile come sia diventata un ottima auto da gara, l'aerodinamica non era ancora studiata con tecniche avanzate, ma semplici soluzioni come la coda tronca garantiva una velocità massima maggiore.          
Ancora più bella, filante, potente, veloce e vincente è la TZ2 che pesava ancora meno, si passava dai 660 chili ai 620 chili, una frase famosa del fondatore della Lotus (Colin Chapman) spiega bene il concetto "Con un auto potente vai forte in rettilineo, con un auto leggera vai forte dappertutto".