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L'oro degli Etruschi


Con il dissolversi della civiltà minoico-micenea nel X secolo a.C. inizia la prima fase dell'arte ellenica durata circa tre secoli. In tutte le arti, compresa l'oreficeria, ebbe caratteri analoghi. Tutto si rappresenta con l'uso della geometria e con figure molto stilizzate. Viene attribuita ai Fenici la diffusione del gusto orientale al resto del Mediterraneo. Questo indirizzo fu accolto in Grecia con moderazione ed equilibrio; in Etruria trovò un particolare terreno favorevole e si sviluppò con caratteri distintivi propri. Questo ci autorizza a parlare d'arte etrusca.
ll periodo che va dagli inizi dell’ottavo alla fine del quinto secolo prima di Cristo rappresenta molto bene l’arco evolutivo della civiltà degli Etruschi. I loro insediamenti da semplici agglomerati rurali si trasformano in centri di urbanizzazione di cui alcuni in città molto popolose ed importanti. Molte di queste, poste sui rilievi del litorale tirrenico, erano dotate di un porto. La molla di spinta del progressivo straordinario sviluppo socio -economico era la loro capacità di utilizzare al meglio le risorse del territorio, sia da un punto di vista agro- pastorale che delle attività estrattive e quindi anche manifatturiere. La disponibilità di derrate alimentari e manufatti crea le premesse per uno sviluppo commerciale con le altre civiltà del mediterraneo,determinando in tal modo un notevole afflusso di ricchezza. Le loro oreficerie giunte fino a noi, ad una attenta osservazione, rispecchiano emblematicamente questo andamento economico. Le semplici collane con laminette sbalzate e qualche pasta vitrea o pietre dure lasciano il posto, data la progressiva maggiore disponibilità di oro, a oreficerie via via più importanti e complesse, fino agli straordinari corredi principeschi esposti nei più importanti musei etruschi. L’evoluzione delle tecniche di lavoro molto probabilmente ha usufruito del contributo di conoscenza apportato da qualche eccellente artigiano venuto al seguito di mercanti per lavorare dove c’era ricchezza, ma sicuramente gli orafi etruschi tanto hanno messo del loro.
Il gioiello etrusco ha grande dimensione, vuol farsi notare ad ogni costo; perciò si dice che il gusto etrusco è vistoso, sfarzoso. I braccialetti non sono più cerchi ma voluminosi bracciali; gli orecchini sono ingombranti fino a sembrare bracciali imposti alle orecchie; i pettorali sono slargati a coprire quanta più superficie è possibile; l'anello è pesante ad ornamento appariscente, scudo diviso in zone, con talvolta lo scarabeo. La decorazione è lanciata anch'essa a svilupparsi nello spazio, voluminosa. Si usa lo sbalzo o lo stampo di figura umana, animali e vegetali del repertorio egizio e della Mesopotamia. Dall'unione di parti stampate si costruiscono sagome a tutto tondo che si dispongono in file ripetute: oche, leoni alati rampanti, cervi, papere, chimere, lupi... La decorazione geometrica consiste di linee, di spezzate ripetute, in modo da disegnare meandri, angoli multipli, denti di lupo e rispetta la simmetria. Talvolta manca un qualsiasi racconto e tutto si esaurisce in decorazione. L'oreficeria etrusca geometrica orientalizzante è monocromatica: ha il solo colore giallo dell'oro.Dal punto di vista tecnico gli Etruschi si impongono alla nostra ammirazione per il perfezionamento della granulazione e l'introduzione del pulviscolo d'oro usato anche per costruire siluette.Oreficerie etrusche sono esposte nel Museo di Villa Giulia, nei Musei Vaticani a Roma, nel Museo Nazionale di Napoli, nel Museo Archeologico di Firenze, nel Museo Britannico di Londra, nel Museo Antiquarium di Monaco.