Wildest Dreams

Post N° 5


Nonostante abbia finora parlato di gruppi del passato (grandi vecchi, se vogliamo, ma ancora in circolazione) e su note prettamente rock/hard-rock, è chiaro che non mi limiterò né a questi generi, né solo ad artisti "pluridecennali".Stasera, in giro sulle pagine nel tentativo di finire un lavoro di revisione (ebbene si, scrivo...), ascoltavo una band che per me rappresenta una specie di icona. Band dalla quale ho perfino estrapolato il mio nick. Gli Opeth.Non ne parlerò qui in modo dettagliato o biografico, ma solamente emozionale. Gli Opeth sono una band che ti apre corridoi lontani, tenuti chiusi da troppo tempo. Strade oscure, finestre livide. Le emozioni che regalano sono spesso liquide, talvolta ariose, in parte arse da un fuoco millenario che bruciava nei boschi dove un tempo i nostri antenati innalzavano canti agli dei.Mi regalano sensazioni contrastanti. Gioia, dolore, costernazione, rabbia...anche dolcezza, seppur contaminata da passaggi di cupa e melodica rimembranza. Grandi, gli Opeth. Con i più grandi, anche loro.