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QUANDO SI DICE "IL CASO"...


Stocastica deriva dal termine greco stochastikós, nel significato di «congetturale», e qualifica i fenomeni dipendenti da una variabile aleatoria. La Stocastica è la scienza delle circostanze fortuite che raccoglie opere ed azioni il cui principio stesso di composizione comporta un ricorso sistematico al caso, che si insinua in ogni procedimento regolato. Stocastico è vicino ad Aleatorio, ma non è sinonimo. Perché è aleatorio ciò che dipende dal caso, ed è stocastico ciò che comporta elementi dovuti ad un caso scientemente provocato. In qualche modo bisogna forzare il caso, metterlo in condizione di agire, disporsi in maniera tale che possa operare. È il contrario di subire il caso come se fosse destinato ed ineluttabile, ma è piuttosto l’intrigo che favorisce una sottile complicità e che uccide la fatalità, in favore di una predeterminatezza preterintenzionale. Quando si usa il termine «caso» non facciamo altro che esprimere una mancanza di informazioni esplicative che, qualora fossero disponibili, renderebbero prevedibile l’evento, sottraendolo alla indeterminatezza del fortuito e riconsegnandolo alla certezza dell’inevitabilmente necessario.Attribuiamo al caso non tanto gli effetti che accadono quanto piuttosto le cause che lo ha provocato e che ci sono ignote.È arrivato il momento di imprevedere: vale a dire cercare di prevedere qualche cosa che non arriva, che non avviene o che non avverrà.Gli elementi costituenti la causalità sono talmente sensibili che una variazione benché piccolissima produce una considerevole differenza nei fatti: un qualsiasi elemento minimo se variato scatena una reazione tale da cambiare la sorte di tutti gli individui. La Stocastica è anche la Scienza delle scoperte impreviste, fra cui ha un particolare interesse la Serendipità, una specie di «Errore Fecondo» che casualmente fa trovare ciò che non si è cercato; che ci permette di fare per caso scoperte felici e inaspettate o dispensa la fortuna di trovare le prove impreviste delle proprie idee. L’«effetto serendip» ha sempre giocato un gran ruolo nella storia: Cristoforo Colombo cercava la Cina e scoprì l'America.La più grande debolezza del pensiero contemporaneo risiede nella stravagante sopravvalutazione di ciò che è noto rispetto a ciò che ancora rimane da conoscere. E il vuoto della conoscenza lo colma soltanto il desiderio, solo rigore che l’uomo deve rivendicare. Il desiderio, sola molla del mondo, ha stretto società con l’angoscia della curiosità e insieme seminano delitti impuniti, elucubrazioni disaggreganti e sogni megalomani; ora sperimentano il brivido della gioia panica nel percorrere acrobaticamente il filo del rasoio, coniugando il vortice senza fine della follia con l’esplorazione delle miniere che nascondono l’oro del tempo.