Ennesima notte insonne catanese calda come le fiamme dell'inferno passata dar la caccia alle zanzare e ai pensieri molesti. La vita è dura cari blogghers e i pensieri di una mente come la mia non danno scampo a volte(e neanche le zanzare scherzano da queste parti)...il sonno sta quasi per rapirmi quando una voce si insinua nella mia mente...ciao...ciaoo...c'è nessuno?...si chi sei?..............................................
una voce che mi sveglia da un torpore come una stilla di sangue che risveglia un vampiro sopito da secoli...
parole che scorrevano dolci cone un ruscello in primavera...una melodia senza pari mi pervadeva istante dopo istante e scrollava dal mio animo secoli di ruggine che l'avevano reso spento e apatico...insensibile alla vita che scorreva fuori di me come un fiume in piena...parole cariche di vita e di emozioni piene di una vis motrix alla quale nessuno capace di udire nn si sarebbe mosso...
in poco tempo quel ruscello aveva scavato una piccola vallata e poco a poco la valle era diventata da brulla e arida un piccolo paradiso terrestre con un rigoglio di piante e animali che si dissetavano all'acqua del ruscello, divenuto nel frattempo un autentico fiume che dava vita a tutte le cose e di ogni cosa faceva parte, perpetuando col suo moto immobile l'essenza stessa dell nuova vita. Sotto un piccolo salice cresciuto in riva al fiume il vento portava i suoi sussurri non sempre felici a volte l'ansia a volte la rabbia a volte la paura a volte il dolore passavano sotto i rami del salice trasportati dal vento ma il salice sapeva trarne forza e cambiarle in foglie verdi e rigogliose da donare alla terra in autunno e piano piano le sue radici si facevano strada verso il letto del fiume...le radici e il fiume quasi per sbaglio un giorno si raggiunsero, quasi non lo volessero realmente ma era come se la vita stessa volesse che dall'acqua quell'albero traesse la sua forza e cosi fu il salice crebbe e si protese verso la fonte della sua vita e il fiume non si ritrasse ne deviò corso perchè era felice che la sua essenza fosse il nutrimento del salice e continuava a nutrirlo...
putroppo la vita si sa...è fonte di gioie e dolori e il tepo che passa non lascia nulla immutato... venne l'estate che avvampa e brucia al suo passaggio...il fiume si ridusse a un misero rigagnolo e il salice si ritrovò costretto a affondare le sue radici nella terra dura e arsa dalla calura per trovare nuova vita...aspettando che la piena autunnale gli porti il nutrimento e sperando che la vita stessa non lo abbandoni...
so che è una metafora ma a volte mi tocca scavare a fondo nella terra per trovare ancora la forza di ergermi fiero contro il vento...nella speranza che il fiume ritorni in pieno vigore e non mi travolga con la piena...
buona giornata blogghers...buona giornata a voi tutti...