Creato da Wurizyko il 12/03/2005

Come la penso io

Eventi politici e non colorati da impressioni del sottoscritto

 

 

Post N° 171

Post n°171 pubblicato il 07 Luglio 2005 da Wurizyko

LONDRA:ESPLOSIONI IN METROPOLITANA E AUTOBUS, FERITIDiverse esplosioni sono avvenute questa mattina nella metropolitana londinese e su tre autobus a due piani, provocando feriti.Si cerca di capire cosa stia succedendo.

Diverse esplosioni sono avvenute stamani nella metropoliana di Londra. Non si capisce ancora se siano dovute a una disfunzione del sistema elettrico o a un sabotaggio.L'esplosione piu' grave è avvenuta alla stazione di Liverpool dove si registrano diversi feriti tra cui uno in pericolo di vita.Il traffico della metropolitana è stato bloccato in tutta la rete.Si è registata anche l'esplosione di un autobus a Russel Square.

                 

07-07-2005 ore 11.23

 

Un ordigno esplosivo è stato trovato in una stazione della metropolitana di Londra e altri due autobus sarebbero esplosi nel centro della città.Dopo le notizie sulle esplosioni le borse europee hanno registrato un brusco ribasso: Francoforte  -3,19%, Londra -1,72%, Milano -2,35.

                   

07-07-2005 ore 11.45

 
 
 

Post N° 170

Post n°170 pubblicato il 07 Luglio 2005 da Wurizyko

Con la Lega contro i sepolcri imbiancati d'europa

Un presidente (che mai si è sottoposto al voto dei cittadini) e 3 orgogliosi parlamentari.
Il primo che cucina la solita minestra riscaldata sull’europa e l’euro che lui e Prodi hanno rifilato agli Italiani.
Un presidente che, nel nome dell’europa, nel 1991, da governatore della Banca d’Italia, bruciò migliaia di miliardi in riserve valutarie per difendere (senza riuscirci !) la parità della lira nello SME (Sistema Monetario Europeo : il progenitore dell’euro).
Un presidente che, sempre da governatore della Banca d’Italia, consentì ad Amato (un altro della combriccola di sinistra, tanto che lo sostituì al ministero del tesoro quando Ciampi fu eletto al Quirinale nel 1998) di penetrare furtivamente nottetempo nei nostri conti correnti e toglierci il 6 per mille dei risparmi sui quali avevamo già pagato le tasse.
Un presidente che da presidente del consiglio nel 1993 inventò la catastrofica “concertazione” con i sindacati, regalando alla triplice un improprio diritto di veto.
Un presidente che fu ignaro ministro del tesoro all’epoca dell’acquisto di Telekom Serbia da parte di Telecom Italia (di cui il Tesoro era azionista di maggioranza), preoccupato com'era di appiopparci l'eurotassa e trattare (con i risultati che abbiano sotto occhio tutti i giorni) l'ingresso della Lira nell'euro.
Un presidente che non perde occasione per difendere l’euro e tutti i poteri forti e i burocrati schierati attorno ad esso.
Chi pensate rappresenti meglio l’Italia che vuole crescere e guarda al futuro, l'Italia che produce e lavora ?
Il presidente che puntella disperatamente, con espressione e voce da orazione funebre, l’euro, l’europa e la sua burocrazia, oppure i parlamentari che parlano e sentono come il Popolo ?

 
 
 

Post N° 169

Post n°169 pubblicato il 04 Luglio 2005 da Wurizyko

03 luglio 2005

Live8: pensieri politicamente scorretti

Si è svolta ieri la kermesse canora per chiedere la cancellazione del debito dei paesi del terzo mondo e aiuti contro la povertà.
Nulla più che un megaconcerto.
Il G8 ha già deciso, senza aspettare i rockettari, di cancellare i debiti dei 18 paesi più poveri e di attuare una nuova politica di aiuti, mirati.
Sì, perché 50 anni di aiuti a pioggia, come quelli che sembrano chiedere i cantanti del live8, si sono rivelati un fallimento.
I soldi sono serviti ad arricchire dittatori, a comprare armi e a rendere quelle popolazioni ancor più povere e sottomesse.
Allora ha ragione il Presidente Bush.
Aiuti, sì, ma solo a chi si incammina con decisione sulla strada della democrazia.
Aiuti quindi sostanziosi, ma sotto il controllo degli organismi finanziari internazionali (cioè sotto il controllo di chi paga) perché quei soldi siano spesi bene e non per creare nuovi ricchissimi in paesi poverissimi.
Chi paga, cioè noi, ha il diritto a controllare come vengono utilizzati i suoi soldi.
Chi paga, cioè noi, ha il diritto a destinare quei soldi a chi condivide valori democratici e di libertà, negandoli a chi invece tali valori calpesta e, magari, usa quei soldi per finanziare azioni contro gli stessi donatori.

Forse, invece di un megaconcerto plurimo, i cantanti avrebbero potuto fare qualcosa di concreto: pagare una trasferta dei loro fans in paesi del terzo mondo per impegnarli, ad esempio, nella costruzione di un ospedale.
Chissà quanto seguito avrebbero avuto !

Un’ultima annotazione.
C’è chi ha marciato sotto lo slogan: meno carità, più giustizia.
Peccato che siano sfilati in Occidente e non là dove di giustizia non c’è neppure un’ombra e la carità è solo arroganza.
E’ ora di smetterla di sentirci colpevoli di aver portato la Civiltà nel mondo.
Senza di noi i morti sarebbero milioni in più (pensate solo allo tsunami del 26 dicembre 2004).
Senza l’Occidente i popoli di molti paesi del terzo mondo vivrebbero la metà di quel che vivono adesso e la mortalità infantile sarebbe il doppio o più.
Ricordiamolo sempre, prima di sentirci colpevoli, perché non siamo colpevoli di nulla, perché possiamo solo rivendicare meriti.
 
 
 

Post N° 168

Post n°168 pubblicato il 04 Luglio 2005 da Wurizyko
Foto di Wurizyko

E' un diritto possedere e portare armi

Una sorgente di errori e d'ingiustizie sono le false idee d'utilità che si formano i legislatori. Falsa idea d'utilità è quella che antepone gl'inconvenienti particolari all'inconveniente generale, quella che comanda ai sentimenti in vece di eccitargli, che dice alla logica: servi.

Falsa idea di utilità è quella che sacrifica mille vantaggi reali per un inconveniente o immaginario o di poca conseguenza, che toglierebbe agli uomini il fuoco perché incendia e l'acqua perché annega, che non ripara ai mali che col distruggere.

Le leggi che proibiscono di portar le armi sono leggi di tal natura; esse non disarmano che i non inclinati né determinati ai delitti, mentre coloro che hanno il coraggio di poter violare le leggi piú sacre della umanità e le piú importanti del codice, come rispetteranno le minori e le puramente arbitrarie, e delle quali tanto facili ed impuni debbon essere le contravenzioni, e l'esecuzione esatta delle quali toglie la libertà personale, carissima all'uomo, carissima all'illuminato legislatore, e sottopone gl'innocenti a tutte le vessazioni dovute ai rei? Queste peggiorano la condizione degli assaliti, migliorando quella degli assalitori, non iscemano gli omicidii, ma gli accrescono, perché è maggiore la confidenza nell'assalire i disarmati che gli armati. Queste si chiaman leggi non prevenitrici ma paurose dei delitti, che nascono dalla tumultuosa impressione di alcuni fatti particolari, non dalla ragionata meditazione degl'inconvenienti ed avantaggi di un decreto universale.

Cesare Beccarla – “dei delitti e delle pene



 
 
 

Post N° 167

Post n°167 pubblicato il 01 Luglio 2005 da Wurizyko

Messaggio n° 21120-06-2005   LISTA NERA MA .... LIBERTARIA

Una cortese segnalazione mi ha portato qui.

Oooops, entrato in pieno nel covo referendario dei radicali di Tocqueville.

E cosa leggo ?

Un intero brano su Tocqueville, di cui quel blog fa parte, che riversa sulla stessa Tocqueville una marea di critiche.

Ingiuste.

Perché Tocqueville è appena partita e bisogna dare il tempo di registrare la macchina.

Ingiuste.

Perché è irrispettoso verso il lavoro di chi Tocqueville ha creato e cerca di far funzionare al meglio e in modo equilibrato tra le varie opinioni.

Ingiuste.

Perché se si hanno delle critiche o, meglio, dei suggerimenti per migliorare il prodotto, queste dovrebbero essere portate a conoscenza della redazione in via discreta e con spirito collaborativo.

Ingiuste.

Perché si è travasato un pezzo di un soggetto estraneo a Tocqueville che, magari ha tutto l’interesse a sabotare l’iniziativa.

Detto questo veniamo alla parte più esilarante dell’intervento che ho trovato: la lista ... come chiamarla? nera ? di proscrizione ? con l’elenco di tutti i blog che si sono schierati a favore di una astensione consapevole al referendum sulla procreazione.

Lista di "proscrizione" sì, ma … rigorosamente libertaria ... o no ?

Infatti i gestori di quel blog si ostinano a ritenersi liberali, liberisti e libertari, imputando a chi non la pensa come loro ogni nefandezza.

Cari amici radicali (di Tocqueville e non).

Quella lista che avete pubblicato non attesta certo qualità liberali,  liberiste, o libertarie.

Ma soprattutto attesta che chi l'ha redatta e diffusa non è libero tout court:  in coscienza e dai pregiudizi verso chi non la pensa come lui.

Probabilmente non ha ben chiaro il concetto di Libertà, che presuppone e include quello di tolleranza e rispetto nei confronti di chi, legittimamente, sostiene idee anche diametralmente opposte alle sue.

Vi ricordate ?

Non la penso come te, ma sono pronto a battermi perché tu possa esprimerti liberamente”.

Mi si consenta un consiglio: maggiore serenità nelle campagne elettorali e nelle discussioni, maggiore compostezza nell'affrontare gli esiti elettorali, siano essi positivi o negativi.

 
 
 

Post N° 166

Post n°166 pubblicato il 19 Giugno 2005 da Wurizyko

UN MILIONE A MADRID CONTRO IL CULIMONIO

 

Una imponente manifestazione da parte di chi, solitamente, non occupa le vie e le piazze delle città si è svolta ieri a Madrid per contestare la perversione legislativa del governo di sinistra di Zapatero.

E’ il risveglio della normalità e dell’etica nelle scelte legislative, contrapposta al relativismo nichilista rappresentato da una degenerazione dei costumi che legalizzando ed equiparando la convivenza tra due persone dello stesso sesso al matrimonio, percorre ancora numerosi gradini verso l’abisso della corruzione morale di una società e della sua civiltà.

Ricordiamo che se l’omosessualità (come del resto la prostituzione, la pedofilia e l’omicidio) esiste sin dagli albori della Storia dell’uomo, non per questo è meritevole di venire, con leggi speciali ad hoc a beneficio solo di una parte, forzosamente imposta alla coscienza civile e morale dei popoli, come mai è accaduto in passato.

Anzi, quando la corruzione dei costumi ha assunto forme estreme, una società, una civiltà colpita da tale morbo ne è sempre rimasta schiacciata.

Pensiamo a Cartagine e agli “ozi di Capua” che impedirono ad Annibale di cogliere la vittoria su Roma e a Roma stessa nel declino di imperatori corrotti prima nei costumi e poi sconfitti sul piano militare, per ricordare Bisanzio, il cui crollo – foriero di disastrose conseguenze per l’ampliamento della sfera di influenza islamica – fu agevolato anche dalla corruzione dei costumi di cui l’omosessualità dilagante tra le classi dirigenti era parte non secondaria.

E non è un caso se i musulmani stanno a guardare con soddisfazione questa degenerazione dei costumi in Occidente che agevolerebbe una “reconquista” al contrario, come sempre è accaduto nella Storia.

La manifestazione di ieri in Spagna che ha tratto lo spunto dalla introduzione del culimonio (simpaticissimo neologismo coniato in diretta televisiva da Vittorio Sgarbi per distinguere l’unione degli omosessuali dal vero matrimonio)  nella legislazione spagnola, restituisce un po’ l’onore che la Spagna aveva perso con la vergognosa fuga dall’Iraq e con le iniziative di perversione legislativa di Zapatero e pone il primo mattone per la sua rinascita morale e politica.

La legge andrà avanti perché, purtroppo, anche la Chiesa spagnola fu complice delle manifestazioni antiamericane e aiutò oggettivamente la vittoria di quelli che ora sono al governo, ma una legge può sempre essere cambiata con il cambiare di una maggioranza.

E’ però importante il messaggio che arriva da Madrid a tutto il mondo civile: sui Valori non si scende a compromessi e il sostegno popolare non mancherà.

E’ un messaggio anche a quei politici timorosi di perdere i voti degli omosessuali, ai quali non vogliamo togliere nulla, ma che non possono chiedere una legislazione di favore per soddisfare le loro voglie.

A differenza della sinistra noi non siamo per il “tanto peggio, tanto meglio”, perché, comunque, il “tanto peggio” sarà “tanto peggioanche per noi.

Ad una settimana di distanza dal tracollo dei referendari talebani in Italia, arriva da Madrid un’altra iniezione di fiducia per il recupero di una politica fatta di Valori.


 
 
 

Post N° 165

Post n°165 pubblicato il 19 Giugno 2005 da Wurizyko

LA MARCIA DEI VALORI

Questo commento può essere facilmente titolato anche “la marcia dei normali”.

Sì, perché la manifestazione programmata per oggi in Spagna è, per quella gloriosa nazione, con un grande passato ed un presente piccolo, piccolo, la prima reazione delle persone normali, tranquille, contro la perversione legislativa di Zapatero, premier per caso (e si vede !).

E’ una manifestazione che possiamo paragonare alla famosa “marcia dei quarantamila” della Fiat negli anni ottanta e che segnarono la riscossa di chi voleva lavorare e produrre contro un malinteso sindacalismo dei diritti senza doveri.

E la possiamo paragonare anche allo “sciopero” degli utenti francesi del 2003, contro gli scioperi selvaggi nei pubblici servizi, che segnò la riscossa dei moderati di Francia contro, anche lì, il massimalismo sindacale.

E come non paragonarla allo “sciopero del voto” che il 12 e 13 giugno scorso ha evidenziato quanto gli Italiani rifuggano dal talebanismo e dal massimalismo ?

Ma, soprattutto, segna il risveglio della Chiesa Cattolica spagnola dopo la follia e l’ubriacatura antiamericana che la fece improvvidamente agire di concerto con le frange estreme di sinistra, supportando l’opposizione alla liberazione dell’Iraq da parte delle Forze della Coalizione guidate dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna, con il Governo Spagnolo di Aznar coraggiosamente schierato con la Libertà e l’Occidente e vergognosamente lasciato solo dalla Chiesa.

E quella scelta fu esiziale per la democrazia spagnola, perché al Centro Destra spagnolo, dopo gli attentati di Madrid, mancarono pochi voti per riconfermarsi al Governo.

Da un certo punto di vista la Chiesa spagnola ha avuto quel che si meritava: Zapatero.

In un’ottica più generale, l’elezione di Zapatero e le perversioni legislative del suo governo sono stati strumento di un effetto catartico sulla Chiesa spagnola che ora ha, con vigore, ripreso la testa per l’affermazione dei Valori sul nichilismo relativista.

La manifestazione odierna può essere un ulteriore segnale, dopo quello, eclatante, delle elezioni Americane vinte da Bush sui Valori, di una profonda trasformazione nel sentimento popolare dell’Occidente.

Una trasformazione che, se confermata, non può che indurci ad un sereno e tranquillo ottimismo sul futuro della Civiltà.

 
 
 

Post N° 164

Post n°164 pubblicato il 18 Giugno 2005 da Wurizyko

AUDIOFISIOGNOMICA DEI SINISTRI

Sapete chi è stato il primo ispiratore di questo commento ? Si, lui, Carlo Azeglio asceso al Quirinale dopo una carriera senza essersi mai sottoposto al voto dei cittadini.
Ieri mattina ascoltavo il gr1 delle sette dove veniva riproposto l’ennesimo fervorino del Ciampi a difesa dell’europa che, se va male, gli è tutta colpa dei nazionalismi e dei governi nazionale, of course.
Ebbene, ascoltavo le sue parole ma, ancora di più, sentivo il suo tono: più adatto ad una orazione funebre che ad un sollecito ad essere operosi.
E’ stata, per me, l’immagine acustica (si può dire? Sì, qui sì) della sconfitta, della fine, della chiusura di un ciclo, della scena finale che il personaggio, mai protagonista, sempre comprimario vivendo di luce riflessa da Parigi, Berlino e Bruxelles, cerca di ignorare.
Eppure, inconsciamente, il suo tono esprimeva proprio il senso della fine.
Poi me ne sono dimenticato.
Si lavora, ci si interessa della propria professione e le considerazioni del primo mattino, pur avendo l’oro in bocca, passano in secondo piano e mi sono ritornate in mente al TG delle 20, quando, illustrando la ritrovata unità dell’unione, hanno fatto vedere un direttivo di qualche giorno precedente ai referendum,
Intorno al tavolo non uno che sorridesse.
Teste canute, volti flaccidi e grinzosi.
Seduti su sedie troppo alte e tutti – si riconoscevano tra gli altri Sbarbati, Borselli, Marini, Parisi, Prodi, Fassino - ricurvi con i gomiti (sic!) appoggiati al tavolo.
Unica eccezione il povero Rutelli che sembrava, fisicamente e logisticamente un pesce fuor d’acqua (ma ognuno è libero di scegliere i compagni di viaggio che preferisce …).
Quale differenza, ho pensato, con la verve del Premier Berlusconi che sprizza ottimismo da tutti pori !
Quale differenza con il sarcasmo di Fini, l’ elegante aplomb istituzionale di Pera e Casini, le battutacce da trasteverino di Storace, le provocatorie iperboli di Calderoli e i discorsi a mitraglietta (perché di cose da dire ne ha tante!) di Gasparri !
Eh sì, digiamolo !, con l’ audiofisiognomica non dovremmo neppure fare campagna elettorale.
Basterebbero dei manifesti con le loro fotografie, qualche spottino con i loro discorsi et voilà, la sinistra sarebbe cotta da sola, si, perché, a parte il livore verso Berlusconi e la volontà di eliminarlo, qualcuno ha capito cosa propongono ?

M.F.

 
 
 

Post N° 163

Post n°163 pubblicato il 17 Giugno 2005 da Wurizyko

TRA CASTELLI E CIAMPI SCELGO CASTELLI

 

Il dissidio tra l’alto burocrate eletto solo dai “pari” e che mai si è sottoposto al giudizio dei cittadini, Carlo Azeglio Ciampi, e il Ministro Leghista della Giustizia Roberto Castelli, apre un nuovo capitolo nella lotta tra i vecchi poteri forti di regime e l’aspirazione, che viene dal Popolo, di abbandonare la superata liturgia della prima repubblica.

Tra l’altro la querelle è scoppiata su un argomento, la grazia a Sofri, Bompressi e Pietrostefani, riconosciuti colpevoli da ben 7 processi  per l'omicidio del Commissario Calabresi, che credo otterrebbe a livello popolare ben poca comprensione per i fautori della “grazia”.

Chi delinque deve essere giudicato, sicuramente con tutte le garanzie necessarie ad evitare errori (e nessuno può negare che l’aver fatto ripetere il processo per ben 7 volte, sia stato un trattamento di massimo riguardo verso gli imputati poi dichiarati colpevoli), ma poi l’applicazione della pena, perché assuma la sua valenza,nell’ordine, punitiva, deterrente e redimente, deve essere certa e applicata fino all’ultimo minuto dell’ultima ora, dell’ultimo giorno, dell’ultimo anno di condanna.

Tra l’altro vi è da dire che le pene inflitte agli assassini di Calabresi, oltre ad essere scontate con tutti gli agi possibili ed immaginabili (come neppure si sognerebbero i vari boss della mafia) sono assai lievi in rapporto all’efferatezza del crimine che è stato il culmine di una campagna d’odio perpetrata dai “cattivi maestri” contro un Nobile Servitore dello Stato.

Si erge quindi la figura del Ministro Castelli che si oppone alla volontà (a senso unico) di “chiudere” con gli anni di piombo con una grazia che, così come sarebbe un’amnistia generalizzata, anche se diretta ai terroristi neri oltre che a quelli rossi, offende la memoria delle vittime e  delle loro famiglie.

Il potere assoluto di grazia che vorrebbe Ciampi non può coesistere con la “responsabilità” dei suoi atti attribuiti al Governo che agisce attraverso i ministri competenti.

E mentre Ciampi da voce alle presunte elite intellettualoidi (la cui rispondenza nel Paese è stata testata con il referendum sulla procreazione assistita), il Ministro Castelli, invece, riesce a dare voce e corpo a tutti quegli Italiani onesti che desiderano la certezza del diritto e delle pene da far scontare ai rei.

Ed è infine da ricordare come il Ministro Castelli non sia nuovo a farsi carico di tale rappresentanza popolare, come quando ha difeso la politica di respingimento degli immigrati illegali, si è opposto agli eccessi del mandato di cattura europeo ponendo il veto a talune decisioni degli eurocrati e ha ribadito il diritto a far togliere veli e burka alle donne musulmane che, per prima cosa, in Italia devono rispettare la nostra legge.

E’ quindi meritato il plauso che rivolgiamo al Ministro Castelli, con l’invito a continuare su questa strada.


 
 
 

Post N° 162

Post n°162 pubblicato il 15 Giugno 2005 da Wurizyko

PARTITO UNICO/NUOVO:
LE DESTRE PER L'ITALIA

Concluso il referendum, si riaprono le discussioni sugli assetti politici che ci porteranno alle elezioni del 2006.
I commentatori politici hanno osservato come il bipolarismo che ha caratterizzato gli ultimi 11 anni di vita politica, è destinato ad evolversi: in un sostanziale bipartitismo o a subire una involuzione con il ritorno al proporzionale.
Chi scrive auspica la prima ipotesi e in tal senso porterebbe la realizzazione di quel Partito Unico/Nuovo del Centro Destra, quella Casa dei Moderati e dei Riformisti che ha in Silvio Berlusconi il suo promotore.
Per la verità, di un partito unico del Centro Destra se ne parlava sin dal 1994, con Marcello Veneziani che lo chiamava alternativamente Alleanza Italia o Forza Nazionale, e con l’ipotesi di un gruppo parlamentare unico dell’allora maggioranza, poi naufragata per il cedimento di Bossi alle sirene della sinistra e del ribaltone.
Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta e oggi Bossi, o, meglio, la Lega, è l’alleato più affidabile del Cavaliere e si è fatta interprete di alcune importanti istanze abbandonate da Fini e dalla sua Alleanza Nazionale: la lotta all’immigrazione clandestina, i valori nazionali – pur se in chiave federale – contrapposti alla burocrazia di Bruxelles e dell’euro, il binomio “legge e ordine” ben interpretato dal Ministro leghista della Giustizia Roberto Castelli.
Paradossalmente è proprio la Lega che continua a rifiutare l’adesione al Partito Unico/Nuovo, facendo prevalere la sia voglia di identità, alla pari di quella parte di Alleanza Nazionale che si ritrova nelle posizioni della Destra Sociale e potrebbe rappresentare tutta quell’area che si colloca in una posizione particolarmente sensibile alle tematiche sociali e che è al momento frazionata in vari movimenti alla destra di AN.
Personalmente sono un sostenitore del valore aggiunto della pluralità delle Destre: Destra Sociale, Destra Federale, Destra Cattolica, Destra Nazionale, Destra Liberale (avendo cura di precisare che si scrive “destra” in un’ottica bipartitica quel che, nel panorama politico italiano, potrebbe essere definito “Centro Destra” o “Area Moderata e Riformista”), ognuna delle quali porta e mantiene la propria identità che, in una azione sinergica, ognuna svolge una funzione in uno propositiva e di riequilibrio sulle altre, la cui risultante è un’attività di governo svolta nell’interesse generale, per l’intera comunità nazionale, senza privilegiarne solo una parte.
Ciononostante è comunque auspicabile un’aggregazione che veda solo una parte di queste Destre confluire in un unico soggetto politico, mantenendo, magari per le istanze maggiormente identitarie, una separata organizzazione che, però, orbiti comunque, nell’ambito di un progetto di più ampio respiro e prospettive, attorno al nucleo maggiore.
Il progetto del Partito Unico/Nuovo ha una sua specifica valenza in chiave maggioritaria, ma la politica è l’arte del possibile e spesso le grandi riforme richiedono pazienza, tempo e una serie di piccoli passi di avvicinamento.
In questo senso si può interpretare l’ampia gamma di alternative che Berlusconi ha illustrato, ognuna delle quali può essere considerata una tappa, più o meno lunga, di avvicinamento al risultato finale e, tra queste, anche l’ipotesi, transitoria e di marketing, di un unico partito con una pluralità di simboli.
E in tale prospettiva è molto importante che il dibattito sia aperto, con iniziative specifiche come quella della
Rete delle Libertà e come le discussioni aperte nei blog di Tocqueville tra i quali citiamo Freedomland e RegimeChange.
Un dibattito che sconta inevitabilmente diffidenze e schemi consolidati, voglia di realizzare in fretta e prudenza eccessiva, ma che segna un percorso irreversibile verso quella confluenza delle Destre, di tutte le Destre, in un unico soggetto, per rilanciare, sotto ogni aspetto, l’Italianità in un mondo globalizzato dal quale non si può tornare indietro e che è ormai una realtà con la quale confrontarci quotidianamente nella cultura, nel lavoro e nella politica.

M.F.

 
 
 

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