x factor e altro

L'amore ad ogni angolo


Insomma ieri ne ho fatta una delle mie. Alle 10 del mattino circa passo dalla mia amica Susy non Wong per andare al mercato popolare. La via è di passaggio, ai limiti del centro storico. C'è il sole e traffico nella strada. Mentre l'aspetto il mio occhio cade a terra  e su un'aiuola lunga dove ci sono alcuni alberelli, c'è un pezzetto di carta tagliato male in un angolo con su parole. La scrittura era tonda (femminile, penso), le righe poche. Mi sono curvata in avanti per leggere il contenuto. Diceva più o meno " A una donna che sa vedere il cuore dell'autunno" poi c'era un  nome: Henry e un numero di telefono. Subito la fantasia mia si è immaginata il fatto. Un ragazzo innamorato di una ragazza che abita nel viale le ha fatto trovare quel biglietto. Un modo per svelarle il suo amore.Oppure "un ragazzo che ama una ragazza le ha dato fiori e un biglietto". Poichè vivo in una città senza poesia, votata all'arricchimento, allo sfoggio della moda da poco o tanto prezzo, mi son detta "Toh! guarda che c'è qualcuno in giro che scrive ancora poesie". Ovviamente ho preso il mio cellulare ed ho scritto un messaggino a questo Henry che io immaginavo giovane, alto e innamorato dicendogli di aver apprezzato quelle parole e che purtroppo non erano per me. Poi ho dimenticato il fatto. Verso sera mi arriva una telefonata."Sono Henry, tu hai trovato il mio biglietto". Cerco di capire come la voce che sento si può sposare con il giovane, alto innamorato appena un po' fuori dalle righe. Lo faccio a stento. Sento che il ragazzo seppur intelligente mostra il senso del "ho bisogno di qualcuno".Allora mi dice che quel biglietto lui l'ha lasciato lì per vedere cosa il caso avrebbe fatto. Per vedere se e chi lo avrebbe visto e sperando che costei rispondesse. Io però non l'avevo capito che era lì abbandonato al "caso". Pensavo che fosse per Margherita, Julienne o Elisabeth. Il fatto è che sono stata io la solita romantica che l'ha raccolto. Insomma Henry mi dice che sarebbe bello incontrarsi a bere un caffè e guardarci in faccia. A me la cosa era sembrata così fuori dall'ordinario che ho accettato. Vediamo come è mi son detta. Lui sarebbe venuto dopo aver portato il suo curriculum per una richiesta di lavoro. L'aveva perso da 15 giorni.E vado all'appuntamento. Il bar all'aperto era in realtà chiuso e solo sediole attorno ai tavolini erano deserte e vuote. Lo vedo arrivare. Un uomo con un bel pancione. Ma non una pancia piena dei piaceri della vita e della gola. Una pancia piena da cibo ingurgitato per nevrosi e solitudini non tanto cittadine. Marginarie. Marginate. Vabbè, io cinica mi dico. Gli vado incontro e gli stringo calorosamente la mano. Ha un viso tondo, regolare, gli occhiali. E' un po' in affanno. Ci sediamo e parliamo. Mi racconta di come lui l'avesse lasciato lì affidato al caso il biglietto. Un povero biglietto un po' sgualcito e strappato,  a ben pensarci,  non poteva essere stato destinato a una donna in particolare, che vuoi corteggiare. Osservando con attenzione e lucidità le cose avrei potuto capirlo. Ed Henry mi parla. Mi parla ed è come una botte piena che non si esaurisce mai. Lega un discorso all'altro senza interloquire con me. Come ha perso il lavoro, dove era, cosa faceva. Cerco di immaginare dove vive. Glielo chiedo e mi dice "sul viale Tassoni". Cerco di fargli qualche domanda, perché Henry appena si mette a parlare non smette più. Deve mettere in fila tante ccose, l'una legata all'altra con senso sì e intelligenza. Ma sento l'urgenza di sua di parlare dettata da un fondo di angoscia del quale non so se è consapevole. E finalmente mi parla della sua casa. E' di fronte alla casa dei suoi anziani genitori. Se voglio me la fa vedere. Dico "no grazie". (non vi sembra un po' prematuro?"). Dice "si questa casa sembra più un magazzino che una casa. Io conservo tutto." "Cosa?" - chiedo. Tutto. Non butto mai niente. Ho dei giornali, sai quelli degli annunci economici in città? che ho lì da molti anni." "Quanti ?"  (immagino 5) Lui si concentra "ho dei numeri di sei - sette anni fa". Cosa se ne fa uno di numeri di sei sette anni fa? Numeri scaduti, passati, annunci macellati. Lui non da' spiegazioni. Dice che non riesce a buttarli. Io gli suggerisco di farlo perché buttare cose vecchie offre il posto a cose nuove nella nostra vita.  E lui mi dice "ma dopo le cose nuove non saranno come le vecchie?" Deus meus. Dolore, paura, dolore, Dio  mio. Dove e quando possiamo trovare un aiuto da te? Gli chiedo se è fidanzato. Mi dice che ha una amica di riferimento ma non può chiamarla "fidanzata". Io gli dico che lo sono. "Ah sì?". E' ora che io vada. Comincia X Factor e non voglio accollarmi un peso più grosso di me. Rifletto sui disagi, sulle solitudini, sulle nevrosi. Dio mio, illuminami. Ma non posso e non so fare e non voglio fare la crocerossina senza nessuna speranza di poter aiutare una persona. Cosa vuole da me Henry? Lui cerca Amore. Lo so. Ma perché mi capitano i "disperati?". Sono disperata io? La psicologia dice di sì. Fanculo alla psicologia.  Mi dice: "hai un pezzo di carta ? " Io dico no. "Se permetti vorrei scriverti altre parole" Capito? Lui usa la parola scritta come sul web. E la parola scritta mi permette di vedere nelle sue parole una parte del mio animo. Le parole scritte da un altro sono il veicolo del nostro animo. "Non mi puoi dire a voce quello che mi scriveresti?". Lui si volta e  mi dice un po' rosso e affannato "Beh, innanzitutto ti devo dire che hai un viso molto carino". Stop. Stop caro.  Devo andare. Io non posso amarti. L'amore si trova ad ogni angolo di strada?. Solitudine, vuoto, sofferenza. Anima persa. A voi capitano cose strane?