Post N° 24

Post n°24 pubblicato il 31 Agosto 2006 da spanish_italy
 

ADDOTTA UNA PIANTA VIRTUALE!

Hai a disposizione una vasta scelta per tutti i gusti.

Adderisci alla campagna informativa anche tu!



Adottami anche tu...

...sostieni la legalizzazione!

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...sostieni la legalizzazione!

 
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Post N° 22

Post n°22 pubblicato il 30 Agosto 2006 da spanish_italy
 


APPROFONDISCI IL TEMA:




         









 
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Post N° 20

Post n°20 pubblicato il 30 Agosto 2006 da spanish_italy
 


 
LINKS A TV GRATUITE

 





TV DI TUTTO IL MONDO
GRAFICA DA URLO








 
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Post N° 19

Post n°19 pubblicato il 29 Agosto 2006 da spanish_italy
 

SONO MOLTO ARRABBIATA CON LA SKY:

I signorini hanno comprato il mio nominativo da qualche parte.
E' circa un anno che continuano a telefonare chiedendo di me, ed è un anno che gli dico che non devono rompermi i coglioni!
Poi mi chiedo da dove hanno comprato il mio nominativo dato che io sono ospite di una persona e il telefono è a nome suo!
Gli ho scritto e mi sono sfogata!
Del resto ho dovuto cercare in internet i contatti xke nel loro sito non ci sono i contatti e puoi comunicare con loro solo se ti iscrivi!
BASTARDI!

 
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Post N° 18

Post n°18 pubblicato il 28 Agosto 2006 da spanish_italy
 
Tag: ALTRO

VI PREGO ANDATE KUI
http://www.mtv.it/
SCRIVETEVI POI ENTRATE NEL SITO MTV


POI ANDATE SU COMPETITION
E DA LI ANDATE AL CONCORSO
DELLA PEUGEOT

 http://www.mtv.it/community/competition%5Festerne/peugeot/


E POI MI VOTATE, KUI:

http://www.mtv.it/community/competition_esterne/peugeot/vota_foto.asp



SO KUELLA ALIENATA CON LA FACCIA VERDE...


VI PREGO UN
VOTO AL
GIORNO
E POI MAGARI
VINCETE KUALKE
COSA...
VI PREGO è
IMPORTANTE X ME ARRIVARE IN
FINALE
E MAGARI
VINCERE XKE
STO
INGUAGLIATA
E MI SERVONO
SOLDI
XKE LAVORO POCO
E
OCCASIONALMENTE...
HO VERAMENTE

BISOGNO
GRAZIE

 
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Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 26 Agosto 2006 da spanish_italy
 
Foto di spanish_italy

SOS HELP AYUDA AIUTO!

STANNO CERCANDO DI MANDARE KO UNO DEI PIU BRAVI PORTATORI DI VERITA KE ESISTONO AL MONDO, DOPO LA MORTE DI JOE VIALLS RIMANE SOLO LUI...IL SUO EX EDITORE DOVEVA METTERE DA PARTE I SOLDI DEI RICAVI DELLE VENDITE X AFFRONTARE I COSTI DELLE SUCCESSIVE EDIZIONI DA STAMPARE, E BEH?
IL NOSTRO CARO STRONZO ROYAL ADAMS NN SOLO NN LO HA FATTO, MA STA ANCHE SPUTTANANDO ICKE, LO ACCUSA DI ESSERE LUI UN SATANISTA DEGLI ILLUMINATI, MA VI PARE KE SE FOSSE VERO ICKE SI SAREBBE SPUTTANATO DA SOLO TUTTI KUESTI ANNI? LO HA RICATTATO KE VUOLE 100000 DOLLARI X SMETTERE DI PARLARE MALE DI LUI E SI è PRESO ILLEGALMENTE LUI IL COPYRIGHT SUI LIBRI DI ICKE.
ICKE HA KIESTO IL NOSTRO AIUTO:



IF YOU SUPPORT WHAT DAVID ICKE IS TRYING TO DO, VIRTUALLY ALONE, AND YOU WANT HIS BOOKS AND WORK TO CONTINUE, THEN PLEASE READ THIS...This is real serious and David's work is in imminent danger of ceasing without your help. Donate system now working.CAN YOU HELP?

We need a short-term loan or loans to reprint David's books, which are about to run out.

CLICCA SUL LOGO X I DETTAGLI:




 
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Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 15 Agosto 2006 da spanish_italy
 

DOCUMENTARIO SULLA PRODUZIONE DEL HASHISH



GUARDA I VIDEO DEGLI SPONSOR




 
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Post N° 14

Post n°14 pubblicato il 15 Agosto 2006 da spanish_italy
 

NO GUERRE PER IL PETROLIO!

USATE IL CARBURANTE DERIVATO DALLA CANAPA!

NON METTETE LE BOMBE NEI CANNONI
METTETECI L'ERBA CHE SON PIU' BUONI!


GIGANTI

[1964]
Testo di Enrico Maria Papes
Musica di Enrico Maria Papes e Sergio Di Martino

Mettete dei fiori nei nostri cannoni
era scritto in un cartello
sulla schiena di ragazzi
che senza conoscersi,
di città diverse,
socialmente differenti
in giro per le strade della loro città
cantavano
la loro proposta,
ora pare ci sarà un'inchiesta

tu come ti chiami?
Sei molto giovane

Me ciami Brambilla e fu l'uperari
lavori la ghisa per pochi denari
e non ho in tasca mai
la lira
per poter fare un ballo con lei
mi piace il lavoro,
ma non son contento
non è per i soldi che io mi lamento,
ma per questa gioventù
c'avrei giurato che mi avrebbe dato di più

Mettete dei fiori nei vostri cannoni
perché non vogliamo mai nel cielo
molecole malate,
ma note musicali
che formano gli accordi
per una ballata di pace,
di pace, di pace


Anche tu sei molto giovane,
quanti anni hai?
E di che cosa non sei soddisfatto?

Ho quasi vent'anni e vendo giornali
girando quartieri fra povera gente
che vive come me,
che sogna come me
sono un pittore che non vende quadri
dipingo soltanto l'amore che vedo
e alla società non chiedo
che la mia libertà

Mettete dei fiori nei vostri cannoni
perché non vogliamo mai nel cielo
molecole malate,
ma note musicali
che formano gli accordi
per una ballata di pace,
di pace, di pace



E tu chi sei?
Non mi pare che abbia di che lamentarti...

La mia famiglia è di gente bene
con mamma non parlo,
col vecchio nemmeno
lui mette le mie camicie
e poi critica se vesto così
guadagno la vita lontano da casa
perché ho rinunciato ad un posto tranquillo
ora mi dite che ho degli impegni
che gli altri han preso per me

Mettete dei fiori nei vostri cannoni
perché non vogliamo mai nel cielo
molecole malate,
ma note musicali
che formano gli accordi
per una ballata di pace,
di pace, di pace.




L'ERBA DEL VICINO è SEMPRE PIù VERDE





IL FILM (CLICCA L'IMMAGINE)



 
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Post N° 13

Post n°13 pubblicato il 14 Agosto 2006 da spanish_italy
 



IL CAVALIERE BANDANATO VUOLE LEGALIZZARE LO SPINELLO


VIDEO DELLA PUNTATA DI MATRIX DEL 11/02/2006:




 
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Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 14 Agosto 2006 da spanish_italy
 


Tetrahydrocannabinol,THC

Hoy Maria ti amo
hoy Maria ti voglio
hoy Maria ti amo
hoy Maria ti voglio
e` una canzone d'amore
mi sale dal cuore
con ardore candore
stile cantautore caro ascoltatore
la canto con calore
e` struggente
un mix fra Masini e Cocciante
coscente che serenate
ne han gia` scritte tante
in tanti con sentimenti e intenti
differenti non pianti
lamenti accordi struggenti
ricordi
ne hanno scritta una per francesca
che non si trovava per giulia che era brava
per silvia che ignorava
che luca si bucava per anna che sapeva fare all'amore
per gianna gianna gianna
che aveva un coccodrillo
ed un dottore
a marinella volata su una stella
la sua che due palle
ci aveva fatto
lisa dagli occhi blu
cosi dopo signora lia
passerotto non andare via con la mia
dedicata alla maria
ricordo quando l'ho incontrata al
parco sette anni or sono vestita in verde
con quel suo profumo
buono stava con un mio amico
che mi ha chiesto me la tieni
devo andare all' aereoporto
e lei non va d'accordo tanto
con i cani
non ci son problemi
fidati di me
che intanto
che tu vai facendo chiacchiere
e anche se ai quei tempi
ero poco piu` di un bebe
sono corso a casa mia
con la maria a farmi un the
Hoy Maria ti amo
hoy Maria ti voglio
hoy Maria ti amo
Hoy Maria ti voglio Maria Maria
Maria Maria Maria
Maria Maria Maria
con la maria ho fatto il the e l'ho baciata
prima l'ho conquistata
con un tubo perugina
dalla mattina fino a sera
siamo stati insieme
e stavo troppo bene
sebbene m'era venuta
una fame immane da pescecane
mi sono fatto otto panini
col salame e un tegame
di pasta al pesto
del resto dopo mangiato maria si
bacia con piu` gusto mi sono addormentato
poi verso sera
mi sono svegliato e
lei era finita finita chissa` dove
volevo tornare al parco ma pioveva
e gia` il mio cuore si struggeva
dopo di allo
ra l'ho sempre cercata continuamente
ma purtroppo ha dei guai con la legge e`
latitante e certe sere
che mi sento solo e stanco
come Caruso schiarisco la voce e
intono un canto Hoy Maria ti amo
hoy Maria ti voglio
hoy Maria ti amo
la maria la maria
maria che fa giovanna
di secondo nome l'ho rivista
l'altra estate presso la stazione
e con lei mi sono fatto
la stagione e piu` che un cuore
di panna era un cuore di can.... ma gia`
sapevo che sarebbe finita ta
presto non la fanno passare in dogana
e per maria restare e` un rischio
e` ricercata dai pulotti
e dai caramba ha pure dei
casini con la guardia di finanza
ma comunque sia ho visto
che qualche agente di polizia si
fa le sue serate in
compagnia di maria e` una condanna
della mia vita un dramma
perche` non potra` essere io maria
giovanna una capanna mi e`
rimasto solo una canzon nel mio
corazon le vacanze le
faro` in Giamaica dalla mia Maria
bella aspetto intanto
voto Pannella
e canto maria maria
maria maria maria maria maria maria
Hoy Maria ti amo
hoy Maria ti voglio
hoy Maria ti amo
Hoy Maria ti voglio
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Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 14 Agosto 2006 da spanish_italy
 


Cannabis connection
di Marcello Pamio


“Sarebbe di interesse universale nella storia dell’umanità scoprire che è stata la coltivazione della canapa a inventare l’agricoltura e di conseguenza la civiltà”.[1] Non sono le speranze di un hippy un po’ attempato in vena di rivincite ma le parole di Carl Sagan, l’astrofisico consulente della NASA, padre del progetto S.E.T.I. (Serch for ExtraTerrestrial Intelligence) e fondatore della Planetary Society.
La forte “attrazione” tra il divulgatore scientifico migliore del mondo[2] e la Cannabis “fumantis” (perdonate la licenza poetica) è risaputa, mentre la cosa poco nota è che nelle parole di Sagan si nasconde una profonda verità: la canapa effettivamente è una delle piante più antiche che l’uomo conosca!
A conferma di ciò vi sono numerose testimonianze archeologiche in ogni angolo della Terra che indicano senza ombra di dubbio come la canapa era conosciuta e coltivata in epoche remotissime: uno per tutti, il ritrovamento a Catal Huyuk, antica Mesopotamia, di manufatti in canapa risalenti, secondo i ricercatori, a circa 8000 anni prima di Cristo.
Non sappiamo con certezza se la canapa è stata la prima o la seconda pianta coltivata dall’uomo e sinceramente non siamo qui a stabilire una graduatoria di anzianità ma semmai per comprendere le vere motivazioni che portarono al suo divieto in moltissimi paesi di tutto il mondo. Una proibizione che di punto in bianco dopo millenni di utilizzo nelle più svariate applicazioni, che vedremo in seguito nel dettaglio, rese illegale una pianta messa a disposizione per noi dalla Natura.
Le motivazioni ufficiali certamente saranno state validissime per mettere al bando una pianta che cresce velocemente senza l’ausilio di prodotti chimici, da cui si produce carta di ottima qualità, tessuti resistentissimi, materiali plastici per l’edilizia, combustibili poco inquinanti, medicinali. Non ci credete? Be’, non ci volevo credere nemmeno io!
I papiri egizi e cinesi che nonostante tutto questo tempo sono giunti integri fino ai nostri giorni, le antichissime mappe cartografiche della Terra, la prima Bibbia di Gutemberg, avevano una sola cosa in comune: la canapa. Per non parlare dei primissimi preparati erboristici che sciamani e curanderos, dalla Siberia al Sud America passando per l’intera Europa, utilizzavano per alleviare le più svariate patologie, e più recentemente almeno la metà dei medicinali usati per tutto l’Ottocento!
Come mai queste informazioni importanti si sono perse negli anni, e perché i media in generale il cui unico servizio è appunto quello di informare hanno sempre taciuto?
Lungi da me l’idea di un controllo globale della stampa da parte di potenti corporazioni, però bisogna ammettere che certamente è una strana coincidenza il recentissimo interesse giornalistico e quello medico-scientifico delle multinazionali chimico-farmaceutiche alla canapa, che ne dite? Fintantoché nessuno aveva in mano, anzi quotato in borsa, il medicinale non se ne parlava, oggi che hanno sintetizzato in laboratorio il principio attivo della cannabis, il THC, e si stanno preparando a venderlo sotto forma di farmaco se ne parla. Non è molto strano?
Oggi sono riemerse dall’oblio le proprietà antibiotiche, antidolorifiche[3] e antiepilettiche della pianta, come pure la sua efficacia contro l’anoressia, la depressione e il glaucoma[4]. Ultimamente sta avendo risultati positivi anche nei malati di sclerosi multipla[5] e nei malati di cancro per sostenere nausea e vomito causati dalla chemioterapia.
Insomma dalla canapa si produce tutto o quasi tutto quello che si può ottenere dal petrolio e dai suoi derivati con la piccola differenza che questi ultimi hanno un costo e un impatto ambientale incalcolabili, mentre la canapa è naturale e i prodotti di scarto si integrano meglio nell’ambiente.
Il punto è allora, come mai abbiamo scelto la strada del petrolio e abbandonato, anzi sbarrato, la strada della canapa? Per meglio comprendere questo punto, che sarà fondamentale ai nostri fini, dobbiamo tornare seppur nella carta indietro di un secolo e mezzo e rivivere per un momento la situazione economica e industriale di allora.
Ci troviamo a Pittsburg (ricordatevi questo nome), negli Stati Uniti e davanti a noi si erge la prima raffineria petrolifera al mondo[6]. L’anno è il 1850.
Saltiamo in avanti di qualche decennio e arriviamo nel 1917 quando la Compagnia Du Pont, della omonima famiglia, grazie a finanziamenti della Mellon Bank entra a far parte delle primissime industrie petrolchimiche. La Du Pont per chi non la conoscesse, è la beneficiaria della maggior parte dei brevetti sulle materie plastiche: nylon, rayon, cellophan, vernici, ecc.
La Mellon Bank di Andrew Mellon è una delle principali banche americane la cui sede principale, guarda caso, è a Pittsburg!
Apro una parentesi per gli amanti del cospirazionismo perché sembra che Andrew Mellon e la famiglia Du Pont facessero parte del Comitato dei Trecento, il gruppo nato per controllare il sistema bancario mondiale[7]. Chiudiamo la parentesi e ritorniamo a Pittsburg.
I soldi forniti dalla Banca di Mellon permisero alla Du Pont di entrare in possesso della General Motor, una delle più grandi case automobilistiche di allora e delle principali tecnologie per la fabbricazione della carta dalla cellulosa del legno.
Il 1919 fu un anno molto significativo perché succede qualcosa che avrà ripercussioni notevoli nella finanza e nell’industria: inizia il proibizionismo in America. Un periodo abbastanza lungo e oscuro (fino al 1933) in cui fu bandito totalmente l’alcol. Non tutti sanno però che all’epoca il carburante e/o combustibile era basato anche sull’alcol etilico[8] detto etanolo, derivante dalla fermentazione di vegetali e cerali, e sull’alcol metilico o metanolo derivante dalla fermentazione del legno.
Proibendo l’alcol da bere di conseguenza si proibiva anche l’alcol per uso industriale.
Non finiscono le coincidenze perché il ‘33 è l’anno in cui termina il proibizionismo ma anche quello in cui Mitscherlich produce quella sostanza scoperta nel 1825 da Faraday: la benzina[9]!
Ora ipotizzare che il Proibizionismo americano fu inventato per boicottare le “altre benzine” è un po’ forte, però rimane il fatto che effettivamente all’epoca chiunque poteva prodursi in proprio il combustibile…e forse questo poteva dare fastidio a qualcuno.
Risolto il problema dei combustibili, rimaneva quello delle materie plastiche di origine vegetale: miscelando infatti steli di canapa e calce si può ottenere un materiale da costruzione simile al cemento ma molto più elastico e leggero[10]. Questo è un altro gravoso problema per l’impero Du Pont che nel 1937 aveva brevettato un procedimento per la fabbricazione di materiali plastici dal petrolio! Come risolverlo?
Una mano gliela diede la campagna mediatica disinformante del più grande magnate del giornalismo statunitense: Rudolph Hernst. Attraverso i suoi numerosi giornali divulgò notizie false in merito alla cosiddetta Marijuana. Lo stesso termine Marijuana fu una sua invenzione letteraria. Adottò dal dialetto di Sonora, località messicana famosa oggi come ieri per l’esportazione di droghe, una parola allora sconosciuta e la usò come strumento di propaganda terroristica psicologica. Fa certamente più paura avere a che fare con una sostanza che non si conosce rispetto ad una nota.
Menzogne, che rasentavano il razzismo, diffamavano intere popolazioni come i messicani colpevoli secondo Hernst di essere solamente dei pigri fumatori di erba, o che mettevano in relazione le violenze sessuali nei confronti delle donne bianche da parte dei negri all’uso della droga.
L’altra mano fu di un certo Harry Aslinger, il fortunato nipote di Andrew Mellon, quello della banca che nel frattempo è stato eletto anche Segretario del Tesoro, che usò gli articoli diffamanti di Hernst davanti al Congresso degli Stati Uniti d’America. Aslinger era a capo del Federal Bureau of Narcotics and Dangerous, l’Ufficio Federale Narcotici, e il risultato fu la famosissima Marijuana Act Tax!
La prima legge che proibiva dopo oltre diecimila anni l’uso e la coltivazione della canapa.
Risolto anche questo!
Per la Du Pont, e tutti gli investitori dell’epoca che puntavano esclusivamente sul petrolio, la Marijuana Act Tax fu una vera e propria manna dal cielo: tolse dai piedi una scomoda pianta dai mille usi e lasciò all’oro nero la strada sgombra.
Ma soprattutto chi ne ha beneficiato di più è stata la lungimirante banca Mellon. Lungimirante perché oggi la Mellon Financial Corporation[11] ha capitali in centinaia di aziende e/o multinazionali legate al petrolio e all’energia come la Chevron Texaco, Exxon, Mobil, Occidental Petroleum, Teco Energy, Total Fina, Ford, General Electric, oppure all’ editoria come l’International Paper, The New York Times, Reader’s Digest Association, ecc.
Quindi tornando al discorso iniziale, le motivazioni erano e sono tuttora molto valide!
Tutti felici e contenti…gli industriali, molto meno quelle persone che da anni “combattono” per rivalutare la canapa rendendole finalmente giustizia dopo decenni di proibizionismo. Uno stop che penalizza non solo noi costringendoci ad utilizzare i derivati del petrolio, ma soprattutto la nostra Terra che ne paga le conseguenze in termini ambientali.
Provate ad immaginare cosa sarebbe successo se quel giorno, i magnati della Du Pont e le sorelle del petrolio, supervisionati da mamma Mellon, avessero deciso per lo sviluppo della canapa invece del petrolio. “All’interno della sala ovale a Pittsburg, li ho visti mentre sorseggiando alcol di ottima qualità in barba al proibizionismo ipotecavano il futuro dell’intero pianeta. La decisione non era certo facile: il grasso e puzzolente petrolio che pochi potevano estrarre oppure la verde e profumata canapa che tutti erano in grado di coltivare?
Il dilemma è stato risolto con un voto plebiscitario: dodici voti su tredici indicavano la canapa!”.
Poi purtroppo è suonata la sveglia…

Marcello Pamio, tratto da Nexus ed. italiana nr. 39 (luglio-agosto 2002)

[1] «The Dragon of Eden, speculation on the Origin of Human Intelligence». Carl Sagan, ed. Paperback 1977
[2] «Scientific American»
[3] Londra, GW Pharmaceuticals
[4] Ministero della Sanità canadese
[5] Trasmissione «Report» del 16 febbraio 2002
[6] «Chimica e mineralogia», società editrice Internazionale
[7] «Le Società segrete e il loro potere nel XX Secolo» di Jan van Helsing, edizioni Andromeda
[8] «Chimica e Mineralogia» 1959 – Materia ed Energia, 1963 edizioni Vallecchi
[9] «Storia della Chimica», 1946 edizioni Chiantore
[10] www.studentibicocca.it
[11] Osservatorio delle transnazionali www.transnational.org

GUARDA IL VIDEO SUGLI USI DELLA MARIA



DAL DATO MOMENTO CHE L'INQUINAMENTO DEL PIANETA, DOVUTO ALL'USO DEL PETROLIO E LE GUERRE DERIVATE DA ESSO, NONCHE' MALFORMAZIONI GENETICHE E MALATTIE SI SAREBBERO POTUTE EVITARE USANDO LA CANAPA AL POSTO DI TUTTE QUELLE SCHIFEZZE CHIMICHE, IO ACCUSO LE CORPORATIONS ED I GOVERNI DI ESSERE DEGLI ASSASSINI! GLI ACCUSO DI AVER ROVINATO L'AMBIENTE ABBATTENDO ALBERI AL POSTO DEL USO DELLA CANAPA!GLI ACCUSO PER NON DARE IL THC A TUTTE LE PERSONE MALATE, PER QUESTO VOI SIETE:
DEGLI ASSASSINI!
MERITATE IL CARCERE A VITA!
MI AUGURO DAL PROFONDO DEL MIO CUORE CHE TUTTE LE MORTI E MALATTIE CHE AVETE CAUSATO RICCADANO SU DI VOI TRIPLICATE!

 
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Post N° 10

Post n°10 pubblicato il 14 Agosto 2006 da spanish_italy
 


Usi terapeutici della Cannabis di Marcello Pamio



Esiste una documentazione faraonica: libri, articoli, antichissimi erbari, ricerche e pubblicazioni scientifiche, esperienze di volontari, ecc. Tutto testimonia a favore della cannabis nella cura di patologie che vanno dai dolori muscolo-scheletrici, al glaucoma, dall’anoressia e depressione a malattie tremende come epilessia e sclerosi multipla, per non parlare del validissimo aiuto nell’alleviamento degli effetti secondari dei trattamenti chemioterapici nel cancro, come nausea e vomito, e negli stati debilitanti della Sindrome da Immunodeficienza (AIDS).
I risultati sono così entusiasmanti che oggi sperimentazioni mediche controllate sono iniziate in Stati Uniti, Germania, Spagna, Inghilterra, Belgio, Israele, Olanda e Canada. In quest’ultimo paese addirittura, l’Associazione Medica che riunisce tutti i 52 mila medici canadesi vorrebbe rimuovere dal codice penale l’uso personale della cannabis e sostituirlo con una semplice ammenda[1]. Cosa dire poi del recentissimo studio sull’abuso della droga da parte di una Commissione governativa inglese la cui conclusione è a dir poco incredibile: “Lo spinello dà meno assuefazione delle sigarette e dell’alcol[2]”. Non solo, il gruppo di esperti incaricati dal Ministro dell’Interno britannico per valutare i pro e i contro di un alleggerimento della legge sulle sostanze illecite, sostiene che la cannabis potrebbe addirittura fare bene alla salute: “l’azione cardiovascolare – spiega il rapporto – è simile agli effetti dell’esercizio fisico”.
Ma cosa sta succedendo? Una delle piante più antiche viene prima messa al bando rendendola illegale per decine di anni - paragonata ad una droga tossica e pericolosa per la salute - per poi saltare agli onori delle cronache vivendo oggi un periodo di quasi religiosa redenzione.
Una redenzione ostacolata da pochi e osannata da molti per via delle altre numerose applicazioni pratiche da guinness dei primati. Dalla canapa infatti oltre a medicinali che funzionano, e questo basterebbe, si possono ottenere: carta indistruttibile, materiale tipo plastica, coloranti, solventi, tessuti resistentissimi, cordame e molto altro ancora. Per questo, molto probabilmente, è stata oggetto della più grande opera di boicottaggio mai realizzata nella storia a noi conosciuta.
Questo recente riconoscimento è la presa di coscienza di un errore passato di proibizionismo gratuito - anche se di gratuito non ha proprio nulla - o la riabilitazione obbligatoria per via di un numero sempre maggiore di utilizzatori e di prove della sua efficacia, almeno in termini medici? La cosa certa è che oggi chi giova di tutto questo, tranne pochissime persone autorizzate dai rispettivi governi a fumarsi la “piantina”, sono le corporazioni chimico-farmaceutiche che approfittando della situazione stanno commercializzando prodotti di sintesi, i cosiddetti analoghi, che emulano il principio attivo della cannabis: il THC. Una emulazione che vedremo in seguito presenta qualche piccolo inconveniente.
Prima però osserviamo a livello fisiologico come agiscono questi cannabinoidi “colpevoli” degli eccezionali risultati terapeutici.
Il THC, come abbiamo detto è il principio attivo della cannabis, cioè quello che agisce direttamente sull’organismo. Per essere più precisi interagisce con un sistema detto cannabinoide[3] normalmente presente nel corpo umano, e produce i suoi effetti agendo sui recettori del sistema. I recettori sono delle proteine molto speciali che si trovano sulle superfici di determinate cellule. La droga, in soldoni, forma una specie di ponte, un legame con queste proteine e per così dire attiva delle funzioni cellulari interne molto precise. Sono stati identificati due tipi di recettore: il CB1 e il CB2.
I CB1 sono presenti sui neurociti encefalici e spinali come in certi tessuti periferici; i CB2 si trovano principalmente sulle cellule del sistema immunitario ma non nel cervello[4].
Questo è molto interessante: abbiamo recettori della cannabis sul cervello e addirittura nel sistema immunitario[5].
Per dover di cronaca è doveroso anche sottolineare che non esiste solo il THC, questo indubbiamente è il più famoso e il più presente nella pianta, ma esistono oltre 60 cannabinoidi diversi l’uno dall’altro. Al momento attuale non si sa molto sulle proprietà di questi cannabinoidi se non che sembrano essere privi di effetti psicoattivi e/o psicotropi sul cervello. Quindi l’ipotesi che anch’essi influenzino positivamente gli effetti terapeutici della cannabis senza però interferire sul comportamento umano non è da scartare.
In definitiva questi cannabinoidi di origine naturale interagiscono con parecchie funzioni organiche e sono in grado tra le altre cose di bloccare la liberazione dell’acido glutammico, il principale neurotrasmettitore implicato nella patogenesi dell’ictus[6]; liberare dopamina, un altro importantissimo neurotrasmettitore collegato alla capacità di controllare i movimenti, e tanti altri aspetti più sottili che sono in fase avanzata di studio. A proposito di studi: prima ho accennato alle numerose sperimentazioni che si stanno facendo in tutto il mondo. Bene. Le sperimentazioni per chi non lo sapesse sono sempre costosissime, e nessun istituto di ricerca si sognerebbe di spendere soldi senza la certezza matematica di un notevole tornaconto. Un tornaconto che si materializza molto spesso in un farmaco o una terapia. Nel caso della cannabis abbiamo, per il momento, due tornaconti sintetici: Dronabinolo e Nabilone. Ce ne sarebbero altri, come il Levonantradolo, l’HU-210, il SR141716A, ecc. ma per il momento sono disponibili solo per usi sperimentali. Per il momento però. Domani…è un altro giorno.
Il Dronabinolo, il cui nome commerciale è Marinol® è prodotto dalla Unimed Pharmaceuticals Inc., una compagnia della Solvay Pharmaceuticals Corporation. Il Nabilone detto anche Cesamet® è prodotto in Inghilterra dalla Cambridge Selfcare Diagnostics Ltd per conto della Eli Lilly & Corporation, quella del Prozac® per intendersi.[7]
Naturalmente a questo punto era d’obbligo spulciare i foglietti illustrativi di questi farmaci. Cosa secondo voi abbiamo trovato? Siamo sempre alle solite: svariati effetti collaterali! Fin qui nulla di strano, visto che non esistono medicinali di sintesi privi di controindicazioni. Però se vi dicessi che le reazioni avverse sono le stesse curate però dalla pianta naturale, come anoressia, depressione, astenia[8], la cosa non assume una aspetto tragicomico? Se uso per esempio la “cannabis sintesis” per aiutare un’astenia potrei vedere insorgere una depressione accompagnata pure da vertigini. Oppure, che ne so, per alleviare nausea e vomito provoco palpitazioni e/o ansietà. Interessante vero? Si cura da una parte e si pagano le conseguenze dall’altra! L’onnipresente rovescio della medaglia. Sicuramente il dritto sarà un basso costo di vendita al pubblico, giusto? Sbagliato. Una ventina di capsule di Cesamet® per esempio, costano 102 sterline circa[9]! E il Marinol è ancora più costoso[10]. Avete capito? Una singola pastiglia, per capirci, costa oltre 15mila di vecchie lire! Più che un dritto, mi sembra un altro rovescio! Il problema è che nessuno sta giocando a tennis, qui abbiamo a che fare con la vita e la salute, già precarie, di tantissime persone sofferenti.
Allo stato attuale quindi, abbiamo da una parte una pianta illegale a gratis che si potrebbe coltivare quasi ad ogni latitudine senza necessità di pesticidi e con un tempo di maturazione rapidissimo di pochi mesi, dall’altra dei prodotti sintetici che costano molto, richiedono diversi anni di studi e presentano inconvenienti secondari da non sottovalutare.
Cosa fare a questo punto? Legalizzare la pianta proibita per antonomasia, catalogata fin dagli anni ’60 nel campo delle “droghe senza alcun effetto terapeutico”[11], oppure continuare a non vederne i risultati in ambito terapeutico puntando esclusivamente nella chimica di sintesi? Secondo voi cosa opteranno i governi democratici dell’unione europea indirizzati magari dalle potenti corporazioni transnazionali della chimica e della farmaceutica? Una vaga idea io ce l’ho, non so voi…
Nessuno certamente vorrebbe una società in cui persone sane si spacciano per malati immaginari inventandosi patologie o peggio ancora falsificando esami per farsi prescrivere dal proprio medico una sigarettina farcita, o peggio ancora vedere malati che soffrono realmente di gravose patologie debilitanti che non possono utilizzare i derivati della cannabis se non da degenti ospedalieri, come sta succedendo oggi nel nostro paese. La farmacia del Policlinico Umberto I per esempio, ma questo è valido per tutti gli ospedali, può somministrare il farmaco derivato dal THC solo dopo il ricovero[12]. Non è questa una burocratica assurdità all’italiana? Una persona in grado tranquillamente di seguire la terapia nella comodità del focolare domestico, magari con la vicinanza dei propri cari, si vede costretta a entrare nell’ambiente asettico e freddo di un nosocomio.
Speriamo allora che passi il recente Disegno di Legge che introdurrebbe l’uso terapeutico della cannabis. Questo almeno permetterebbe di trovare i fitofarmaci sintetici direttamente in farmacia, previa naturalmente ricetta di un medico del servizio sanitario.
Nell’attesa di questo Disegno concludiamo con una comparazione dal punto di vista pratico e farmacologico tra la pillola sintetica e la sempreverde pianta plurimillennaria.
Apro una parentesi doverosa perché i fattori influenzanti nel caso della cannabis naturale sono numerosissimi: stati d’animo della persona, quanto e come il fumo viene aspirato, quanta cannabis contiene la sigaretta, quanto THC è presente nella pianta, dal tipo di pianta, ecc.
Chiudiamo la parentesi e prepariamoci ad entrare in campo.
Il fumo di una sigaretta di cannabis rilascia in circolo oltre il 30% del THC totale, mentre per via orale, la pillola, è di 2 o 3 volte inferiore perché dopo essere stata assorbita attraverso l’intestino viene metabolizzata dal fegato prima di raggiungere il grande circolo[13].
Uno a zero per la cannabis e palla al centro. Per essere onesti ci sarebbe una punizione per la chimica se consideriamo le supposte rettali che bypassando il fegato permettono un maggior assorbimento del THC in circolo.
Una volta entrato nel torrente circolatorio il THC si distribuisce in tutto il corpo principalmente nel tessuto adiposo perché essendo liposolubile si scioglie solo nel grasso. Questa proprietà intrinseca della cannabis è un grosso limite per la formulazione dei preparati cannabinoidi, oltre a rallentare il loro assorbimento intestinale[14].
Due a zero e di nuovo palla al centro.
Per quanto riguarda gli effetti farmacologici della cannabis documentati finora sono relativi alle vie respiratorie. Uno studio del Western Journal of Medicine del 9 giugno 1993[15] afferma che chi fuma cannabis rischia malattie alle vie respiratorie per il 19% in più di chi non fuma, e che nessuna dipendenza e/o assuefazione fisica è stata dimostrata se non una sporadica dipendenza psicologica in alcuni soggetti. Dall’altra abbiamo gli effetti secondari del Marinol® e del Cesamet® visti prima.
(NOTA DI SPAGNISH_ITALY: NON è LA MARIJUANA KE PROVOCA DANNI RESPIRATORI MA LA CARTINA E IL TABACCO CON CUI SI MESCOLA)
Diamo un punto alla sintesi chimica perché non tutte le persone sarebbero disposte a utilizzare la pianta attraverso la sigaretta. Se però consideriamo che dei sessanta cannabinoidi naturali contenuti nella canapa, i prodotti farmacologici attualmente in commercio sono basati quasi esclusivamente nel Tetraidrocannabinolo (THC), l’unico con effetti psicotropi, tralasciando gli altri cinquantanove privi di attività sul cervello, è lecito pensare che al momento attuale la pianta potrebbe essere almeno sessanta volte più completa di qualsivoglia prodotto uscito da un laboratorio di ricerca. Calcolando infine i costi rispettivi decisamente incomparabili il risultato finale è di quattro a uno per la cannabis! Avrete capito che questa è una gara surreale perché se avvenisse realmente l’arbrito, rappresentato dalle lobby del farmaco, fischierebbe almeno due o tre rigori per la chimica espellendo magari qualche cannabinoide per “intervento” troppo deciso. Non ci resta che sperare quindi in una invasione di campo che metta fine una volta per tutte a questa assurda e controproducente rivalità. Un “invasione pacifica” da parte di una maggiore consapevolezza che dia, anzi ri-dia, al malato il suo ruolo principale di essere vivente e che santifichi una volta per tutte uno dei diritti più importanti: quello della libera scelta terapeutica. Una scelta che spetta esclusivamente ai singoli individui e non alle organizzazioni sanitarie, tanto meno alle corporazioni; perché…una volta imboccata la strada terapeutica siamo noi a pagarne le conseguenze e/o goderne i benefici.


[1] ANSA 15 marzo 2002
[2] Il Corriere della Sera del 17 Giugno 2002
[3] Veniva usato per designare la famiglia delle sostanze chimiche presenti nella cannabis. Oggi abbraccia tutte le sostanze in grado di attivare i recettori.
[4] Uso terapeutico della cannabis. Il rapporto della Camera dei Lord – www.cgil.it/org.diritti/fuoriluogo/Rapporto.htm
[5] Idem
[6] Inserto Salute di Repubblica del 16 maggio 2002
[7] Uso terapeutico della cannabis. Il rapporto della Camera dei Lord
[8] Sito ufficiale MARINOL® www.marinol.com
[9] Uso terapeutico della cannabis. Il rapporto della Camera dei Lord
[10] Idem
[11] Inserto Salute di Repubblica del 16 maggio 2002
[12] Trasmissione Report del 18 febbraio 2002
[13] Uso terapeutico della cannabis. Il rapporto della Camera dei Lord
[14] Idem
[15] Tratto dal sito www.dica33.it


DI MARIJUANA NON è MAI MORTO NESSUNO
 

SEMMAI è GUARITO!!!








 
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Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 14 Agosto 2006 da spanish_italy
 

MARIJUANA, CURA CONTRO IL CANCRO!

Gli Stati Uniti reprimono ricerca contro il cancro
Lo studio di un gruppo medico spagnolo, rilasciato a Madrid nel febbraio 2000, ha dimostrato che il tetraidrocannabinolo (THC), il principio attivo della marijuana, distrugge i tumori nei topi di laboratorio. La ricerca fu condotta da un team medico, guidato dal dr. Manuel Guzman dell'Università di Complutence, a Madrid.
Queste scoperte, tuttavia, non sono nuove per il governo statunitense. Nel 1974, uno studio in Virginia produsse risultati simili, ma venne soppresso dalla Drug Enforcement Administration (DEA). LO studio del 1974 -pubblicato in un articolo. "Attività Antineoplastica dei Cannabinoidi" - non fa menzione di cancri al seno. Questi furono presentati nell'unico articolo di giornale mai apparso sullo studio del 1974. L'articolo del Washington Post (18 agosto 1974) recita in parte: "L'agente chimico attivo nella marijuana contiene la crescita di tre tipi di cancro nei topi e potrebbe anche sopprimere la reazione immunitaria che provoca il rigetto nei trapianti di organi... I ricercatori hanno scoperto che il THC rallentava la crescita del cancro ai polmoni, del cancro al seno e di una leucemia indotta da virus nei topi di laboratorio, e ne prolungava la vita del 36 per cento".
Nel 1976, il Presidente Ford mise fine a tutte le ricerche pubbliche sulla cannabis, e condusse i diritti di esclusiva sulla ricerca a importanti compagnie farmaceutiche.
Nel 1983, l'amministrazione Reagan/Bush cercò di convincere le università e i ricercatori statunitensi a distruggere tutti i lavori di ricerca sulla cannabis, fatti tra il 1966 e il 1976, come pure i sommari nelle biblioteche.

Tratto da Nexus ed. italiana n.34, "Progetto censura, le notizie più ignorate d'america"
Corporate media coverage: AP e UPI news wires, 29 febbraio 2000
"Pot Shrinks Tumors; Government Knew in '74", Alternet, 31 maggio 2000, www.alternet.org
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COME FUMARE MARIJUANA VAPORIZZATA

 

 
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Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 14 Agosto 2006 da spanish_italy
 


Marijuana

Ha inizio circa nel 6000 a.C. la coltivazione e l'utilizzo della Cannabis. Utilizzata per moltissimi secoli da moltissime popolazioni. Nel 3000 a.C. venne eletta in Cina "Erba superiore".
Sebbene la Marijuana non sia inoffensiva, è talmente meno dannosa dell'alcool o del tabacco che il solo modo ragionevole di gestirla è renderla legalmente disponibile in un sistema controllato. Il tabacco per esempio costa agli Stati Uniti circa 425.000 vittime ogni anno; l'alcool, forse da 100.000 a 150.000 vite, per non parlare di tutti gli altri problemi causati dal suo utilizzo. Con la Cannabis non c'è mai stato un singolo caso di morte documentata dovuta al suo utilizzo.
La Cannabis era una droga molto utilizzata sino al 1941, quando venne tolta dalla farmacopea americana. Questo avvenne dopo il passaggio della prima delle draconiane leggi statunitensi anti-marijuana nel 1937, la Marijuana Tax Act.
Alcuni anni fa fu scoperto dal Dott. Solomon Snyder che ci sono oppiodi endogeni; sarebbe a dire, sostanze come l'oppio che noi produciamo nei nostri organismi. In seguito sono stati scoperti tali recettori nei nostri cervelli. Se il cervello produce le proprie sostanze di tipo cannabinoide, non ha molto senso che produca una sostanza che andrebbe a danneggiarlo.
Il FBN (Federal Bureau of Narcotics) venne organizzato nel 1930 da un uomo di nome Anslinger. Questi intraprese quella che chiamò una "grande campagna educativa", che in realtà risultò essere una grande campagna di disinformazione. La Partnership for a Drug Free America ha un budget di circa un 1.000.000 $ al giorno. Un sacco di quel denaro giunge da compagnie farmaceutiche e distillerie. Queste infatti hanno qualcosa da perdere per ovvi ragioni. Immaginate un paziente che richiede chemioterapia contro un tumore. Ora può assumere il migliore dei farmaci anti-nausea, che sarebbe l'ondansetron. Pagherebbe circa 35/40 $ per ogni pillola da 8mmg. O può fumare metà di una sigaretta alla marijuana e ricavare sollievo dalla nausea.
Tuttora la disinformazione dei dottori è molto elevata, questo perché i medici acquisiscono la loro educazione sulle droghe dalle compagnie farmaceutiche o dai rappresentanti delle stesse che vanno in giro presso gli ambulatori dei medici, come pure da articoli di giornali, pubblicità e campagne promozionali di queste compagnie. Non c'è compagnia farmaceutica interessata alla Cannabis.
Proprietà terapeutiche:
- Antinausea e vomito.
- Abbassa la pressione arteriosa.
- Spasmi muscolari.
- Dolori cronici: usata da moltissimo tempo.
- Mal di testa ed emicrania:
- Rinforza il sistema immunitario:
- Dilata i bronchi polmonari: (asma)
- Epilessia: (disturbo trattato per secoli)
- Glaucoma.

Articolo tratto da NEXUS NEW TIME edizione italiana n°8
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VOGLIO AGGIUNGERE TRA I VARI EFFETTI:
è UN BUON ANALGESICO CONTRO QUALUNQUE TIPO DI DOLORE.
E SE LA USI COME THE AL POSTO DI FUMARTELA ANCORA MEGLIO PERCHE L'UNICA SOSTANZA NOCIVA DELLA MAIJUANA è LA CARTINA! PAROLA DI
Schwarzenegger






Insabbiato rapporto favorevole sulla Cannabis:
Ufficiali dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) a Ginevra hanno soppresso la pubblicazione di un rapporto politicamente delicato che conferma quello che gli hippy americani attempati sapevano da decenni: la cannabis è più sicura dell'alcool o del tabacco.
Secondo un rapporto che è trapelato alla rivista New Scientist, le analisi concludono non solo che la quantità di cannabis fumata in tutto il mondo faccia meno danni alla salute pubblica di alcool e sigarette, ma che questo rimarrebbe vero anche se la gente ne consumasse nella stessa quantità di sostanze legali. Il rapporto sarebbe stato il primo della WHO sulla cannabis in 15 anni ed era molto atteso dai dottori e dagli specialisti in abuso di stupefacenti. Comunque, venne affossato all'ultimo minuto in seguito ad una lunga e intensa disputa tra ufficiali della WHO, gli esperti della cannabis che hanno redatto il rapporto, ed un gruppo di consiglieri esterni ritenuti essere dell'Istituto Nazionale statunitense sull'Abuso di Droga e del Programma Internazionale di Controllo della Droga delle Nazioni Unite.
Secondo un membro del gruppo di esperti che lo hanno redatto, i consiglieri temevano che il rapporto sarebbe stato utilizzato dai gruppi a favore della legalizzazione della marijuana.

Fonte: New Scientist, 21 Febbraio 1998

 
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Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 14 Agosto 2006 da spanish_italy
 


L’erba dello straniero
Di Massimiliano Verga – tratto da «FuoriLuogo» supp. «Il Manifesto» 31-10-03



Fino agli inizi del secolo scorso il cosiddetto «problema della droga» non esisteva.
Come ha scritto Duster, «chiunque poteva andare dal farmacista sotto casa e comperare qualche grammo di eroina o di morfina solo per pochi penny, senza bisogno di una ricetta medica (…) Ciò accadeva nel 1900, negli Stati Uniti d’America». Per dirla diversamente, il consumo di droghe non era né un argomento giuridico, né una pratica che suscitava particolari clamori sotto il profilo etico. Anzi, alcune droghe assumevano nell’immaginario collettivo le sembianze di autentici «toccasana». Si pensi, ad esempio, a quanto affermò il medico personale della regina Vittoria, Sir John Russel Reynold, nel 1890: «Se pura o somministrata con scrupolo, la canapa indiana è una delle medicine più valide che possediamo»
A partire dai primi del 1900, però, il consumo di alcune sostanze psicoattive comincia ad essere percepito come un’azione immorale, una sorta di vero e proprio «flagello» da cui difendersi con ogni mezzo. Quest’idea, tanto per cambiare, nasce negli Usa; e, tanto per cambiare, rapidamente si propaga oltreoceano. Le prime sostanze ad essere proibite sono i derivati dell’oppio e la cocaina, con l’«Harrison Act» approvato nel 1914, a cui seguirà la parentesi proibizionista sugli alcolici, il «nobile esperimento» in vigore dal 1919 al 1933.

Inizialmente, dunque, la cannabis non viene travolta dall’ondata proibizionista. Ma si tratta di aspettare soltanto pochi anni. Con l’approvazione del Marijuana Tax Act nel 1937, infatti, anche la cannabis finisce nella «lista nera» e inizia così una nuova fase delle politiche antidroga.
Non di rado le leggi vengono direttamente promosse dalle istituzioni destinate ad applicarle, con lo scopo di accrescere il loro potere. Nel caso della proibizione della Marijuana, addirittura, siamo di fronte a una legge promossa sostanzialmente da una sola persona, lo scaltro Harry Anslinger, il padre spirituale della dottrina statunitense (dunque, mondiale) in materia di droga. Anslinger, dopo la «gloriosa» esperienza al ministero del Tesoro per il controllo degli alcolici durante il proibizionismo, nel 1930 passa a capo del neonato Federal Bureau of Narcotics, preposto al controllo sugli stupefacenti. Tuttavia, proprio l’abrogazione del fallimentare «nobile esperimento» diventa una sorta di «problema interno» per il Bureau, che si vede ridurre una buona parte dei finanziamenti a suo favore. E per Anslinger questo rappresenta un ostacolo alla sua brillante carriera. La sua risposta è quella di apparire ancora necessario alla causa statunitense. Anzi, di esserlo quanto e più di prima, costruendo dal nulla un nuovo nemico da combattere per tenere bon salda la sua poltrona. Abile nello sfruttare la situazione e nel cogliere il potenziale dei media, inizia un’imponente propaganda contro la marijuana, che nelle cronache dei quotidiani comincia ad essere bollata come killer weed, l’erba assassina, o come il «mostro di fronte al quale anche Frankestein sarebbe impallidito». Marijuana che l’astuto Anslinger individua come il miglior capro espiatorio del momento, vale a dire perfettamente funzionale alle sue ambizioni di potere. Il caso vuole, infatti, che sia fumata per lo più dalle minoranze messicane, che dopo aver contribuito alla crescita economica degli States, come ha scritto Grinspoon, a partire dalla crisi del 1929 diventano «uno sgradito surplus nelle regioni devastate dalla disoccupazione». A questo si aggiunga che viene fumata anche negli ambienti della musica jazz, frequentati principalmente da gente di colore (è in questi anni che si comincia a parlare di reefer madness, la follia dello spinello, cioè la droga fumata dai Grifo, i neri e mulatti).

L’abilità di Anslinger, il primo zar antidroga della storia, è dunque quella di cavalcare un malessere generale per fini esclusivamente personali – dote che soltanto i «grandi» politici possiedono – e di rendere credibile la necessità di estirpare ogni forma di cultura «estranea e non americana» - esattamente come era avvenuto con l’oppio per le minoranze cinesi. In altre parole, è quella di rinforzare l’idea che la proibizione delle droghe e la repressione dei consumatori siano un’esigenza collettiva primaria, un atto di fede. Un’idea che Anslinger ha saputo alimentare e rinnovare nel corso degli anni, soprattutto grazie alla sua straordinaria capacità di contraddirsi ripetutamente e di sostenere con successo le proprie controverse opinioni. (…)
Per Anslinger, cioè, la marijuana resta la «droga da negri e messicani»; ed in quanto tale, va combattuta per le sue potenzialità omicide. Una tesi, in verità, che non viene unanimemente accolta. Nel 1938, ad esempio, il sindaco di New York La Guardia nomina una Commissione d’inchiesta che nel 1944, con il famoso «Rapporto La Guardia», mette in serio dubbio le «evidenze» criminali sbandierate da Anslinger.
Ma è proprio nella difficoltà che viene fuori il grande politico! Sul finire degli anni ’40, nuovamente chiamato a rispondere di fronte al Congresso, Anslinger «dimentica» l’idea della killer drug ed anzi afferma che la marijuana rende «gli uomini così pacifici e innocui, che questa droga avrebbe potuto essere utilizzata dai comunisti per indebolire lo spirito combattivo dell’esercito americano». Non solo. Passano pochi anni e rincara la dose, affermando che la marijuana «alla fine, quando viene usata di continuo, è una delle cause, invero, della tossicodipendenza da eroina»; mentre sulle potenzialità omicide minimizza la questione, dicendo che «sebbene vi siano state molte efferate azioni criminali dovute a questa droga, non direi che essa rappresenti un fattore decisivo nella perpetuazione di gesti delittuosi».

La marijuana diventa così la droga «propedeutica» al consumo di eroina. Una teoria che Anslinger, rappresentante Usa nella Commissione Onu per le droghe stupefacenti fino al 1970, ribadisce con vigore durante la stesura della Convenzione Unica del 1961.
Proprio in questa sede, infatti, la cannabis viene inserita nella Tabella IV insieme all’eroina, in quanto «particolarmente adatta a determinare abuso ed effetti nocivi» e in quanto «questa caratteristica non è compensata da alcun sostanziale vantaggio terapeutico». Una credenza medievale che oggi, a distanza di quarant’anni, è ancora considerata una verità intoccabile. Basti pensare alla sentenza della Corte Suprema degli Usa del 2001 o all’ultimo Report dell’International Narcotics Control Board.
Una nota conclusiva. Nella Convenzione del 1961 era stato indicato il 1986 quale data per la completa eliminazione dal pianeta della cannabis.
Anslinger ha saputo anche essere divertente.
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Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 14 Agosto 2006 da spanish_italy
 

Noi Siamo Il Mondo
(We Are The World)



Viene un giorno
in cui ci sentiamo chiamati,
in cui tutti gli uomini del mondo
devono stare uniti.

C’è ancora gente che muore.
È giunto il momento di allungare una mano alla vita
il dono più grande che ci è stato offerto.

Non possiamo continuare
a fingere ogni giorno,
pensando che qualcuno, chissà dove,
provvederà a far cambiare le cose.

Facciamo tutti parte
di una grande famiglia creata dal Signore,
e la verità, sapete,
è che l’amore è tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

Noi siamo il mondo,
noi siamo i bambini del mondo.
Noi siamo quelli che possono illuminare la giornata
e allora incominciamo a dare qualcosa.

Stiamo facendo una scelta,
stiamo salvando la nostra stessa vita.
Sicuramente proprio tu e io
costruiremo il mondo migliore !


There comes a time
when we need a certain call
When the world
must come together as one

There are people dying
Oh, and it's time to lend a hand to life
The greatest gift of all

We can't go on pretending day by day
That someone,
somehow will soon make a change


We're all a part of God's great big family
And the truth
you know love is all we need


We are the world,
we are the children
We are the ones who make a brighter day
so let's start giving

There's a choice we're making
We're saving our own lives
It's true we'll make a better day
Just you and me


 
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Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 14 Agosto 2006 da spanish_italy
 


Buddha GAUTAMA



Buddha Gautama (Kapilavastu, attuale Nepal 563 ca-486 ca. a.C.), fondatore del buddhismo. Il suo patronimico, nome del Buddha storico, è Gautama, mentre l'epiteto Buddha significa "l'Illuminato, il Risvegliato".

Tra le fonti antiche, una cronologia singalese pone l'ultimo nirvana di Buddha circa 218 anni prima della consacrazione del re Aßoka (273 a.C.), mentre le fonti sanscrite e cinesi situano la scomparsa di Buddha un secolo dopo la consacrazione di Aßoka; risulta pertanto arduo separare leggenda e realtà, e collocare storicamente le vicende della vita del Buddha, poiché i resoconti a noi pervenuti non sono attendibili.

Il primo periodo

Buddha, discendente della casta dei guerrieri Sakya, ebbe nome di Siddharta; prima della sua nascita la madre ebbe un sogno premonitore, e dopo il parto morì; il bimbo venne allevato dal padre nel più grande sfarzo. Siddharta sembrava mostrare una precoce tendenza contemplativa, mentre il padre l'avrebbe voluto guerriero e sovrano anziché monaco, sicché si sposò giovane, ebbe un figlio e partecipò alla vita di corte.

La tradizione vuole che il Buddha abbia intrapreso la ricerca dell'illuminazione a 29 anni quando, incontrando un vecchio, un malato e un morto, comprese improvvisamente che la sofferenza accomuna tutta l'umanità. Dopo essersi imbattuto in un monaco mendicante, calmo e sereno, stabilì di rinunciare alla famiglia, alla ricchezza e al potere per cercare la verità.

Siddharta vagabondò per diversi anni, soggiornando presso alcuni asceti, poi si stabilì nei pressi dell'attuale Gaya con cinque seguaci, trascorrendovi quasi sei anni nel più rigido ascetismo, fino quasi a morirne; comprendendo infine l'inutilità del digiuno, tornò gradualmente a una dieta normale e si alienò così le simpatie dei suoi discepoli, che videro nel suo gesto un segno di debolezza.

L'illuminazione

All'età di 35 anni, al Buddha, seduto sotto un fico sacro a Bodh Gaya, si spalancò l'illuminazione perfetta: egli meditò una notte intera fino a raggiungere il nirvana. Buddha conseguì, con la meditazione, livelli sempre maggiori di consapevolezza: afferrò la conoscenza delle Quattro nobili verità e dell'Ottuplice sentiero e visse a quel punto la Grande Illuminazione, che lo liberò per sempre dal ciclo della reincarnazione (vedi Trasmigrazione): dotato di sovrumana intelligenza, trascorse le settimane seguenti a contemplare i vari aspetti del dharma (legge) che aveva compreso.

Il Buddha come maestro

Il Buddha decise di predicare il dharma recandosi dapprima a Benares (Varanasi) dai suoi antichi discepoli, che lo accolsero come maestro e divennero monaci; tenne poi il suo primo sermone, in cui espose le dottrine fondamentali del buddhismo, come il principio fondamentale della "via di mezzo", disciplina monastica che equilibra gli estremi della rinuncia a se stessi e dell'indulgenza verso se stessi.

Accompagnato dai discepoli, Buddha percorse la valle del Gange, diffondendo la sua dottrina e fondando comunità monastiche che accoglievano chiunque, indipendentemente dalla condizione sociale. Si stabil` quindi in un monastero donatogli da un facoltoso ammiratore a Savatthi (sanscrito, Sravasti). Sebbene I monasteri a lui ispirati sorsero numerosi nelle principali città lungo il Gange, la sua lunga carriera di maestro e guida spirituale non fu del tutto esente da problemi, tentativi di scisma e persino di assassinio.

La morte e la fama del Buddha

Dopo una vita dedicata all'attività missionaria, Buddha morì a Kusinagara, in Nepal, a ottant'anni. A quanto pare predisse la sua morte e ne avvisò i discepoli, ma rifiutò di fornire indicazioni precise riguardo all'organizzazione futura e alla diffusione della sua dottrina, sostenendo di aver già insegnato loro quanto fosse necessario per la salvezza.

CHI SONO I BUDDHA MODERNI?

I risvegliati che si impegano per risvegliare gli altri.


 




PERCHE' SONO TANTE GOCCE CHE FANNO PARTE DI UN'UNICO OCEANO

GUARDA IL VIDEO WHE ARE ONE (ACCENDI LE CASSE)

http://www.hiddengifts.org/we_are_one/

 
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Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 14 Agosto 2006 da spanish_italy
 

Quando al principio cerchi il dharma, ti immagini che sei ben lontano dai suoi dintorni. Ma il dharma è stato già trasmesso correttamente: sei immediatamente il tuo Sè originario. Quando sei in una barca e guardi la riva, puoi avere l`impressione che la riva si stia muovendo. Ma quando porti i tuoi occhi solo sulla barca, puoi vedere che la barca si sta muovendo. Analogamente, se esamini le innumerevoli cose con corpo e mente confusi, puoi pensare che la tua mente e natura siano permanenti. Quando pratichi intimamente e ritorni a dove sei, sarà chiaro che assolutamente niente ha un sè immutabile. Eihei Dogen Zenji (1200 - 1253 d. Ch.) .

 
L`illuminazione è come la luna riflessa nell`acqua. La luna non si bagna, l`acqua non si spezza. Anche se la sua luce è vasta e grande, la luna si riflette anche in una piccola pozzanghera. L`intera luna, l`intero cielo si riflettono nelle gocce di rugiada nell`erba, e anche in una sola goccia d`acqua. Eihei Dogen Zenji (1200 - 1253 d. Ch.)

---------------------------------
SHIN JIN MEI
La vera Via, l`essenza della Via, non è difficile,ma non dobbiamo non amare O scegliere. Se noi non odiamo nè non amiamo, essa (La Via) appare chiaramente, distintamente, come l`entrata di una caverna sul fianco di una montagna. Se si crea una differenza della grandezza di un atomo subito una distanza infinita separa il cielo e terra. Per realizzare il risveglio qui ed ora, dobbiamo essere liberati dell`idea del giusto e del falso. Quando il giusto ed il falso si danno alla battaglia lo spirito è malato. Se non conosciamo la profondità dell`origine la nostra coscienza si esaurisce. La vera Via è come il cosmo infinito niente gli manca, niente gli è superfluo. Dipendenti dal guadagno o dalla perdita , non siamo liberi. Non corriamo a presso ai fenomeni, non attardiamoci sul vuoto. Se il nostro spirito dimora calmo, tranquillo nella sua condizione originale, esso svanisce, naturalmente, spontaneamente, come del sonno. (Poema della fede in Zazen dal Maestro SOZAN).


Nan-in, un maestro giapponese dell'èra Meiji (1868-1912), ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen. Nan-in servi il tè. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare. Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi. « É ricolma. Non ce n'entra più! ». « Come questa tazza, » disse Nan-in « tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza? ».

-----------------------------

Il maestro Tanzan era in viaggio con il suo allievo Ekido lungo una strada fangosa. Ad un certo punto in contrarono una bella ragazza in kimono e sciarpa di seta, che non poteva attraversare quella melma, senza rovinare il suo bel vestito. Senza problemi, Tanzan la prese in braccio e la trasportò sull’altro lato della strada. Ekido rimase pensieroso per tutto il giorno. Alla sera, non resistendo più, chiese apertamente al maestro: "Noi monaci non avviciniamo le donne, è pericoloso. Perché l’hai fatto?" Tanzan rispose: "Io quella ragazza l’ho lasciata laggiù. Tu la stai ancora portando con te?"

Un uomo che attraversava un campo incontro malauguratamene una tigre inferocita. Comincio' subito a scappare, ma la tigre e' veloce e l'uomo non pote' fare altro che avvicinarsi ad un precipizio. Inizio' a scivolare giu', ma vide che da basso v'era un'identica trigre. Allora s'aggrappo' all'unico appiglio, una radice. Era li' in bilico fra le due tigri, ma un topo comincio' subito a rosicare la radice. Il nostro capi' che per lui era finita, ma continuo' a guardarsi intorno alla ricerca di un altro appiglio. Di questi -ahime'- non ve n'era... tuttavia egli vide una bellissima fragola rossa. Con uno sforzo sovraumano si allungo' fino a coglierla... Com'era dolce!

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Se qualcuno ti mostra la luna, è questa che devi guardare, e non la mano che la indica.

 
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