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Nuovi farmaci oncologici: Opdivo


Opdivo per il tumore del rene e del polmone  L’Agenzia Italiana del Farmaco ( AIFA ) ha approvato la rimborsabilità di Opdivo ( Nivolumab ) nel carcinoma a cellule renali e nel tumore del polmone non a piccole cellule non -squamoso avanzato in pazienti pretrattati. Nivolumab è il primo farmaco anti-PD-1 per il quale l’AIFA a marzo 2016 aveva stabilito la rimborsabilità nel trattamento del melanoma avanzato e del tumore del polmone non a piccole cellule squamoso avanzato. Le due nuove indicazioni di Opdivo, rimborsabili dal SSN, sono: tumore a cellule renali avanzato pretrattato e carcinoma del polmone non a piccole cellule non-squamoso localmente avanzato o metastatico dopo una precedente chemioterapia. Nel 2016 in Italia sono stati stimati 11.400 nuovi casi di carcinoma renale e oltre 41.000 casi di tumore del polmone.  Il via libera dell’AIFA segue le decisioni della Commissione europea ( CE ) che ha approvato la commercializzazione di Opdivo in queste due indicazioni ad aprile 2016. Per il carcinoma a cellule renali l’approvazione europea si era basata sui risultati dello studio di fase III CheckMate -025. In questo studio Nivolumab è stato valutato nei pazienti con carcinoma renale a cellule chiare avanzato, dopo un precedente trattamento anti-angiogenico, rispetto a Everolimus ( Afinitor ).I pazienti hanno raggiunto una sopravvivenza globale mediana di 25 mesi con Nivolumab e di 19.6 mesi con Everolimus con un miglioramento di più di 5 mesi rispetto all’attuale standard di cura.CheckMate -025 ha anche valutato la qualità di vita ed evidenziato che i pazienti trattati con Nivolumab avevano una migliore sopravvivenza e qualità di vita rispetto a Everolimus durante tutta la durata del trattamento.Lo studio è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine. Nel tumore polmonare l’approvazione europea si è basata sui risultati dello studio di fase III CheckMate -057. In questo studio Nivolumab è stato valutato in pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule metastatico non-squamoso, rispetto a Docetaxel, indipendentemente dall’espressione di PD-L1.Nivolumab ha dimostrato una sopravvivenza globale superiore a Docetaxel, con una riduzione del rischio di morte del 27% e un tasso di sopravvivenza a un anno del 51% con Nivolumab contro il 39% con Docetaxel. Lo studio è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine. ( Xagena ) –