LUCE

L'agosto nero del comunismo


Testo copiatoBerlino '61 - Praga '68 - Mosca '91Hiroshima e Nagasaki, ad esempio, esattamente nei giorni 6 e 9 del 1945. E nel 1914 l'invasione prussiana del Belgio con l'inizio della Prima guerra mondiale. Ma anche la Seconda, con la firma del patto Molotov-Ribbentrop, che consentì, nella notte del 30 la spallata nazista alle frontiere polacche, ebbe avvio in quel mese. Sì, chi pensa ad agosto come al vuoto, al nulla, al riposo, è bene che rilegga le pagine più drammatiche della storia. Che in questo periodo, di vuoto, di nulla, di riposo, anzi proprio sfruttando tutti questi connotati, ha vissuto da sempre episodi di sopraffazione e di barbarie. Momento ghiotto per assassini, dittatori e distruttori.  L'aggressione irachena al Kuwait. O la notte di San Bartolomeo, il 25 agosto 1572, quando Parigi visse una pagina sanguinosa delle guerre di religione. Dal Muro alla Primavera Un mese nero, insomma, in cui un lungo filo rosso unisce anche alcuni drammi che hanno scandito la vita, e la morte, di uno dei Grandi Imperi del Male del ventesimo secolo: quello comunista e sovietico. Trentacinque anni fa, il 21 agosto del 1968, le truppe di Leonid Breznev entrarono in Cecoslovacchia e posero fine al sogno di un socialismo dal volto umano. La Primavera di Praga si fece autunno sotto i cingoli dei carri armati. Chi seguiva per mestiere quegli avvenimenti, non si meravigliò. Per noi, gente comune, giovani e meno giovani che ricordavano il dramma dell'Ungheria, fu uno choc. Personalmente, di quel '68 ricordo più l'urlo di un amico dalla finestra di un bar che dava sul campo da tennis dove stavo giocando: «Hanno invaso Praga», di tutti i boati del maggio francese, di Sartre, del quartiere latino, della fuga e del ritorno di De Gaulle, della rivoluzione culturale che un anno dopo travolse anche le piazze italiane. Un trauma. Come pochi anni prima, il 13 agosto del '61, quando dalla radio sapemmo che nella notte la Germania comunista aveva iniziato a costruire una barriera per dividere Berlino Est, dalla parte occidentale della città. Era il Muro, simbolo crudele di una libertà negata per quasi trent'anni, simbolo di barbarie e di inciviltà, fonte inesauribile di dolore e di morte. E ancora, il 21 agosto del '64, nel villaggio-vacanze dei dirigenti comunisti, la Crimea, moriva Palmiro Togliatti, stroncato da un'ischemia cerebrale. «Quelli vanno sulla Luna - disse il suo medico italiano - ma non sanno curare un ictus». Del resto, proprio laggiù, in Unione Sovietica, «il Migliore» aveva costruito all'ombra di Stalin la sua immensa fortuna di leader, capace di mantenere il Partito Comunista Italiano in equilibrio tra bolscevismo e borghesia. Infine, dal 18 al 21 agosto del 1991 si consumò in Urss l'ultimo capitolo della storia di questo sciagurato regime: il tentato golpe contro Gorbaciov, sventato dalle forze democratiche che riportarono a Mosca sano e salvo il padre della Perestroika.