L' ALCOVA SEGRETA

GENOVA capitolo IV


SINDROME DI STENDHAL E MALINCONIAL'ultimo giorno a Genova, il 23 novembre, è stato pieno di emozioni contrastanti. L'incredulità delle opere d'arte che ci apparivano davanti si mischiava alla depressione del count down per il ritorno. Avremmo voluto che questa vacanza non finisse mai. La città nonostante il maltempo si è dimostrata accogliente, bellissima, dolce, e i genovesi fantastici. Di una gentilezza strabiliante....alla faccia di chi dice che la nostra Liguria è terra di musoni.Proprio perchè erano le nostre ultime ore lì, abbiamo dedicato tutto il tempo a mostre, musei e luoghi trasudanti belle sensazioni.Dopo il solito buon caffè al Murena, cartina in mano (regalata da un gentile zeneize) e via tutti alla ricerca dei 3 palazzi storici: Palazzo Rosso, Palazzo Bianco e Palazzo dei Doria. Queste tre immense opere architettoniche offrivano, oltre alla meraviglia in se di trovarsi tra mura che hanno fatto la storia, l'esposizione di una varietà infinita d'opere d'arte. 
 
Non ci siamo curati troppo di leggere la brochure prima di fare i biglietti. Così ogni tanto ci trovavamo con nostra sorpresa ed emozione davanti a immense tele dipinte da artisti dai nomi altisonanti quali Caravaggio, Van Dyck, Vasari...
 
Per non parlare di imponenti arazzi, busti in marmo, statue raffiguranti nobili, madonne e stupendi fauni. Poi via via le monete che han fatto la storia della numismatica...monete che risalivano al 416 a.c. o le prime coniate dalla Repubblica di Genova.
 
 Quatti quatti e attenti a non combinare guai sgusciavamo tra vasellami di dinastia Ming e antiche porcellane appartenenti ai primi farmacisti, adite a contenere acque termali, unguenti o più semplicemente erbe mediche e sanguisughe. Simpatici anche gli antichi termometri i quali si spera si utilizzassero solo in zona ascellare...(eran veramente grossi).
 
Ad un certo punto entriamo in una stanza. Ci giriamo, vediamo un violino bellissimo e notiamo Pink bianca in viso con delle copiose lacrime sulle guance rosse dall'emozione: lei adora questi dolci strumenti a corda...e davanti a sè aveva il GUARNERI di Paganini, con tanto di custodia e i primi spartiti del Grande Maestro.
 
Anche a me e agli altri nostri amici viene un pò di pelle d'oca, ma lei era seriamente in estasi contemplativa. Siamo rimasti nella sala Paganiniana per almeno dieci minuti... e questa volta, nonostante il divieto di usare il flash (no flash happy fish....ricordate? Vale anche per le opere), abbiamo scattato bellissimi ricordi da portarci a Ventimiglia.La nostra visita tra un palazzo e l'altro è durata più di un'ora. Troppe cose belle che neanche ci sognavamo di vedere. Dopo un veloce panino in un bar dei caruggi decidiamo di andare in cerca di Via Del Campo, a porre i nostri omaggi nel negozio/museo che accoglie la prima chitarra del nostro più amato corregionale: Fabrizio De Andrè.Arriviamo in un batter d'occhio, forse anche perchè Orso non vedeva l'ora e pure noi
volevamo vedere quel lato di Genova così pittoresco, che ha ispirato numerose canzoni del grande Faber. Ecco il negozio... Entriamo, domandiamo se era quello il luogo... Tutto intorno a noi le sue foto, i suoi bellissimi sorrisi, i dichi, le frasi..... E lì su un lato, in una teca di vetro, timida ma maestosa...la chitarra del grande cantautore! Orso trema, e il suo sorriso si trasforma in un'espressione neutra. Ma gli occhi sbarrati e le
lacrime che uscivano da sole facevano capire molte cose. Abbiamo tutti firmato il libro dei visitatori, e offerto una nostra Gauloises con dedica a pennarello a Fabrizio, gettandola in mezzo alle altre migliaia di sigarette che numerosi pellegrini come noi offrono al Suo ricordo. Era un grande fumatore e a Lui sarebbe piaciuto come gesto. Ci ricomponiamo dopo aver fatto una foto emozionatissimi, Orso compra 4 plettri, e dopo aver ringraziato il gestore usciamo. E' ora di tornare a casa, ahimè!
Ogni passo ed eravamo più vicini all'albergo. Salutiamo con la
mente tutti i luoghi che ci hanno fatto stare bene in questi giorni...li riattraversiamo tutti ....anche i negozi e i bar, anche due artisti di strada che ogni mattina, suonando sotto l'hotel, ci regalavano involontariamente un risveglio amabilmente musicale. Le calde note di un sax mentre fai colazione sono dolcissime. Prendiamo i bagagli, ringraziamo il portiere dell'hotel Sora per il servizio impeccabile e...via....lungo Via San Vincenzo...la via della mostra delle tazzine e del buffet sotto la pioggia. La via delle focacce e del tabacchino che ci ha adottati per la nostra permanenza qui. Destinazione: stazione ferroviaria di Brignole.Fare i biglietti col magone non ci era mai capitato e allora ci è venuta in mente "Ma se ghe pensu"..... E' proprio vero che Genova ti lascia qualcosa dentro. Genova è bella...E più il treno sul quale siam saliti si avvicinava al nostro ponente, più Genova sembrava bella e luminosa nei nostri occhi chiusi dalla stanchezza e dalla malinconia.Zena... E belìn se ci manchi.....FINEorsomalindi,pinkobsession