gocce di gioia

dedicato a mia figlia ed a tutte le figlie che diventeranno mamme.....


SONO INCINTA!!!  ... Comincia così, con  diversi tipi di decibel  di intonazione, più o meno presenza di lacrime, e un mare di emozioni, sia nel caso  si sia cercata e voluta, sia nel caso che la gravidanza sia “ un’eventualità mai presa in considerazione”. Di solito ambedue le esperienze “derivano” dallo stesso atto di accoppiamento, ma questo  è un dettaglio assolutamente senza importanza.  Ci sono molte persone – come  la sottoscritta -  che madre di tre gemelli grazie alla ‘tecnica FIVET ‘  per la seconda gravidanza ha praticamente “saltato”  la parte  “interessante e altamente divertente” del percorso. Ciò non toglie che la ‘fatidica frase’  l’abbia pronunciata anche io.Desideravo molto diventare madre, lo sognavo fin da piccola, dividendo i miei sogni tra - diventare una “etoile” della danza classica  e i nomi che già sognavo avrebbero avuto i miei 4 ‘cuccioli’ -  ( si ne volevo già da allora 4) . La prima gravidanza  è stata purtroppo un’esperienza non piacevole, che solo l’immenso amore per il mio bellissimo  bambino ha in parte ‘sanato’. Tutto è andato storto, fin dalle prime settimane, ed ha continuato  così fino al parto…  Una notte poi è nato  ed io pensavo che da allora in poi “ sarebbe andato tutto meglio”… NIENTE DI PIU’ SBAGLIATO. La prima volta che l’ho attaccato al seno lui cercava di succhiare ma  il dolore era assurdo. Il seno era duro come un sasso. Mi riempirono di borse calde sul seno… insopportabili…! L’infermiera si è presentata con il latte in polvere dicendomi soltanto “ Se non ce la fa…”  Avevo 20 anni,  e tutto il mondo mi è crollato addosso. Mi sentivo inappropriata, incapace  e soprattutto addolorata di non riuscire a nutrire il mio bambino… Lo tenevo in braccio e lo guardavo tra le lacrime… Avevo letto tanto! Sapevo quanto era importante per lui il mio latte.. e allora ho stretto i denti e ci ho riprovato… L’ultimo ricordo che ho di quel momento sono io che urlo… Mio marito mi  raccontò poi che  svenni dal dolore. Nei giorni successivi il mio “Bebo” succhiava sangue e latte perché i capezzoli si spaccarono  e le continue poppate non permettevano la loro guarigione. Qualcuno mi consigliò di integrare con il latte artificiale così oltre a nutrirlo ‘meglio’ – per varie ragioni il latte era poco – avrei dato modo al seno di guarire. Peccato che nessuno mi avesse detto che per l’allattamento “misto” esiste una serie “diversa” di biberon e tettarelle, atte ad evitare quello che successe a noi: “Bebo” si accorse che dal biberon il latte arrivava “ prima e meglio” e cominciò a ‘disdegnare’ con urla e strepiti l’offerta del mio seno. Il mio seno si offese molto. Si indurì e dovetti ricorrere ancora alle tremende borse calde…  “Bebo” era un bambino bellissimo che dormiva tutta la notte  e mi ha insegnato tante cose, cose che quando sono nati i suoi fratellini mi sono state utili anche se nel frattempo le cose erano un po’ cambiate nella mia vita: ero diventata una educatrice di nido e anche questo è stata la mia salvezza!! La prima gravidanza   e l’esperienza acquisita “ sul campo” hanno fatto in modo che quando sono nati i tre gemelli le cose sono andate moooolto diversamente. Certo, loro hanno avuto una mamma che sicuramente  - per tanti motivi – ha giocato di meno con loro, ma hanno avuto una mamma più consapevole e soprattutto                                       SONO SOPRAVISSUTA.Non fare errori è impossibile. Quello che si deve cercare di fare è provare a  farne il meno possibile.  Riuscire ad essere una “mamma sufficiente” (- come diceva  una delle mie docenti  ai corsi di aggiornamento obbligatorio che dovevamo seguire, la Dott.ssa Lucia Trevisan ( ciao Lucia! )…. ) -  è il traguardo a cui aspirare.  Il livello successivo, di solito, è la messa in lizza per la “bolla di santità”. Mi sono chiesta spesso se avessi  potuto fare di più per il mio Bebo…  Avrei potuto  chiedere di più. Questo mi avrebbe fatto capire che non dovevo vergognarmi di non riuscire. Mi avrebbe aiutato a non sentirmi  inadatta, inappropriata…  Io ero sola, in un paese che non era il mio, senza amiche  con cui confrontarmi o appoggiarmi emotivamente, a contatto con persone i miei suoceri,      - adesso lo so – che mi amavano come e più di una figlia.  Ma io ero troppo sola, troppo “piccola” rispetto ad un’esperienza del genere,  , troppo preoccupata per un matrimonio che non decollava, troppo infelice. In seguito, col passare degli anni e lavorando nei Nidi,  ho imparato che ogni mamma ed ogni bambino è un mondo “ unico” la stessa mamma non sarà la stessa mamma con gli altri suoi figli…  Per dirla come una saggia mamma mi disse un  giorno  “ i figli sono come le dita di una mano: sono tutti diversi ma fanno tutti ugualmente male”. Questo per dire che non si deve pretendere di essere sempre uguali o di fare sempre le stesse cose per tutti i vostri figli… Ogni bambino è a sé e per ognuno di loro ci si deve  ‘modulare’ . I miei stessi gemelli non erano “ uguali” e volevano ‘cose diverse’ e comportamenti “ diversi”…Agire con coscienza e con amore, e se non ci si riesce in qualcosa,  chiedere, chiedere chiedere.  Non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto. Informarsi, domandare, chiedere. Sono piccoli ma sono in grado di distruggervi. Chiedere aiuto non vi farà soccombere.Questa piccola ‘prefazione’ finisce qui (altrimenti che prefazione sarebbe?). Ormai i figli sono grandi: Sono sopravvissuta  ai figli “degli altri” al nido, alle notti insonni, alle marachelle, agli ” incidenti” , alla  varicella e all’ adolescenza  dei miei. Adesso mi occupo dello zoo di casa, ma se volete chiedermi qualcosa a proposito del vostro bambino o avete una curiosità,  chiedete, chiedete pure: SICURAMENTE mi è capitato.                                                                                                           Un bacio P.S. "lui" è la prima foto del mio nipotino.......