Pensieri sparsi

La forza delle parole.


Io sono un feroce e vorace lettore, leggo di tutto e leggo moltissimo. Casa mia è zeppa di libri e, da un bel po’ di tempo ormai, ho un settore della biblioteca destinato ai libri ancora da leggere; si, perché sono un compratore compulsivo e, pur leggendo molto e velocemente, ne acquisto più di quanti ne riesca a leggere. Non riesco a resistere dall’entrare in una libreria.Ho libri in macchina - per ingannare le soste e le attese -, ho un libro in ogni borsa  - così, nel caso, ho sempre qualcosa da leggere. Insomma, avete capito.Va da se che per me la parola ha una straordinaria importanza. Mi piacciono i suoni delle parole e l’armonia delle frasi, dei periodi. Mi piacciono le frasi lapidarie, quelle illuminanti, quelle ariose e quelle oscure. Ho cercato per tantissimi anni conforto, ispirazione, scoperta e rifugio nei libri, negli aforismi. Storie, fiabe, racconti, saggi, romanzi, poesie, biografie, tutto è servito per formarmi. A partire dal primo libro che mi fu regalato e che mi dischiuse la strada verso la bellezza della lettura: Il circolo Pickwick, di Dickens e per proseguire poi con quello che è stato il libro più significativo per me: Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, di Pirsig, non ho più smesso.Pieno di immagini, parole – appunto –,  concetti, nozioni ho sempre creduto che in ciò vi fossero tutte le risposte: armi e scudi per il quotidiano.Ogni situazione della vita è già stata vissuta, e raccontata. Ogni momento dell’esistenza può essere raccolto in un libro, in un aforisma, in una parabola o racconto. In un Haiku. A questo punto della mia vita, complici alcuni accadimenti, devo dire che non è così. O meglio, non proprio così.Mi sono trovato impreparato di fronte ad alcune contrarietà, ad alcuni ostacoli. Ecco che ho realizzato che tutto ciò che si legge, che si impara non conta nulla se non lo si cala nell’esperienza quotidiana.Ricordo di aver letto – ecco di nuovo – che Lord Brummel, famoso per la sua eleganza facesse prima indossare i propri abiti a qualche suo servitore per poi iniziare ad indossarlo egli stesso. Come a dire che un abito nuovo è troppo…nuovo. Occorre dargli un po’ di vita, di percorrenza perché possa essere veramente elegante. Ecco, allo stesso modo, mi viene la sensazione che tutto ciò che possiamo leggere od imparare sia un po’ come quel vestito nuovo. Astratto e forse freddo. Le parole, anche le più belle, non hanno valore se non trovano il calore ed il colore della vivibilità. Dell’esperienza.Mi sono trovato impreparato ed incapace di fronte ad alcuni passaggi della vita, bravissimo in teoria e scarsissimo nella pratica. Da quando ho iniziato questo pensiero – non ancora compiuto – sto leggendo meno. Mi sono anche accorto che il leggere, quando diventa ossessivo, è un modo per estraniarsi dal quotidiano. Una modalità per privilegiare la fantasia alla realtà. Il sogno al realizzato.Sto cercando di ascoltare più parole, dalle persone, e meno dai libri – che sono sempre parole di persone, ma non suonano alla stessa maniera. Hanno poca dimensione, come la pagine su cui sono scritte. Sto cercando di imparare di più dai fatti e non dalla teoria.Sto cercando di capire il vero significato della parola “amore”, di cui so declamare molte storie o poesie, ma non so vivere. Con tutte le implicazioni terribilmente straordinarie di questa parola..Pubblico così, ma non è ancora completo. Come il mio pensiero.