Pensieri sparsi

Punti di vista


Ciao Federico,eccomi ancora qua, è passato un po’ di tempo dalla mia ultima lettera. Dall’ultima volta sono successe un po’ di cose, le cose attorno a noi sono cambiate sensibilmente, sul lavoro e nel privato, tu sei cresciuto e stai confrontandoti con aspetti nuovi della vita. Ogni giorno impulsi e sollecitazioni nuove ti chiedono di prendere decisioni.Scelgo di scrivere invece di parlarti perché mi piace pensare che le parole scritte, e lette, abbiano un sapore diverso da quelle ascoltate. Non migliore o peggiore, diverso e basta.Allora parlammo di scelte e di relazioni, questa volta desidero parlarti di punti di vista e di diverse prospettive.La scelta dell’argomento me la hai suggerita tu, recentemente, in merito alle ultime attività che ti hanno visto protagonista. Quando chi si deve occupare della tua educazione ti ha ripreso per alcune cose non proprio “ortodosse” che hai fatto, tu hai detto qualcosa del tipo: “..e tu non lo hai mai fatto?”.Io non mi permetto di intervenire in quei frangenti, in quanto la tua educazione e tutte le attività ad essa collegate appartengono a tuo padre ed a tua madre. Ma, da amico anziano, osservo, e sento il bisogno, appunto, di darti un altro punto di vista.E’ vero, assolutamente vero, che tutti noi siamo passati attraverso la tua età, anche le età dopo per fortuna, ed abbiamo fatto cose che, in misura diversa, non erano proprio lecite. Ciò ha generato grandi divertimenti, belle botte di adrenalina, dosi variabili di sensi di colpa, paura di essere beccati, scoperte e delusioni. Grandi sgridate, rinunce e punizioni, condite anche con qualche calcio nel sedere o manrovesci. In Toscana il manrovescio lo chiamano “labbrata”, perché ti arriva proprio fra la guancia ed il labbro. Preciso. Mio papà non era toscano ma ci sapeva fare lo stesso.Ma il fatto di esserci passati – e non tutti lo hanno fatto in maniera indenne, credimi – non vuol dire che quella esperienza non possa divenire preziosa come insegnamento, per se stessi e per coloro che arrivano dopo.Proverò a fare un esempio, vediamo se mi riesce.Tu ora hai 15 anni e cominci ad avere un, breve, passato che è già esperienza, quindi cinque o dieci anni fa eri diverso da ciò che sei ora. Facevi e dicevi cose che ora non fai più. C’è stato un momento che non potevi accendere il gas di casa od attraversare la strada da solo, avevi certo la possibilità – intesa come capacità – di farlo ma chi stava attorno a te vegliava affinché ciò non succedesse. Non perché fossi stupido ma, semplicemente,  perché non avevi gli strumenti ancora affinati per capire il limite ed il pericolo.Questo processo dura molto a lungo, il processo cioè attraverso il quale il tempo nel quale si vive non ci trova completamente pronti per viverlo. Si va avanti in una rincorsa continua fra ciò che impariamo, le esperienze che ci si pongono davanti e la nostra capacità di risolvere.Ora, immagina, di avere un fratellino di 5, 7 anni. Siete soli in casa per un poco e tu ne sei responsabile. Il suo istinto è incontrollabile perché vuole giocare, conoscere, imparare, come un piccolo lupo nella steppa ma tu sai che se lo lasci completamente libero di agire farà dei danni a se stesso od alle cose.Anche tu ci sei passato, lo hai fatto anche tu quanto avevi la sua età. Dunque ora come ti comporti? Lo lasci fare od intervieni proteggendolo, perché ancora  non sa? Non è stupido o cattivo, semplicemente è ancora fuori tempo. Sono certo che interverresti per proteggerlo da se stesso e dal mondo che lo circonda, in quel momento saresti un genitore. La tua esperienza ti aiuta ad aiutare.Ora rifletti bene su quest’ultimo passaggio e se riesci a comprenderlo, potrai comprendere che la frase “..e tu non lo hai mai fatto?”, non ha molto senso. Non può essere un lasciapassare per fare o lasciar fare minchiate.E’ quello che gli anziani un tempo sintetizzavano con: “Quando sarai grande capirai. Adesso fai”. Sbrigativo ma rendeva l’idea.Tu, in questo momento – è normale -, ti senti in grado di affrontare qualunque cosa, di gestire ogni situazione perché il tempo davanti a te è infinito e ci sarà sempre una seconda occasione. Come Willy il coyote, anche se cadi dal dirupo o ti passa sopra un treno, sarai sempre pronto per una nuova storia.Non è così. Questo ben lo sanno chi ci è passato, credimi, con la stessa energia e determinazione ed invulnerabilità ma poi ha dovuto fare i conti con altre cose, scoprendo che se passa sopra un treno non ci si rialza facilmente.Ecco perché ognuno deve fare la propria parte, tu quella di chi vive non ancora allineato nel suo tempo e chi sta vicino a te ed ha il compito e la responsabilità di proteggerti quella di ricordarti in ogni momento che non sei Willy il coyote. Con i mezzi e le modalità che ritiene più adeguati o che sa mettere in campo.Le proprie esperienze e quelle degli altri possono essere utili ma la cosa più difficile è trasferirle ed usarle.Ora hai il mondo in mano e tante di quelle possibilità che nemmeno immagini, chi non le ha più le rimpiange e rimpiange di aver perso tempo in un altro tempo.Ora percepisci chi ti protegge come qualcuno che vuole toglierti delle possibilità e dei giochi, ma forse, come tuo fratello di 5 anni non sei completamente cosciente che quei giochi possono essere pericolosi.Questi sono punti di vista, semplicemente.  Buon compleanno, Willy.