Purtroppo il decesso avvenuto successivamente a questo scritto, lo rende in parte superato; ma gli amici d'infanzia vanno sempre ricordati, anche per una tragedia così tanto incredibile come questa, che ha travolto Pietro Paganelli (Pierino) vittima di Equitalia; che forte della perfida cricca che la protegge, fa brutti scherzi da prete malvagio !!! Zione coi pensieri sparpagliati, da vecchio scugnizzo “Chiajese” proveniente dalle macerie … circa il tentativo di suicidio da parte del laborioso Motorista nautico e Galantuomo “Pierino” Paganelli (Pietro, della nota Famiglia di Congegnatori meccanici e costruttori di brillanti auto da corsa, fin dagli anni 30 (?) nell’officina di San Pasquale a Chiaja) a cui la feroce Persecuzione di Iniquitalia, dovuta a sbagli ed esagerazioni, principalmente a causa della confusione da parte degli Enti accertatori che spesso lanciano sciabolate alla cieca, peccano di chiarezza ed al pari del (passato ?) Giudiciume politico, Mafioso e Terrorista dalle eccelse carriere (solo “Piemontese” ?) non pagano mai niente per le tante cazzate (e Carognate …) che fanno in continuazione; evidentemente ciò lo avrà talmente avvilito facendogli prendere la più insensata decisione della sua vita; comunque mi auguro di rivederlo come è sempre stato, da ragazzo a scuola e da grande nella vita: vispo, gagliardo e allegro fanciullone. A proposito dei piccoli e oscuri imprenditori e dei “poveri” Artigiani che lottano e stentano per andare avanti, ogni tanto qualcuno è riuscito pure ad agguantare un poco di gloria e soltanto quella, purtroppo ... dati i tempi. Negli anni venti, i fratelli Esposito, nella loro officinetta di via Martucci (sempre nel quartiere Chiaja, a Napoli) costruirono un’eccezionale vettura da competizione ed un ruggente motorino, cominciando col ricavarne un originale albero a gomiti da una “mollica di acciaio” e col solo lavoro di tornitura; ciò per evitare delle pericolose cricche nella struttura del materiale, che all’epoca e malgrado “la ricottura”, queste predisponevano facilmente alla rottura dello stesso, per le tensioni interne del metallo, dovute ai colpi di maglio che subiva invece l’asse motore classico, prodotto per fucinatura. All’epoca, tale estrosa trovata si rivelò fondamentale alla longevità del motore e col buon esito che ebbe nelle gare, su strada (e quasi sempre in salita); perchè questa loro leggerissima auto da corsa (“Camen”) benché fatta di umile legno, pure dava sonore legnate a blasonate concorrenti di gran marca ... e questo nei racconti dei nonni, ha sempre avuto un nostalgico ricordo; poi hanno seguito (ma anche preceduto ...) tanti altri piccoli “costruttori” che malgrado la mancanza di capitale e adatte attrezzature, seppero lo stesso tenere dignitosamente la testa alzata e mietere buoni successi nelle competizioni in cui partecipavano anche da coraggiosi piloti, come Giordano (il Conte noleggiatore …), Bellucci, Fiordelisi, Boffa … e un celebratissimo, per chiari meriti (ancora adesso, nel resto del mondo però ...) Paganelli del tempo.
Pietro Paganelli (Pierino) vittima di Equitalia, che forte della perfida cricca che la protegge, fa brutti scherzi da preti !!!
Purtroppo il decesso avvenuto successivamente a questo scritto, lo rende in parte superato; ma gli amici d'infanzia vanno sempre ricordati, anche per una tragedia così tanto incredibile come questa, che ha travolto Pietro Paganelli (Pierino) vittima di Equitalia; che forte della perfida cricca che la protegge, fa brutti scherzi da prete malvagio !!! Zione coi pensieri sparpagliati, da vecchio scugnizzo “Chiajese” proveniente dalle macerie … circa il tentativo di suicidio da parte del laborioso Motorista nautico e Galantuomo “Pierino” Paganelli (Pietro, della nota Famiglia di Congegnatori meccanici e costruttori di brillanti auto da corsa, fin dagli anni 30 (?) nell’officina di San Pasquale a Chiaja) a cui la feroce Persecuzione di Iniquitalia, dovuta a sbagli ed esagerazioni, principalmente a causa della confusione da parte degli Enti accertatori che spesso lanciano sciabolate alla cieca, peccano di chiarezza ed al pari del (passato ?) Giudiciume politico, Mafioso e Terrorista dalle eccelse carriere (solo “Piemontese” ?) non pagano mai niente per le tante cazzate (e Carognate …) che fanno in continuazione; evidentemente ciò lo avrà talmente avvilito facendogli prendere la più insensata decisione della sua vita; comunque mi auguro di rivederlo come è sempre stato, da ragazzo a scuola e da grande nella vita: vispo, gagliardo e allegro fanciullone. A proposito dei piccoli e oscuri imprenditori e dei “poveri” Artigiani che lottano e stentano per andare avanti, ogni tanto qualcuno è riuscito pure ad agguantare un poco di gloria e soltanto quella, purtroppo ... dati i tempi. Negli anni venti, i fratelli Esposito, nella loro officinetta di via Martucci (sempre nel quartiere Chiaja, a Napoli) costruirono un’eccezionale vettura da competizione ed un ruggente motorino, cominciando col ricavarne un originale albero a gomiti da una “mollica di acciaio” e col solo lavoro di tornitura; ciò per evitare delle pericolose cricche nella struttura del materiale, che all’epoca e malgrado “la ricottura”, queste predisponevano facilmente alla rottura dello stesso, per le tensioni interne del metallo, dovute ai colpi di maglio che subiva invece l’asse motore classico, prodotto per fucinatura. All’epoca, tale estrosa trovata si rivelò fondamentale alla longevità del motore e col buon esito che ebbe nelle gare, su strada (e quasi sempre in salita); perchè questa loro leggerissima auto da corsa (“Camen”) benché fatta di umile legno, pure dava sonore legnate a blasonate concorrenti di gran marca ... e questo nei racconti dei nonni, ha sempre avuto un nostalgico ricordo; poi hanno seguito (ma anche preceduto ...) tanti altri piccoli “costruttori” che malgrado la mancanza di capitale e adatte attrezzature, seppero lo stesso tenere dignitosamente la testa alzata e mietere buoni successi nelle competizioni in cui partecipavano anche da coraggiosi piloti, come Giordano (il Conte noleggiatore …), Bellucci, Fiordelisi, Boffa … e un celebratissimo, per chiari meriti (ancora adesso, nel resto del mondo però ...) Paganelli del tempo.