www.ziosilvio.com

TUTTO DA CAPO...


Se il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, annuncia l’approvazione in consiglio dei ministri della controriforma dell’ordinamento giudiziario e non protestano i magistrati, non protesta Di Pietro, esulta Repubblica, si ribellano il ministro Bonino (che vota contro), l’intera Rosa nel Pugno e gli avvocati, che sciopereranno per tre giorni. Vuol dire che siamo di fronte a una sconfitta: la sconfitta della politica nei confronti della magistratura. Non ci sarà la separazione delle carriere e – bisogna ammetterlo – questa non c’era neanche con la riforma del ministro Castelli. Una riforma che l’attuale governo cancella, eliminando quelle norme che miravano a dare maggiore efficienza e responsabilità alle toghe. Se il governo Berlusconi, con la riforma Castelli violava l’intoccabile santuario giudiziario, cercando di attenuare i privilegi dei magistrati e di salvare il disastrato pianeta giustizia da morte certa, il disegno di legge Mastella fa l’esatto contrario. Il fatto è che al governo c’è Prodi, che verso la magistratura ha un innegabile debito di gratitudine, ci sono i Ds, che della magistratura si sono serviti per l’eliminazione degli avversari politici e da essa sono stati coperti, c’è Di Pietro, insieme con i parlamentari D’Ambrosio e Casson, che dalla magistratura provengono. Risultato? Ciò che di buono era stato fatto è stato cancellato, ciò che prima scontentava tutti, oggi scontenta una parte della maggioranza, l’opposizione, gli avvocati ma non i magistrati, proprio coloro che sono la causa della crisi del sistema giudiziario e che da oggi riprenderanno a muoversi con la disinvoltura, la parzialità e la mancanza di responsabilità dei tempi passati.