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Brunetta


"Ichino l’apprezzo quando fa il giuslavorista, quando fa il politico non lo capisco. Deve forse ancora imparare a fare il politico". Cosi’ si è espresso Renato Brunetta, ministro della Funzione pubblica, intervistato da Maurizio Belpietro alla trasmissione ’Panorama del giorno’, commentando le parole del senatore Pd a proposito della citazione di Mao fatta dallo stesso Brunetta sui dipendenti pubblici."Quello che conta e’ la comunicazione, il messaggio. Quello che conta e’ che il paese ha capito. E ha capito che i fannulloni nella pubblica amministrazione non hanno piu’ spazio. Chi li difende sara’ additato alla marginalizzazione e al conservatorismo. Se difendera’ i fannulloni, sara’ un sindacato contro gli italiani. Il problema non e’ mio, e’ degli italiani. Puo’ la societa’ italiana, l’economia italiana tollerare che nel pubblico impiego ci sia un tasso d’assenteismo doppio di quello del settore privato? Puo’ tollerare questo spreco? No. Percio’ io cerco di fare questa battaglia riformista e mi rivolgero’ agli italiani. Linguaggio o non linguaggio, Mao Tse Tung o non Mao TseTung. Quella frase di Mao era anche ironica ovviamente, ma se qualcuno ha la coscienza un po’ precaria si arrabbi pure. Stamattina si e’ arrabbiato anche il direttore dell’Unita’, buon per lui. Ho chiesto alla redattrice dell’Unita’ quanti fannulloni c’erano nel suo giornale, mi ha detto ’un po". Io le ho risposto: ’Ecco perche’ il vostro giornale va male’".Poi il ministro della Funzione pubblica ha aggiunto altri elementi:"Sto preparando un disegno di legge di riforma che responsabilizzera’ i dirigenti. Se tollereranno tassi d’assenteismo superiori a quelli del settore privato, saranno cacciati. Se il ministro non riuscira’ a fare tutto questo, sara’ cacciato anche lui". Ma "perche’ non si riesce mai ad arrivare a dei licenziamenti?" gli ha chiesto Belpietro. "I provvedimenti di licenziamento, di messa in cassa integrazione ci sono tutti. Solo che nel tempo si e’ messo in piedi un tale sistema di garanzie per cui alla fine c’e’ una totale connivenza tra la politica, la dirigenza, il sindacato. Oggi non e’ piu’ possibile far finta di nulla. La gente sente l’inefficienza della pubblica amministrazione sulla propria pelle, sulle proprie famiglie, sulla propria salute, sulle proprie tasche e non e’ piu’ disposta a star zitta o a sopperire in altri modi. Per questa ragione l’altro giorno ho detto che il clima e’ cambiato. Quando incontrero’ i sindacati diro’ loro che se penseranno solo a guardarsi l’ombelico io mi rivolgero’ direttamente agli italiani. E diro’: ’Guardate il sindacato non pensa alla sanita’, alla scuola, alla sicurezza ma solo a se stesso’. E poi ne vedremo delle belle".