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Rinasci con il nostro Tè verde

Post n°8 pubblicato il 11 Aprile 2010 da zodiaco.bar
 

IL TE’ VERDE: UN MITO!

  • Che il tè verde fosse un toccasana, un elisir di lunga vita, gli Orientali lo dicevano da secoli. Poi la ricerca medica occidentale ha iniziato a studiarlo, facendo le stupefacenti scoperte di cui si parla nell’articolo: è anticolesterolo, antinfarto, antitumore…e molte altre cose ancora!
          
  • Il tè nasce dalle foglie della Camellia sinensis ; quando sentiamo parlare di tè Jasmin, di Ceylon, Darjeeling, non dobbiamo pensare che si tratti di piante diverse : cambia solo il luogo di produzione e l’aromatizzazione. Nemmeno tè verde e tè nero vengono da piante diverse.

    Quello che beviamo normalmente in Occidente è il tè nero: le foglie, dopo essere state raccolte, sono scaldate all’aria per un giorno, arrotolate e fatte fermentare in luoghi umidi (un processo che fa perdere gran parte dei principi attivi della pianta).
    Se invece le stesse foglie, appena raccolte, vengono “lavate” a vapore e subito seccate per impedirne la fermentazione, si ottiene il tè verde. Grazie a questa lavorazione al loro interno rimangono maggiori quantità di catechine ed altri polifenoli (I componenti più attivi e salutari) e si perde un po’ di teina (o caffeina). Il tè verde, insomma, è un concentrato di sostanze preziose, nonostante il sapore un po’ differente da quello “classico” non lo renda apprezzato come il tè nero.
    Per mantenerne inalterati I principi attivi, pero', bisogna saperlo preparare correttamente: metterne un paio di grammi sul fondo della tazza, e riempirla con una parte di acqua fredda ed una di acqua calda. L’acqua bollente, infatti, deteriora le foglie di tè verde. Dopo averlo lasciato in infusione per due-quattro minuti, filtrarlo, aggiungere eventualmente limone e zucchero, ma ricordarsi di non aggiungere latte, perchè proprio la caseina del latte rischia di neutralizzare I polifenoli, le componenti più benefiche del tè verde.
    In Giappone il tè (rigorosamente verde: quello nero, considerato di bassa qualità, è di solito riservato agli occidentali) è la bevanda nazionale. E in questo paese c’è una situazione che ha stupito I ricercatori di tutto il mondo, un “paradosso nipponico”: perchè I giapponesi, tra I più forti fumatori al mondo, si ammalano meno che altrove di tumore al polmone? Perchè bevono tè verde. Cosi' l’interesse degli oncologi per questa antica bevanda, è cresciuto a dismisura.
    Certo, non bisogna lasciarsi trascinare dall’entusiasmo. Quante volte si è sentito parlare di sostanze anticancro che dopo pochi mesi erano già finite nel dimenticatoio? Ma per il tè verde non dovrebbe essere cosi'. I primi studi importanti risalgono a più di dieci anni fa. E ormai sono decine le ricerche pubblicate su riviste a prova di dubbio: da Jama, il Journal of American Medical Association, a Lancet, dal British Medical Journal al Japan Journal of Clinical Oncology. Ricerche che hanno dimostrato come in molti casi le sostanze contenute nel tè verde rallentano o bloccano la trasformazione delle cellule sane in tumori, la loro cresciota e diffusione, e lo sviluppo dei vasi sanguigni che nutrono la massa tumorale. Il merito è soprattutto dell’Egcg (il nome per esteso è epigallocatechina-3-gallato), un polifenolo presente nel tè verde (25%) molto più che in quello nero (che ne ha solo il 4%).
    Quali tumori previene? Praticamente tutti: mammella, polmoni, esofago. Contrasta anche il melanoma e un tumore maschile come quello alla prostata.
    E il cuore? Il tè verde tratta bene anche il nostro muscolo più importante. Contiene numerosi flavonoidi, sostanze antiossidanti che ci proteggono dall’infarto. Non solo. Il colesterolo e I trigliceridi presenti nel sangue, che quando sono in eccesso si depositano sulle pareti delle arterie e aprono la strada ai disturbi cardiocircolatori, nei forti bevitori di tè non sono un problema. In generale, con due tazze al giorno si riduce il rischio di aterosclerosi del 50%.
    Gli antiossidanti presenti nel tè verde (I flavonoidi di cui abbiamo appena parlato e soprattutto le catechine) combattono anche I radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento dell’organismo e della pelle in particolare. Ma il bello è che sono molto più attivi degli antiossidanti contenuti in qualsiasi altro alimento: secondo ricerche compiute da alcune università americane, le catechine del tè verde hanno un’efficacia 20 volte superiore a quella della vitamina E e sono addirittura 100 volte più attive della vitamina C.
    Ma non basta. Il tè verde ha la capacità di migliorare la flora batterica intestinale; infine dà una mano a dimagrire, perchè aumenta la velocità con cui l’organismo brucia I suoi grassi. L’ università di Ginevra ha scoperto che I suoi estratti fanno salire in maniera significativa (4%) il consumo giornaliero di calorie. Questo effetto non dipende solo, come si potrebbe pensare, dalla teina o caffeina contenuta nel tè ( che pure viene inserita in molti farmaci dimagranti proprio perchè accelera il metabolismo), ma è dato ancora una volta dalle preziose catechine, che aumentano la termogenesi: il nostro corpo produce più calore e, percio', brucia più grassi. Senza provocare alcun effetto negativo a carico del cuore e del sistema nervoso.

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    La pianta di cacao cresceva spontaneamente lungo i bacini dei fiumi Orinoco e Rio delle Amazzoni già nel 4000 a.C..Furono i Maya, popolo di agricoltori dalla considerevole conoscenza delle materia scientifiche, ad iniziarne la coltivazione. La coltura si diffuse poi nell'area dell'attuale Messico. Secondo un leggenda azteca la pianta del cacao nasce dal sangue versato da una principessa morta per difendere il tesoro lasciatole in custodia dallo sposo chiamato lontano in battaglia. La pianta del cacao è per questo amara (le pene d'amore) e fragile (la principessa sopraffatta dai nemici), ma allo stesso tempo forte (la fedeltà che non fa tradire lo sposo). Nell'era Precolombiana il cacao in semi era un bene prezioso, veniva utilizzato per i calcoli, come moneta (valeva molto più dell'oro!) e gli veniva attribuito un valore magico e religioso. Era comunque utilizzato anche come alimento: tostato, macinato, mescolato a liquido e sbattuto fino a diventare spumoso, come bevanda "xocolatl" (da cui lo spagnolo chocolate) a cui venivano attribuite proprietà magiche. Colombo, in uno dei suoi viaggi, approdando in Martinica, ricevette in offerta semi di cacao, ma non diede molta importanza a "quella specie di mandorla". Furono alcuni conquistadores che seguirono Cortéz nella conquista del nuovo mondo a notare la bevanda preparata con i semi di cacao tostati e che permetteva, se bevuta, di camminare un giorno interno senza fatica e senza bisogno di mangiare. Gli spagnoli reduci dai viaggi, e ormai consumatori abituali, introdussero in Europa il cacao. Nel XVI secolo con la commercializzazione della pasta di cacao in tutta Europa inizia a diffondersi l'uso della cioccolata, naturalmente solo per i più facoltosi. All'inizio del '600 furono numerosi (alcune decine) i trattati dedicati a questa pianta. In epoca Rococò compaiono i primi locali pubblici dove si possono degustare prelibatezze a base di cioccolata, famosi sono i saloni e i caffè di Venezia in questi anni.In questo periodo anche la Chiesa si interessa alla cioccolata chiedendosi se tale bevanda interrompa o meno il digiuno. Da tale quesito nascono due teorie "liquidum non frangit jejunum" ma se addensata .. beh allora sì: diventa cibo. Sostanzialmente queste teorie erano legate al rigore religioso di chi le seguiva, e quando i problemi religiosi persero la loro importanza per la vita quotidiana nessuno si preoccupò più di trovare una risposta. Intorno al XVII secolo il cioccolato assume la forma che oggi più lo identifica: la tavoletta. Da allora i dolci a base di cacao o cioccolato si sono moltiplicati e differenziati tanto che possiamo bere una cioccolata in tazza, mangiare una fetta di torta sacher, gustare un gianduiotto o finissima pralineria senza accorgerci quasi della comune origine: la pianta di cacao, Teobroma, cibo degli dei come Linneo la definisce nella sua classificazione della flora. In Italia Torino è sicuramente la Capitale del Cioccolato, qui è nato il gianduiotto e qui abbondano "cioccolaterie" dove è possibile soddisfare tutti i gusti. Grazie ai Baci perugina , prima, e al poi, anche Perugia può considerarsi a pieno titolo un'altra capitale del gusto "al cioccolato". Finora abbiamo parlato del cacao e della cioccolata come bevanda o come alimento dolce, ma la versatilità del cibo degli dei è tale da poterci permettere tutto un pranzo con portate al cioccolato.

     

     

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