Zol@mbiente esprime grande soddisfazione per la sentenza che il Tar dell’Emilia Romagna ha espresso riguardo alle richieste avanzate da alcune aziende che lavorano prodotti similari a quelli utilizzati dalla ditta Pavimental e riguardanti, oltre che l’aumento delle ore di produzione giornaliera, anche questioni che coinvolgono l’inquinamento acustico e le maleodoranti emissioni in atmosfera causate dalle loro attività produttive, anch’esse probabilmente classificate insalubri di prima classe. Sconfitte, la Sintexcal e Valli Zabban, avevano presentato ricorso al Tribunale Amministrativo contro alcune limitazioni e condizioni poste dalla Provincia. La Sintexcal si era opposta alle limitazioni di orario (dalle 6 alle 22) stabilite dalla Provincia al funzionamento della fabbrica con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento ambientale e acustico nel limitrofo centro abitato: la sentenza è di merito e dà ragione alla Provincia, rigettando la motivazioni di Sintexcal. Per quanto riguarda invece la Valli Zabban, nei mesi scorsi la Provincia ha autorizzato il progetto di modifica dell’impianto industriale (che lavora sostanze bituminose), ma a condizione che l’azienda, entro un anno, portasse fino alla fabbrica la linea del metano e che ci fosse un controllo sugli odori rilasciati. La ditta ha fatto ricorso al Tar, chiedendo la sospensiva di quest’ atto e lamentando un grave danno economico nelle richieste della Provincia. Per il Tar, il danno non è stato in alcun modo quantificato o provato e, in ogni caso, l’interesse pubblico sulla qualità dell’aria prevale su quello economico dell’azienda. Con queste motivazioni nei giorni scorsi è stata rigettata la richiesta di sospensiva e condannata la Valli Zabban a pagare 3.000 euro di spese legali, 1.000 a testa tra Provincia, Ausl e Comune di Bologna (tutti i soggetti contro cui era stato presentato il ricorso e che si sono costituiti in giudizio). Le sentenze del Tar portano grande soddisfazione: sono passi avanti nella tutela della qualità dell’aria e della vita delle persone. Sulla vicenda Sintexcal preme rilevare che è la prima volta che in un’autorizzazione è previsto un limite riguardante gli odori; il fatto è che in Italia non esiste una legge che preveda prescrizioni e soglie limitative su questo tema, se non un generico riferimento nel Codice Civile. A tale proposito è stato fatto un bel passo in avanti, ciò fa pensare che siamo sulla strada giusta. Nell’ordinanza con cui il Tar rigetta la sospensiva di Valli Zabban non c’è alcun cenno alla condizione di controllo degli odori, i giudici non ne parlano e si nota un probabile silenzio-assenso, ma bocciano le proteste della ditta contro la conversione a metano per sostituire un sistema che ora funziona bruciando un “olio pesante, che produce molte scorie”. Per quanto riguarda invece la Sintexcal, i giudici non hanno dubbi nel rigettare le tesi dell’azienda contro l’obbligo di far produrre lo stabilimento solo di giorno: dalle 6 alle 22. La Provincia aveva stabilito in un primo tempo, un limite di otto ore giornaliere e un tetto annuo di 1.520 ore: il TAR aveva bocciato il limite delle otto ore, la Provincia ha modificato tale posizione, mantenendo però ferma la possibilità del lavoro solo diurno, facendo salve “possibili esigenze straordinarie” (e mantenendo il tetto annuo di 1520 ore). Per i giudici l’amministrazione ha fatto bene, considerando che una prescrizione oraria sia “il naturale strumento di contemperamento delle esigenze di flessibilita’ delle produzioni con quelle di contenimento delle emissioni”.
Il TAR Respinge ricorsi Sintexcal e Valli Zabban
Zol@mbiente esprime grande soddisfazione per la sentenza che il Tar dell’Emilia Romagna ha espresso riguardo alle richieste avanzate da alcune aziende che lavorano prodotti similari a quelli utilizzati dalla ditta Pavimental e riguardanti, oltre che l’aumento delle ore di produzione giornaliera, anche questioni che coinvolgono l’inquinamento acustico e le maleodoranti emissioni in atmosfera causate dalle loro attività produttive, anch’esse probabilmente classificate insalubri di prima classe. Sconfitte, la Sintexcal e Valli Zabban, avevano presentato ricorso al Tribunale Amministrativo contro alcune limitazioni e condizioni poste dalla Provincia. La Sintexcal si era opposta alle limitazioni di orario (dalle 6 alle 22) stabilite dalla Provincia al funzionamento della fabbrica con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento ambientale e acustico nel limitrofo centro abitato: la sentenza è di merito e dà ragione alla Provincia, rigettando la motivazioni di Sintexcal. Per quanto riguarda invece la Valli Zabban, nei mesi scorsi la Provincia ha autorizzato il progetto di modifica dell’impianto industriale (che lavora sostanze bituminose), ma a condizione che l’azienda, entro un anno, portasse fino alla fabbrica la linea del metano e che ci fosse un controllo sugli odori rilasciati. La ditta ha fatto ricorso al Tar, chiedendo la sospensiva di quest’ atto e lamentando un grave danno economico nelle richieste della Provincia. Per il Tar, il danno non è stato in alcun modo quantificato o provato e, in ogni caso, l’interesse pubblico sulla qualità dell’aria prevale su quello economico dell’azienda. Con queste motivazioni nei giorni scorsi è stata rigettata la richiesta di sospensiva e condannata la Valli Zabban a pagare 3.000 euro di spese legali, 1.000 a testa tra Provincia, Ausl e Comune di Bologna (tutti i soggetti contro cui era stato presentato il ricorso e che si sono costituiti in giudizio). Le sentenze del Tar portano grande soddisfazione: sono passi avanti nella tutela della qualità dell’aria e della vita delle persone. Sulla vicenda Sintexcal preme rilevare che è la prima volta che in un’autorizzazione è previsto un limite riguardante gli odori; il fatto è che in Italia non esiste una legge che preveda prescrizioni e soglie limitative su questo tema, se non un generico riferimento nel Codice Civile. A tale proposito è stato fatto un bel passo in avanti, ciò fa pensare che siamo sulla strada giusta. Nell’ordinanza con cui il Tar rigetta la sospensiva di Valli Zabban non c’è alcun cenno alla condizione di controllo degli odori, i giudici non ne parlano e si nota un probabile silenzio-assenso, ma bocciano le proteste della ditta contro la conversione a metano per sostituire un sistema che ora funziona bruciando un “olio pesante, che produce molte scorie”. Per quanto riguarda invece la Sintexcal, i giudici non hanno dubbi nel rigettare le tesi dell’azienda contro l’obbligo di far produrre lo stabilimento solo di giorno: dalle 6 alle 22. La Provincia aveva stabilito in un primo tempo, un limite di otto ore giornaliere e un tetto annuo di 1.520 ore: il TAR aveva bocciato il limite delle otto ore, la Provincia ha modificato tale posizione, mantenendo però ferma la possibilità del lavoro solo diurno, facendo salve “possibili esigenze straordinarie” (e mantenendo il tetto annuo di 1520 ore). Per i giudici l’amministrazione ha fatto bene, considerando che una prescrizione oraria sia “il naturale strumento di contemperamento delle esigenze di flessibilita’ delle produzioni con quelle di contenimento delle emissioni”.