Zacinto mia

IL RISPARMIO STUPIDO


La tapparella della cucina s’è rotta. Gran grattacapo, visita da Leroy Merlin, mia incapacità a sistemarla, soccorso di mio papà.Misure prese, il metro fa schifo, ogni volta le devo riprendere tenendo il dito, facendo segni con la penna ecc Ansia di sbagliare, mia moglie che urla che mio papà non si deve intromettere, che pare che sia capace solo lui di fare le cose. Io sempre “Sì, va bene”, abbasso lo sguardo, sto muto, cerco di mediare. Speriamo bene, spero d’aver preso le misure giuste alla fine. Lei sostiene che il mio è risparmio stupido (detto tra noi, quando si parla di risparmio, usa sempre questo aggettivo; allora quand’è intelligente?) perché, piuttosto, dovrei chiamare un esperto tapparellista; un po’ come quando voglio usare a tutti i costi i coupon dell’Auchan o ogni offerta dell’Esselunga. In questo la sminuisco nel suo ruolo di moglie.Cosa ci devo fare? Forse è una questione psicologica. Io sono un pazzo per la spesa, come quelli di Real Time che negli Stati Uniti comprano 20 carrelli di spesa e accumulano detersivi per 10 anni o cibo in scatola per due anni utilizzando migliaia di buoni sconto, raccattandoli dalla spazzatura e passando 40 ore la settimana su internet alla ricerca di coupon o scrivendo alle aziende produttrici per ottenerli. Riescono a farsi pagare per fare la spesa piuttosto che sborsare un centesimo. Ecco, quello è il mio ideale di vita. Così mi sento realizzato. Passo 7 ore al giorno in un ufficio in cui sono alla mercè di capi e capetti, dove ci vuole la mano di Dio per ottenere una promozione e bisogna leccare a destra e a manca, fatemi sentire realizzato in qualche modo! Riuscire a vincere la sfida contro le aziende che ti vessano e ti rubano ogni centesimo, i buoni sconto mi fanno sentire vivo! Domenica siamo tornati tardi perché abbiamo dovuto aspettare che la nonna di mia moglie preparasse la valigia; per questo ormai il supermercato aveva chiuso e…addio coupon perché scadevano quel giorno. Mi sono sentito morire. Buttare i miei buoni sconto inutilizzati e non poter dire nulla, non poter esternare i miei sentimenti. Alla fine credo di essere incompreso. Se dico qualcosa o, comunque, se lascio trasparire ciò che penso dai miei comportamenti, sono quello brutto e cattivo che vuole fare i risparmi stupidi e mia moglie ne parla con sua mamma, con le amiche e così mi sento circondato da gente che pensa male di me. Lo so, me lo sento. Così mi chiudo in me stesso e risulto più silenzioso e triste. Quando succede così, abbraccio la gattina e le chiedo se almeno lei mi vuole bene e desidero solo andare a dormire per non riflettere, pensando che domani è un altro giorno. Sono venuto a vivere a Milano, sono lontano dalla mia famiglia, dal mio paesino, abbiate pietà di me! Se le persone che mi circondano qui pensano male di me, io mi sento solo e ne soffro. Datemi il mio contentino, così mi sento realizzato e non pensate male di me, pietà!