Zacinto mia

LE DUE MAGLIETTE


A volte mi lascio prendere dalla rabbia e dall’invidia, pensando di essere ingiustamente sfruttato dagli altri, che fanno meno fatica di me, ma conducono un’esistenza migliore.So che non dovrei farlo; dovrei confrontarmi con chi sta peggio di me (e sono tanti) e accontentarmi di quello che la vita mi ha donato. Quando faccio del bene dovrei dimenticarlo, non rinfacciarlo, ma a volte è più forte di me. Ci sono certe situazioni che mi rendono insoddisfatto e geloso.Perché, per esempio, devo lavorare più di chi ha uno stipendio nettamente superiore al mio e può permettersi una vita più gratificante? Perché sono costretto a fare perenni rinunce mentre altri si concedono tutto ciò che desiderano? Perché mi sento costantemente incompreso e poco considerato?Un giorno mia moglie mi ha detto che non sopporto il fatto che fino a settembre non lavorerà (per la malattia che la affligge da aprile) e che fino ad allora dovremo accontentarci solo del mio stipendio. Non è esattamente così: da una parte non trovo giusto che non possa comprarmi nemmeno un vestito, pur avendo speso 700 euro nel solo mese di luglio (il 40% del mio stipendio) per le sue cure. Per non parlare di 450 euro di rata del mutuo, il che significa che mi resta solo di che mangiare. Dall’altra critico solo acquisti futili, ma mi lamento anche del fatto che io finora non sono andato da nessuna parte in vacanza mentre i suoi genitori, che hanno tre mesi di vacanza, essendo insegnanti, non stanno un giorno a Milano. Così quando mia moglie sta male o sua nonna, che ha 89 anni ha problemi, devo occuparmene io, stando anche a casa dal lavoro. Io ho 28 giorni di ferie all’anno, non posso consumarli così, ma non lo vogliono capire. Tornati dal Portogallo, avrebbero voluto ripartire subito per la Valle d’Aosta, tanto a Milano c’è sempre l’asino che lavora per mantenere la famiglia, che non si permette nulla e che sta dietro a tutti in caso di bisogno! Neanche si palesa al loro cervellino il fatto che potrei non avere i soldi per andare in vacanza o che potrei finire i giorni di ferie, tanto loro sono pieni di soldi e non sono proprio abituati a fare delle rinunce. Io in compenso non posso andare neanche la domenica dai miei genitori perché devo star dietro a loro; l’altra settimana la nonna di mia moglie è stata male e quindi ho dovuto posticipare la visita alla mia famiglia. Durante la settimana lavoro e quindi non mi posso mai muovere. Che bella vita! Ho dovuto dire ai miei suoceri di stare almeno una settimana a Milano, altrimenti non si sarebbero accorti del fatto che mi hanno sobbarcato di tutta la loro famiglia, mentre la mia non la vedo mai. Volevo star zitto, come sempre, ma ho rischiato di sentirmi dire che sono rigido bla bla bla (come quando sono tornato da Roma e sono venuti a prendermi in stazione, guarda caso già si trovavano da quelle parti e sono dovuto andare a mangiare la pizza dove volevano loro anche se non volevo mangiare; cioè: mi fate la gentilezza di venirmi a prendere ma devo andare a mangiare dove dite voi? La prossima volta vado in bicicletta! Quando succedono queste cose mi sento raggirato, annullato, sento di non contare nulla). Risultato: vanno comunque in montagna con mia moglie e la nonna, mentre io dovrò restare una settimana da solo a casa. Lo scrivo qui e poi taccio, tanto ormai questo blog è il mio sfogo, la mia valle di lacrime.Ma non mi devo lamentare. Nella vita bisogna saper fare delle rinunce e non confrontarsi con chi ha di più. Domenica a messa hanno detto che chi va in pellegrinaggio a Santiago de Compostela deve saper sacrificare il superfluo, portarsi due magliette e niente più. Anch’io farò lo stesso pur restando a Milano.