Zacinto mia

OTIUM


Viste le disgrazie delle ultime settimane, mia moglie ha avuto una ricaduta e non se la sentiva di stare a casa da sola. Per questo, martedì scorso ho chiesto gentilmente al mio capo se potevo prendere quattro giorni di ferie (fino a ieri, dato che oggi suo fratello rientra dalle vacanze). Il mio capo non mi ha fatto problemi e ha accettato. Questi giorni mi sono serviti. Io non me ne rendo conto, ma talvolta ho bisogno di riposo. In ufficio tendo a farmi carico di tutti i problemi e, in questi giorni, avrei dovuto inviare i consueti report al commerciale, in più sostituire due colleghi. Purtroppo parto dal presupposto che è meglio che le cose le faccia io. Me lo dicono un po’ tutti, prima o poi scoppierò; dovrei delegare alcune cose ai miei colleghi. Loro vanno a bere il caffè, escono, sono rilassati, mentre io, spesso non esco neppure a pranzo, mi sobbarco di lavoro e non chiedo aiuto a nessuno. E’ un mio difetto: dovrei aver più fiducia negli altri. Martedì scorso ho lasciato istruzioni a chi rimaneva e mi sembra che abbiano fatto tutto bene. Se devo essere sincero, lunedì e martedì non ci stavo più con la testa. Il mio lavoro esige concentrazione e precisione, bisogna sempre controllare ogni cosa che si fa perché i sistemi automatizzati potrebbero contenere errori. Io arrivo di corsa in ufficio, mando una serie di report al commerciale, loro mi telefonano in continuazione, mi distraggo, devo sostituire gli altri e ne esco pazzo quando ho altri pensieri. La scorsa settimana ne avevo veramente tanti. Ho dovuto arrendermi e farmi aiutare. Quando me ne vado dall’ufficio, oltre ad aver paura che gli altri sbaglino, ho tendenzialmente il sentore di aver lasciato qualcosa di incompiuto e anche questa sensazione mi crea un po’ d’angoscia. Per non parlare dell’aria condizionata. Io non la sopporto. Sembra ridicolo, ma stare sempre seduto con le mani ghiacciate, la pipì che ti scappa ogni ora perché la collega nevrotica vuole 18 gradi in ufficio, mentre fuori è dalla fine di giugno che viaggiamo dai 35 ai 38, mi fa stare proprio male ed aumenta il mio stato d’angoscia.A casa mi sono sicuramente riposato. Ne avevo bisogno. Non dover correre in ufficio la mattina, non avere il telefono che squilla in continuazione, non dover rispondere alle continue richieste dei commerciali, poter stare anche in mutande, seppur al caldo e non con l’aria condizionata, mi ha fatto riprendere le forze. Certo, a casa non avevo molto da fare. Stare a Milano in agosto non offre molti svaghi. La mattina, giorno per giorno, abbiamo girato tutti i mercati della zona, in mezzo ai nordafricani visto che i milanesi erano tutti in vacanza, al pomeriggio siamo stati ai supermercati, Ikea e varie. Io cercavo sempre un momento per prendere il sole al parco. Sì, lo so, faceva caldo, ma non rinuncio all’abbronzatura. Forse, non abbandonare le mie due costanti, l’abbronzatura e lo shopping, significa che mi ero ripreso. Sarò frivolo, ma rimaner legato a queste due cose vuol dire che non ho ancora toccato il fondo. Anche se ho tanti pensieri, tante preoccupazioni, non so quando mia moglie starà meglio, quando le sue crisi smetteranno, se e quando rientrerà al lavoro (chissà, forse si stancheranno delle sue malattie prolungate e la licenzieranno), se mai avremo un altro figlio…, non ho perso la mia dose di amor proprio. Mia nonna sta meglio. Oggi sarà dimessa dall’ospedale e speriamo che la nuova terapia farmacologica l’aiuti.Lo stacco dal lavoro mi è servito, anche se talvolta mi sono annoiato: venerdì pomeriggio mia moglie ha sperimentato un nuovo psicologo (che fa tecniche di rilassamento e, spero, risolva i suoi problemi senza medicine) e io sono rimasto a casa ad annoiarmi, lo stesso dicasi per domenica causa pranzo infinito coi vicini di casa o ieri mattina che pioveva. Ora sono in ufficio, più riposato e un po’ più sereno.