Zacinto mia

IL DESTINO


Mi rendo conto che il passare del tempo fa tanto. Fa dimenticare, lenisce numerose ferite. Certi pensieri non si affacciano più alla mente. Forse torneranno, ma adesso va meglio. Altri forse ci avrebbero messo meno, ma ognuno ha i suoi tempi.Ho sempre i miei difetti, i miei problemi, ricado nei miei errori, ma so quello che dovrei fare e cerco di impegnarmi. Non è facile, ma ci provo. Come afferma la scrittrice Irene Nemirovskij, siamo “creature limitate e patetiche”, desideriamo avere “l’illusione di influenzare la vita degli altri”. Quanto meno eviterò “l’angoscia indefinibile, logorante, sorda”, il “malessere interiore di cui si percepisce la presenza senza conoscerne il nome”Ieri, quando sono arrivato in ufficio, una mia collega piangeva. Le hanno trovato un nodulo e dovrà essere operata. E’ la collega a cui ad agosto avevo confidato le difficoltà ad avere un figlio, cosa che l’ha toccata in prima persona, visto che lei non è riuscita a d averne. Cosa insolita per me, le ho aperto il mio cuore, per quanto non la conoscessi (era arrivata in ufficio da noi due settimane prima), ma sentivo che aveva vissuto i miei stessi problemi. Sembra che il destino si incaponisca contro le stesse persone, quelle che hanno già problemi, difficoltà.Sempre ieri siamo stati da un’avvocata per discutere sulla possibilità per una persona, come mia moglie, che soffre di attacchi di panico, di essere dichiarata idonea all’adozione. Ad essere sinceri, non ci ha molto rassicurati. Non l’ha escluso a priori, ci fornirà il nome di uno psichiatra che farà le sue valutazioni, ma ci ha detto che è un percorso duro, che non potrebbe sopportare. Inoltre crescere un bambino con un vissuto problematico potrebbe essere un’ulteriore fonte di ansia. Confidiamo nel destino.