Zacinto mia

PAPA’


Il 7 dicembre all’1 di notte è nato il mio bambino. Non dimenticherò mai quel giorno, non solo perché sono diventato papà, ma perché ho preso un grande spavento! Mia moglie aveva le contrazioni ogni 5 minuti da 3 giorni, non dormiva neanche la notte. Pur avendola portata in ospedale due volte, i medici ritenevano che non fosse ancora il momento in quanto era necessario che le contrazioni fossero ogni 3 minuti. Per fortuna la sera del 6 ha perso le acque, così l’ho accompagnata in pronto soccorso, altrimenti, se non avesse partorito entro il 13, avrebbero indotto il parto. Ma poteva stare 10 giorni con le contrazioni ogni 5 minuti, senza dormire la notte?!? Il travaglio in sé è durato circa 5 ore, meno di quanto mi aspettassi. Tralascio sangue, forbici, ventosa; l’avevo messo in conto. Quello che non avevo messo in conto era che, al momento della nascita, il mio bambino sembrava morto. Non piangeva, non respirava. Di solito chiedono al papà di tagliare il cordone ombelicale, mettono il bimbo in braccio alla mamma. Nel nostro caso, 5 ostetriche l’hanno preso in fretta e si sono dirette verso il corridoio. Hanno chiuso la porta della sala parto, ma le si sentiva correre e urlare “chiamate il rianimatore! Fate presto!”. Ero in stato di choc. Non riuscivo ad alzarmi dalla sedia, stavo per svenire, mi veniva da vomitare, tremavo, non ero in grado di parlare. E’ stato portato d’urgenza al reparto di terapia intensiva di un altro ospedale, causa “encefalopatia ipossica ischemica” per stress del bambino per aver inalato liquido amniotico. In sostanza, non respirava, non affluiva ossigeno al cervello. Perché? Il bambino era stressato perché la mamma aveva le contrazioni da 3 giorni. Perché non l’hanno fatta partorire prima, magari con parto cesareo??? Anziché provare gioia in quel momento, stavo malissimo. Abbiamo saputo che, assegnando un indice da 0 a 10 alla vitalità del bambino, dove 0 corrisponde a morte e 10 a piena funzionalità, lui aveva 1. 1 su 10! E’ rimasto in incubatrice 5 giorni, con flebo ed elettrodi. In ospedale un totale di 12 giorni, in cui io e mia moglie facevamo avanti e indietro, lasciandolo con strazio ogni sera. I primi giorni sono stati quelli più critici. Per fortuna l’ischemia non ha avuto conseguenze al cervello ed ora è a casa. Ma si poteva evitare tutto ciò? Io credo di sì. L’importante è che ora il bimbo stia bene; forse, finalmente stiamo iniziando a recuperare il tempo perso e a vivere appieno nostro figlio.