Zacinto mia

APPROCCIO AL LAVORO


Mia moglie ha deciso di licenziarsi. Immaginavo che sarebbe arrivata a questa conclusione per cui non ero impreparato. Speravo che fino all’anno del nostro bambino avrebbe lavorato le 5 ore previste per le mamme in allattamento visto che, a suo tempo, aveva fatto richiesta di part-time, ma le era stato negato. Se era questa la sua richiesta, mi auguravo che, in tale situazione, sarebbe rientrata. Ha invece continuato a ripetere che, se fosse rientrata, si sarebbe ammalata come nel 2014 e quindi non ho potuto che prendere atto della sua decisione. Certo, considerata la disoccupazione giovanile in Italia fa specie che una persona con un posto di lavoro a tempo indeterminato si licenzi senza aver alcuna alternativa. Oltretutto il suo stipendio faceva comodo, ma non potevo obbligarla. Il clima lavorativo da lei non era dei migliori: avere persone che non ti parlano o che ti trattano male condiziona la tua vita. E’ capitato e capita ancora a me soprattutto in questo posto. Forse io riesco a farmi scivolar via certe cose e, quindi, penso che, al suo posto, quanto meno, ci avrei tentato. I miei problemi sono altri: forse sono più ambizioso, non riesco ad essere contento se non ottengo ciò che desidero, purtroppo non riesco neppure a gioire se so che qualcun altro che è entrato con me ha più possibilità di me e fa carriera più velocemente, ma qui è un problema di amicizie e di come ti vede risorse umane. I commerciali avanzano più in fretta, mentre io sono stato bollato come amministrativo e quindi devo aspettare il mio turno, anche se di possibilità ce ne sono meno. D’altra parte due proposte le ho avute, ma le ho rifiutate, quindi non posso neppure lamentarmi. Resto comunque in attesa di qualcos’altro anche se non so dove e questo pensiero mi preoccupa. Considerato che sono ben visto dal responsabile di Roma, credo che mi offrirà un’altra opportunità, ma questa volta non potrò dire di no.