Creato da zancarlo2010 il 02/06/2011
Guardo oltre la collina che sta davanti alla mia casa
 

 

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Dio bono

Post n°41 pubblicato il 03 Ottobre 2016 da zancarlo2010

Non posso certamente dire di annoiarmi e non può dirlo neppure chi vive vicino a me, se dicessi che dormo con lo zaino sulle spalle sono certo di dire la verità e non soltanto di ripercorrere la retorica del regime durante il ventennio. Ho tante cose da raccontare e se soltanto avessi la certezza per quanto lontana di farlo nel futuro mi impegnerei con voi cari amici.

Il 13 di agosto mentre rientravo dalle vacanze, le mie amiche e colleghe mi informavano che, essendo in i quel giorno in corso le assegnazioni delle sedi scolastiche agli insegnanti, non riusciva loro di trovarmi negli elenchi della Sardegna. Nella tarda serata ho letto una mail che mi indicava la mia nuova sede che si trovava oltremare. Così il ferragosto e anche quanto mancava del periodo estivo è trascorso nel fare i preparativi e nel cercare di dare una sistemata a tutte quelle cose che avevo in cantiere e che in qualche maniera necessitavano di essere indirizzate a buon fine prima di partire. Quando si arriva ai cinquanta per poter lasciare la propria casa a cuor leggero bisogna essere dei disperati senza radici e magari perseguitati dai creditori.

Così dopo aver trovato a fatica un posto in aereo, considerato anche l’esodo estivo dei turisti che lasciavano l’isola, sono andato incontro al mio destino con la certezza che per tre anni sarei rimasto in quel luogo lontano e sconosciuto.

In treno ho viaggiato con una bella signora che nell’insieme aveva l’aria di saperne in fatto di uomini ma non mi ha degnato di uno sguardo e tanto meno mi è riuscito di scambiare qualche parola in un viaggio durato quattro ore. Sinceramente, anche se per breve tempo,avevo fantasticato di zuccherare quel viaggio inatteso con la sua compagnia. Dopo il treno il pulman, per altre due ore sono salito su per le colline, le quali,anche se si elevavano per una certa altezza, non possono essere definite montagne e ho proceduto per terre fertili decorate da cipressi e da bei casolari il tutto ordinato pieno di curve pulito e armonioso. Sicuramente Dio Bono nel setacciare la terra mentre si adoperava per fare il mondo aveva gettato in quei luoghi la terra e nella mia isola le pietre. Durante il viaggio sentivo la commozione salirmi dal cuore annodarsi in gola e sciogliersi nelle lacrime che scendevano dagli occhi lungo le guance. Ero commosso da quanto vedevano i miei occhi e forse anche la temperatura moderata e gradevole rendeva il viaggio piacevole. Quei luoghi mi commuovevano, come se dopo un lungo esilio fossi ritornato a casa, non posso spiegarlo altrimenti. Solo il ritorno a casa può suscitare un simile stato emotivo.  Mi ero alzato alle 4,30 del mattino e arrivavo a destinazione che erano le 7,30 della sera. La cittadina era piena di turisti e faticai a trovare alloggio. Considerato che prima di trovare casa da prendere in affitto potevano passare molti giorni ho cercato di risparmiare evitando hotel e ville con piscina da oltre cento euro al giorno.

L’indomani mattina andai a scuola per il collegio docenti e la incontrai tutti i miei colleghi che erano stati portati la dalle diverse regioni. Nell’andito si sentiva un piagnisteo e un lamentarsi che sapeva di ipocrisia e giustificazione per una eventuale fuga.L’indomani mattina erano tutti scomparsi tutti erano rincasati con l’impegno di ritornare nella scuola nei giorni seguenti, cosa che non è accaduta. Sono rimasto la anche perché l’incarico che avevo ricevuto dalla preside non era quello dell’insegnamento  e prendevo servizio subito. Mi venne mostrato il mio ufficio scrivania, un computer tutto mio, poltrona un poco sgangherata ma con poggia schiena alto e braccioli foderati come si conviene ad un manager.

Mi ero presentato  a scuola che mancavano 10 minuti alle 8 e alle 8.30 avevo una grossa cartella sulla mia scrivania. Ho capito subito che quello era un luogo dove si lavorava veramente. Solitamente nelle segreterie delle scuole gli uffici sono individuati per competenze così troviamo l’ufficio alunni, ufficio docenti etc. e in ogni ufficio stazionano almeno due impiegati in quella scuola lavoravano soltanto un impiegato per ufficio e avevano urgente necessità del mio lavoro. Negli anni passati da precario ho svolto la professione tecnica e amministrato un’azienda di discrete dimensioni. Ho iniziato a lavorare utilizzando le conoscenze e la metodologia di lavoro che mi permette di passere dal disordine di un insieme di dati confusi e che non dicono niente, alla loro rappresentazione per valore assoluto, per confronto e altri giochetti  che un foglio di calcolo elettronico permette di fare. Già al secondo giorno mi sentivo dire che ero bravo e le care colleghe hanno continuato a dirmelo per i giorni successivi. Mai nella mia vita mi sono sentito capace e valorizzato. Ero andato via da casa che, per diverse cose che sono accadute, che mi sentivo inutile e incapace,anche la preside mi sorrideva e ogni mattina mi salutava.

Prima di andare via dalla Sardegna ero passato dalla mia ex scuola a ritirare dei documenti che avevo lasciato nel mio cassetto e ho pensato che era doveroso salutare il preside. Il boss era a scuola andava da un parte all’altra e nonostante abbia aspettato  per quasi un’ora non mi ha prestato attenzione e tanto meno mi ha salutato, sono andato via amareggiato e anche umiliato davanti a mio nipote che mi aveva accompagnato. Dopo anni passati in quella scuola venivo scaricato come se non avessi alcun valore.

Una mattina, nel mio ufficio è entrata una bella donna in maglietta rossa e pantaloni e ha salutato chiedendo come andassero le cose nel sollevare gli occhi l’ho salutata con il ciao, chiedendomi dove l’avevo già vista, solo dopo un pò ho realizzato che stavo parlando con la preside che sorrideva così come si fa tra cari amici.

La mattina appena arrivavano le segretarie facevano il punto della situazione riprendendo le cose che non avevano funzionato il giorno prima e dal mio ufficio sentivo volare gli intercalari maremma maiala e Dio bono, se ne dicevano di tutti i colori, io prudentemente non ho mai pensato di andare vedere di persona come si atteggiassero nel riprendersi reciprocamente o a cercare di pacificarle. Un quarto d’ora dopo era tutto finito, si riprendeva a lavorare e non si sentiva più borbottare fino all’indomani mattina. Da qualche anno mi accade che mi tiro addosso l’ira di qualche quarantenne collega di lavoro o di viaggio come se, ai loro occhi, diventassi un elemento negativo che porta in se quanto di più disdicevole un uomo possa avere ed essere. Ho vissuto una simile condizione per tre anni di seguito, mi è stato detto che è un conflitto irrisolto con la femminilità e che dovrei cercare di comprendere quando ha avuto origine. Un giorno o l’altro mi metterò a raccontare riepilogando gli incontri karmici con le donne. Posso garantirvi che ho un bel po di cosette da raccontare. Sinceramente penso di essermi comportato male ma anche di averne ricevuto. Mi piacerebbe riuscire a pareggiare i conti tra il male fatto e quello ricevuto, magari rimanendo a credito senza più debiti e tanto meno nuovi incontri.

Nel partire mi sono convinto distare lontano da qualunque situazione di conflitto con le donne.

 Nel nostro bel paese si fanno le leggi e poi subito se ne fanno altre per modificarle come se non si fosse meditato abbastanza nell’adottarle o si avesse la pretesa di accontentare tutti. A fine settembre nel guardare nel sito del ministero ho letto, sbagliando, che sarei rimasto definitivamente la e quando l’ho detto alla cara persona che era il mio direttore, mi ha risposto:” Dio bono bisogna cercare casa!” si stava preoccupando che trovassi casa e che fosse confortevole e non, troppo cara.Poche volte ho incontrato nella mia vita persone come lei che mi stimassero emi apprezzassero dicendomi che ero bravo e capace. Anche lei come me aveva vissuto una vita dura e aveva imparato a guardare nel cuore le persone apprezzando l’affidabilità e la sincerità. Un giorno entrando nel suo ufficio ho trovato un professore che le chiedeva di fargli un ordine urgente di matite compassi e altro che gli servivano per far lavorare adulti rompiballe che non gli davano riposo, la chiamava usando il vezzeggiativo Marziuccia. Mi ha fatto fare l’ordine il giorno stesso come mi sono liberato da un altro impegno. Non è stata la lamentarsi del lavoro che era tanto e che non aveva tempo come si fa solitamente, lei poteva farlo essendone motivata, lasciandolo nella sofferenza per giorni. Il suo comportamento si chiama comprensione, empatia, compassione,misericordia e tanti altri termini ma poche volte e poche persone lo mettono in atto

Così dopo un mese ho saputo che sarei ritornato a casa, il giorno non ho fatto festa, in me non vi era allegria, ho lavorato fino alle due e subito dopo ho preso il pulman. Chiedevano e volevano la mia collaborazione. Ritornavo a casa perché avevo necessità di rientrare, una volta che si è fatto impresa e che si è inseriti nelle varie anagrafi tributarie, previdenziali e così via, si inizia ad esistere e non ci si può più nascondere. Mi vergognavo di andare via lasciando quelle persone che mi hanno fatto sentire importante e messo in evidenza quella bravura mai apprezzata o presa in considerazione e che neanche io conoscevo. Sono nella vecchia scuola in compagnia del vecchio  dirigente, lo stesso che non mi salutava e continua a non salutarmi, lui passa ed io sono un arredo della scuola. Mar, Mo, La, Ti, ed Es, non potrò mai dimenticarvi…… Dio bono.

 

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