Diario difficile

Terra di festa


A me questa festa mette una tristezza terribile. Come si fa a non riconoscere, dietro le retoriche della propaganda, il tenero tentativo di uomo di Stato anziano ma lucido di contrastare lo strapotere mediatico dell'uomo che ha occupato l'Italia ? Non ha nessun (altro) senso questa festa. Capirei fosse il centenario, ma 150 anni ? Il centenario fu celebrato praticamente solo a Torino, città in quel momento cardine del boom economico. A Roma alcune mezze figure democristiane presenziarono solo a poche ingessatissime cerimonie (in Alto Adige invece festeggiarono con i fuochi di artificio al plastico ai tralicci dell'alta tensione).E il Paese, la gente, gli intellettuali non possono fare altro che appoggiare questo onesto, ma fragile, tentativo. Stamattina ho sentito lo storico Villari, calabrese, dire che il brigantaggio in Calabria non c'è mai stato, che il consenso all'avventura garibaldina era pieno, consapevole, diffuso. Io sono un uomo del Sud, il Gattopardo l'ho letto, e i miei trisnonni Garibaldi l'hanno conosciuto. A me nessuno toglie dalla testa che il vero motore dell'unità è stato l'imprenditore Cavour, che aveva bisogno di espandersi. Perché aveva bisogno di quattrini, strangolato com'era dai banchieri. Ma diciamo che ha ragione Villari, per carità di patria.
[Questa è la storia]