Diario difficile

Il concerto inatteso


Sono arrivato a pagina 89 ma sembra sempre di essere all'inizio, in questo libro. La cosa non è sorprendente visto che si tratta di un mattone che di pagine ne ha 880. E' Anna Karenina, un classicone che leggo senza avere visto nessuno dei film che ne sono stati tratti. Incredibile quanto sia moderno. E' ambientato nella Mosca dell'800 ma parla il linguaggio di una qualsiasi delle persone che affollano l'autobus sul quale leggo il libro. I problemi di un uomo buono che ha tradito la moglie, le lacrime della donna che fatica a perdonare, le piccole tragedie di una ragazza di buona famiglia che si innamora dell'uomo sbagliato.Non credo che le ragazze che sfrecciano sui marciapiedi di questa città oggi siano poi tanto diverse. Almeno dentro. Fuori sono dei blindati. Camminano per la strada socievoli come un T1000, tutte con la stessa armatura costituita da stivali, cellulare e frangetta. E quando sono sulla metro, in piedi o sedute, assumono la stessa espressione di un uovo sodo tagliato a metà, qualunque sia il make-up che hanno deciso di esibire.Io invece non riesco a rimanere indifferente a certi spettacoli. Oggi l'ho rivisto, per la terza volta. Il violinista. La prima volta credo ormai un paio di settimane fa. Mentre leggevo entra nel vagone il solito suonatore questuante. Ma dopo poco che inizia a suonare mi accorgo che non è il solito suonatore. Suona divinamente bene, per quello che posso capire io di violino. Non so se fosse un pezzo famoso, forse improvvisava e basta, ma bastò per incantarmi. Quando finì, una ventina di minuti dopo, mi venne spontaneo applaudire. Mi guardai nel portafogli ma non avevo niente di spicciolo, solo venti euro. Ho avuto un attimo di esitazione, lui si è posato la mano sul petto e ha detto: "Fa nulla, grazie lo stesso".
Il diavolo